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E se fossero rimasi a casa? [OT]

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2009 15:57
17/09/2009 22:41


Un piccolo pensiero ai militari deceduti a Kabul.

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17/09/2009 23:16

Sei matto ?

Non si usa più da 1975 obiettare che se uno Stato non è in guerra non si capisce perchè il suo esercito in armi si trovi stanziato a qualche migliaio di chilometri.


Art. 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;


Infatti dal 1975 non si chiamano "guerre" ma "missioni di pace"
Geniale vero?
I bombardati mi assicurano che la differenza non si sente.



1. Il "tuning" e il risultato funzionale ottenuto in concreto, quasi sempre porta a demolire la moto e a venderla a pezzi sul mercatino.
2. Il "tuning" e il risultato visuale ottenuto in concreto, secondo il gusto estetico di molti è "tamarro".
3. Una quantità di moto identiche superiore ad 1 (m>1) e qualche metro cubo di ricambi pro capite potrebbe ad alcuni sembrare una "distorsione".
4. L'affidabilità della Honda Dominator non è soprannaturale: i 100.000 km senza interventi sono una possibilità e non una legittima aspettativa.
5. Il "cappello da ingegnere" non garantisce l'autorevolezza, nè la verità di ogni singolo post.
6. L' utilizzo di testate con crepe tra foro candela e sede valvola da molti è sconsigliato e potrebbe portare a rotture gravi.
7. In molte culture la gratitudine è un valore considerato positivo e apprezzato.
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17/09/2009 23:34

Re:
mattiapz, 17/09/2009 23.16:

Sei matto ?

Non si usa più da 1975 obiettare che se uno Stato non è in guerra non si capisce perchè il suo esercito in armi si trovi stanziato a qualche migliaio di chilometri.


Art. 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;


Infatti dal 1975 non si chiamano "guerre" ma "missioni di pace"
Geniale vero?
I bombardati mi assicurano che la differenza non si sente.




vi giungano i miei più cordiali saluti da questi luoghi pieni di storia, ma che la pochezza dell’uomo rende infelici…

Ho scelto questa frase nell’ultima lettera del Brigadiere Giuseppe Coletta, morto il 12 novembre 2003 a Nassiriya,
Ricordo che allora cercai di capire il perchè di tale violenza ai danni di uomini che avevano dedicato mesi della loro vita compiendo, coraggiosamente, il proprio dovere di professionisti in missione all’estero, ma non trovai alcuna spiegazione: come fare, altrimenti?
Quello che resta è solo il ricordo di uno sforzo - "una goccia nell’oceano" - che noi, italiani, e non so se anche gli iracheni di Nassiriya, conserveremo per sempre nella nostra memoria, a suggello di un sacrificio che alla fine dei conti, così ci piace credere, non è stato del tutto inutile.
C’è una domanda cui in tanti abbiamo rinviato giorno dietro giorno la risposta:
Vorrei che la guerra in Iraq non fosse avvenuta?
Volevo che non avvenisse: con la riserva di cercare un modo diverso per abbattere la tirannia di Saddam. E’ avvenuta.
La Prima Guerra mondiale, e la Seconda Guerra mondiale, avvennero, siano maledette – siano onorati i loro leali e infelici combattenti.
Ma a questa domanda non voglio rispondere. Non voglio pronunciare una risposta che rimetta sul suo trono Saddam Husseyn e ricopra le fosse comuni. Ma neanche una risposta che accetti come un costo necessario i morti di ieri, di oggi e di domani.
Risponderei come occorre –sì sì, no no- quando l’Iraq fosse davvero avviato alla libertà e alla democrazia, o quando l’Iraq fosse consegnato a una guerra civile e una teocrazia e le sue donne ridotte in cattività.
Fino ad allora, bisogna misurarsi con quello che succede in Iraq e Afghanistan.
Si può chiamare “resistenza” l’insieme delle attività condotte contro i militari e i civili americani e inglesi e polacchi e italiani inviati per mandato della Nazioni Unite (civili annessi)e la Croce Rossa? Certo: a condizione di rinunciare all’aura nobile che fa splendere quella parola ai nostri occhi.
Chiamare resistenza il terrorismo suicida mi sembra indegno.
Questa volta qualcuno ha premeditato ed eseguito un attentato avendo il mucchio di militari italiani per bersaglio, chi ha fatto questo –oltre allo sciagurato attentatore che si è guadagnato il paradiso- è esattamente il nostro nemico.
Questo qualcuno, in qualunque classifica politica di responsabilità si compili rispetto alla situazione di oggi, si riservi un posto speciale, in cima, agli assassini.
Loro sono il nostro nemico.

Ecco, queste le cose da dire.
Se le avessi trattenute dentro, sarebbero rimaste più complicate ed esitanti.
Bisognava dirle seccamente.
Mentre alla domanda :
cosa ci facciamo là..
potrei trovare molte risposte, alcune discutibili altre no..
Una cosa che mi viene da scrivere o meglio da raccontare è quanto mi accadde 30 anni or sono, non ero mai stato così lontano da casa.
Mai militari Italiani erano andati a portare serenità a profughi cosí lontano.
Parlo di una delle tante missioni semi-dimenticate delle Forze Armate italiane.
Nel 1979, una squadra navale rischierata a 6.500 miglia dalle basi di partenza, si concluse con il salvataggio di quasi mille boat people vietnamiti abbandonati alla deriva nel Mar della Cina Meridionale.
L’anno seguente sarebbe toccato alla AMI , stavolta sotto le insegne della Croce Rossa Internazionale, un memorabile ponte aereo umanitario tra Bangkok e Phnom Penh nel pieno della spaventosa guerra civile che stava insanguinando la Cambogia.
Mappe e cartine alla mano (possinammazzalli erano tutte in inglese), ci saremmo trovati in un contesto ambientale complesso.
Il mio lavoro si sarebbe snodato al di fuori del tradizionale sistema di comando, il fatto stesso di dovermi integrare con Marina, Cri, ecc. spostava ancora piú in su la soglia critica.
Quanto al tempo a disposizione per poter raccogliere ed elaborare le informazioni essenziali circa la effettiva situazione del "profugo", meglio sorvolare.
L’unica sicurezza erano i 40° ed il 90% di umidità.. “sempre”..
La “nostra” crociera iniziò il 4 luglio del 1979 (mia, tenente del genio assaltatore ed artificiere, e del geniere Daniele Hang di Bologna) raggiungendo Singapore, senza alcuno scalo il 21 di luglio.
Una volta arrivato ci scontrammo con la vera verità:
Il capitolo VII della Carta dell’ONU sancisce che i militari della operazione potranno adottare ogni misura ritenuta idonea - ivi compreso il ricorso all’uso della forza - per attuare l’insieme dei compiti loro assegnati.
Quindi la squadra navale composta dalle navi Vittorio Veneto, Andrea Doria e Stromboli si avvicina di nuovo alla costa dondolandosi pigramente sull’oceano mantene la distanza di sicurezza di circa due chilometri con la bocca spalancata del bacino di poppa che sembra voler dire «andiamo». Tra le onde sono riapparse pure le sagome delle imbarcazioni che prelevano i profughi, i quali se ne stanno accovacciati in ordine lungo la spiaggia. Quando la prima lancia butta giú la rampa sulla battigia, un lagunare lí vicino si inginocchia nella sabbia e rimane assorto per qualche secondo con il volto rivolto verso la striscia di palme. Poi si rialza, e senza piú voltarsi, sale a bordo insieme ai suoi compagni.
Tutti si lasciano dietro un record praticamente irripetibile: una missione intera "tirata via" dall’inizio alla fine con lo stesso gruppo tattico e senza mai un rimpiazzo. E una lapide di marmo nero piantata nel giardino di quella che, per tutto questo tempo, ha fatto loro da casa e da caserma insieme.
Prima di andarcene, però, demmo vita ancora una volta a un’azione assai poco militaresca.
Quintali di panini e di farina preparati e sbarcati dallo Stromboli e consegnati nelle mani delle impareggiabili "suorine" .
Sono proprio queste le ultime persone viste su quella spiaggia.
L’ultimo a imbarcarsi fu il Colonnello.
Una suorina, si avvicina al barcone che sembra non voler piú lasciare l’arenile.
Si porta due dita alla bocca, le appoggia sulla fiancata del mezzo da sbarco e si fa il segno della croce.
II Colonnello che la raggiunge e la bacia sulle guance dicendole: «Questo bacio è per tutte voi».
Quindi, arretra di qualche passo.
E rivolgendosi al pilota della lancia, con un groppo alla gola che gli strozza la voce, fa:
«Vai, maledizione. Vai».
Il 20 agosto, dopo 47 giorni, dopo aver raccolto 900 profughi vietnamiti, rientrammo nel porto di Venezia

Queste cose, insieme alla parabolica di monza fatta a 190, ai looping fatti a 30 metri d'altezza, le conservo nel cassetto dei ricordi indelebili.

Il mondo, là fuori è cattivo,
occorre farsene una ragione,
non l'abitudine...








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ma non siamo quì per fare balletti da salotto,
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17/09/2009 23:51

Sandro io penso e desidererei che fino a che non è delliberato lo stato di guerra dal Parlamento in cui dovrei (dovremmo) essere rappresentati, l'esercito in armi rimanesse nelle caserme.

A rigore gli eserciti di difesa non dispensano nè panini nè garantiscono democrazie.

Questo a livello di concetti.
Sorry[SM=g27821].

A livello di esperienza personale, le motivazioni che sento, viva voce, da chi (oggi) va in missione, a mio parere sono in gran parte economiche.

Per questo, da parte mia nessuna compassione per i caduti diversa da quella dovuta a tutti i caduti sul lavoro.


[Modificato da mattiapz 17/09/2009 23:52]


1. Il "tuning" e il risultato funzionale ottenuto in concreto, quasi sempre porta a demolire la moto e a venderla a pezzi sul mercatino.
2. Il "tuning" e il risultato visuale ottenuto in concreto, secondo il gusto estetico di molti è "tamarro".
3. Una quantità di moto identiche superiore ad 1 (m>1) e qualche metro cubo di ricambi pro capite potrebbe ad alcuni sembrare una "distorsione".
4. L'affidabilità della Honda Dominator non è soprannaturale: i 100.000 km senza interventi sono una possibilità e non una legittima aspettativa.
5. Il "cappello da ingegnere" non garantisce l'autorevolezza, nè la verità di ogni singolo post.
6. L' utilizzo di testate con crepe tra foro candela e sede valvola da molti è sconsigliato e potrebbe portare a rotture gravi.
7. In molte culture la gratitudine è un valore considerato positivo e apprezzato.
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18/09/2009 00:42

Re:
mattiapz, 17/09/2009 23.51:

Sandro io penso e desidererei che fino a che non è delliberato lo stato di guerra dal Parlamento in cui dovrei (dovremmo) essere rappresentati, l'esercito in armi rimanesse nelle caserme.

A rigore gli eserciti di difesa non dispensano nè panini nè garantiscono democrazie.

Questo a livello di concetti.
Sorry[SM=g27821].

A livello di esperienza personale, le motivazioni che sento, viva voce, da chi (oggi) va in missione, a mio parere sono in gran parte economiche.

Per questo, da parte mia nessuna compassione per i caduti diversa da quella dovuta a tutti i caduti sul lavoro.




condivisibile in gran parte, salvo alcune eccezioni.

1) deliberazioni ONU
2) lavoratore ucciso in attentati (siano bombe sul treno che autobombe)

Credo che con queste precisazioni di dettaglio possiamo andarci a bere una birra in tutta tranquillità
[SM=x653544]





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18/09/2009 08:09

Re:
mattiapz, 17/09/2009 23.51:


A livello di esperienza personale, le motivazioni che sento, viva voce, da chi (oggi) va in missione, a mio parere sono in gran parte economiche.



Quoto, si nota anche nelle interviste ai parenti dei caduti: chi mette da parte soldi per il matrimonio e chi per altro. Tutto 'sto patriottismo e voglia di democrazia, mi paiono parole vuote, sarò io che sono prevenuto.

Io, da padre, non riesco comunque a capire come riescano a partire per stare via dei mesi, lontano dai figli, sia per una "missione di pace" [SM=x653551] che per un qualsiasi altro lavoro.

Condolianze e un abbraccio alle famiglie.
[Modificato da ettolo 18/09/2009 08:09]


[...] nel mio caso, quindi, dal basso, poiche' io sentenzio da ben piu' in alto (anonimo ligure)

18/09/2009 09:10

sono dei mercenari e il rischio di morte fa parte del "gioco"
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18/09/2009 09:15

Re:
henryxp, 18/09/2009 9.10:

sono dei mercenari e il rischio di morte fa parte del "gioco"



allora, visto che anche lo scriccatore di materozze vien pagato, fa parte del gioco anche perdere un piede per un pezzo d'alluminio rovente cadutovi sopra, fa parte del gioco anche perder la vita cadendo da un ponteggio di palazzo..

Enrichè.. mavattalapijanderculo..

Della popolazione civile cosa ci dici?

p.s. tranquilli, non interverrò più sull'argomento..
[Modificato da redflyer 18/09/2009 09:16]


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18/09/2009 09:25

La morte fa parte della vita quando poi uno va a cercarsela aumenta il rischio...

per me posson tirare le cuoia tutti quei barboni fanatici, li metterei in un recinto insieme alle capre.

Avete sentito i commenti della moglie di quel beduino che ha ammazzato la figlia perchè aveva una relazione con un italiano?



Sanaa, parla la madre: "Forse ha sbagliato lei"




fonte

Chi ragiona così è bene che sparisca dalla faccia della terra




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18/09/2009 11:49

bah.. io non dico nulla, di fronte alla morte reputo giusto starsene zitti e tenersi le proprie idee. Mi fanno schifo tutti quelli che volenti o nolenti aspettano i 6 morti per strumentalizzare la cosa e lavarsi la bocca con tutte le loro belle parole. Che si vergognino.

Condoglianze alle famiglie e agli amici dei defunti...





Tex
18/09/2009 11:51

Gia che è stato opportunamente citato il brigadiere Coletta...
(io personalmente segue il suo consiglio all'ultima risposta).
La vedova Coletta:
«Ogni volta rivivo lo strazio»

Anche ieri lo ha saputo al telefono da un’amica, come era avvenuto la mattina del 12 novembre 2003, giorno in cui a Nasiriyah morirono diciannove italiani, e tra loro suo marito, il vicebrigadiere dei Carabinieri Giuseppe Coletta: «Hai sentito cos’è successo? Pare siano coinvolti gli italiani»...
Il mattino di sei anni fa Margherita Coletta, 33 anni e una bimba di due, guidava la macchina quando seppe che in Iraq c’era stato un attentato. Poi il drammatico copione, ogni volta lo stesso: «Per centinaia di famiglie che hanno un figlio, un marito, un padre in missione laggiù, l’attesa è angosciante, ti trema il cuore, pensi che non sarà toccato proprio a tuo marito, che lui starà di certo dando una mano ai feriti. Così pensavo io di Giuseppe. Poi le ore passavano e lui non chiamava, e la speranza man mano moriva. Infine ho visto fermarsi sotto casa mia la macchina del generale Giuliani... Non c’è stato bisogno di parole. Mi ha abbracciato ed è scoppiato a piangere... Penso alle famiglie in cui in queste ore sta avvenendo esattamente questo. Penso ai loro bambini: oggi i più grandicelli erano seduti al banco, al loro primo giorno di scuola».

Ogni volta per lei sarà un rivivere lo stesso dolore.
Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) appena ho sentito la notizia non riuscivo ad accettare che stesse di nuovo accadendo, ho riprovato lo smarrimento. Chi fa questo mestiere è chiaro che mette in conto la morte, conosce i rischi che corre, e le famiglie fanno altrettanto, anche se chi è casa scaccia sempre il pensiero. Ma se sposi un militare condividi gli stessi valori.

Cos’è che spinge un uomo, magari anche un padre di famiglia, ad andare in missione di pace in regioni tanto pericolose?
Io posso parlare per mio marito. La divisa di Carabiniere gli era cucita addosso, non era solo un capo d’abbigliamento, era un modo di vivere, di agire e di pensare. Anche quando era in licenza. Giuseppe sentì la necessità di partire per portare aiuto alle popolazioni più sfortunate di noi dopo la morte del nostro primo bambino, Paolo, salito al cielo a soli sei anni per un cancro. Dopo un primo sbandamento, Giuseppe volle dare un senso al suo dolore, così andò in Albania, in Kossovo, in Bosnia e infine a Nasiriayh perché voleva evitare, per quanto gli fosse possibile, che altri bambini morissero, che altri genitori dovessero piangere. Nei mesi in cui era all’estero, insieme ai suoi colleghi e agli uomini del Corpo militare della Croce Rossa distribuiva camion di medicinali, vestiti, giocattoli, materiale scolastico, ogni genere di aiuti, che riusciva a farsi inviare da associazioni di volontariato in Italia. Finito l’orario di lavoro, questi ragazzi spesso proseguono andando a dare una mano negli ospedali pediatrici, o recandosi tra le tende dei nomadi, i più poveri tra i poveri.

Su queste missioni, però, si discute molto: sugli scopi, sull’utilità, sulla necessità di un rientro...
Stamattina, appena ho visto quelle terribili immagini così uguali ai giorni di Nasiriyah, quei corpi a brandelli coperti dai lenzuoli, quelle macchine sventrate, il fumo, le grida, la prima cosa che ho pensato è stata: speriamo che ora si eviti la solita retorica e le polemiche ad orologeria. Ogni volta che perdiamo qualcuno dei nostri ragazzi, da una parte dobbiamo subire frasi di circostanza e lunghe orazioni che grondano retorica, dall’altra sentiamo dire che dobbiamo subito ritirare le nostre forze. Non è questo il tempo per decidere se sia giusto restare o partire, oggi è il giorno dei morti e del rispetto per le loro famiglie. Io penso che sia troppo facile abbandonare quelle popolazioni al loro destino, starcene a guardare ciò che lì accade senza fare nulla, nell’agio e nella ricchezza delle nostre case, facendo finta che al di fuori il resto del mondo non esista. Anche noi italiani sessant’anni fa non fummo liberati? Non ricevemmo aiuti per ricostruire un nuovo Paese? Il vero problema sono le guerre, non le missioni di pace. È la guerra che non va mai fatta, per nessun motivo... proprio oggi sentivo un commentatore dire in tivù che a volte le guerre sono necessarie: questo è il vero orrore, la mentalità che purtroppo continua a muovere il mondo e gli interessi mostruosi che armano le nazioni. La logica della guerra è frutto solo di ignoranza, e questo accade quando ci si allontana da Dio.

Le missioni sono di pace, ma gli uomini sono lì in armi. Non è una contraddizione?
È un problema sul quale ho sempre riflettuto e una risposta univoca non è facile. Io però sto a quello che diceva e soprattutto che faceva mio marito. Lui non ha mai usato le armi in tutta la sua vita, i suoi compiti erano quelli dell’operazione "Antica Babilonia": distribuire aiuti umanitari, ripristinare i servizi essenziali alla popolazione, impedire violenze, sminare il terreno, ricostruire strade, fognature, pozzi, ospedali, scuole. Non solo: requisire bombe e kalashnikov, che erano in mano anche ai bambini. E non è realistico pensare che tutto questo si possa fare senza alcuna arma di difesa, in un Paese in cui i terroristi pur di destabilizzare uccidono anche la loro popolazione civile. A Nasiriyah i morti non furono diciannove ma ventotto: c’erano anche nove iracheni, in gran parte bambini.

A poche ore dalla strage le tivù diffusero le sue immagini mentre in lacrime leggeva il Vangelo di Matteo: "Amate il vostro nemico, perdonate al persecutore".
Con la logica dell’odio non si risolve nulla. L’odio si sconfigge con l’amore, la morte con la vita. Il giorno in cui mio marito cadde a Nasiriayh, dissi che se in quella missione aveva salvato la vita anche a un solo bambino, ne era valsa la pena.

Che cosa si sente di dire oggi ai familiari dei sei soldati?
È troppo presto per le parole, in queste ore il dolore è inconsolabile, meglio è il silenzio. Ma col tempo capiranno che Dio non ci lascia mai soli, abbiano fede e si affidino alla preghiera, perché in lui troveranno la forza per andare avanti. Ho perso un figlio e un marito, ma garantisco che il Signore porta la croce insieme a noi. E a quelle mogli, ai genitori, ai loro bambini dico di vivere d’ora in poi con la consapevolezza che i loro uomini hanno fatto la cosa giusta. Ora tocca a loro vivere per gli stessi ideali di pace.
Lucia Bellaspiga
18/09/2009 15:07

Io la vedo alla pari di quei tanti operai che x 4 soldi muoino nei cantieri, x loro nessuna "commemorazione" o cordoglio di stato..
18/09/2009 15:21

Da Wikipedia :

"Per invasione si intende lo spostamento di una popolazione verso un
territorio occupato da altri gruppi umani.
Tale invasione avviene di solito in armi, tanto da essere ricordata,
dalle discendenze, sempre con aspetti negativi di morte e distruzione.
Altro significato della parola invasione è di stampo più militare.
Storicamente l'invasione quindi può, spesso, assumere i connotati
di una pura operazione militare, pianificata e condotta, normalmente
per ragioni economico-politiche, se non geostrategiche, sostenute da
questioni ideologiche."

Mi sembra una buona descrizione di quello che sta succedendo da
quelle parti, fermo restando la mia incazzatura per le 50
e piu' vittime dll'attentato, civili e non....
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18/09/2009 16:03

Cazzo dici?
Lo vedi pure nei TG che l'esercito è lì per distribuire giocattoli e caramelle ai bambini (con i Tornado arrivano prima):


KABUL (4 settembre) -

Sono circa 90 i morti nel bombardamento da parte della Nato di una autocisterna di carburante nel nord dell'Afghanistan
.....
«Circa 90 persone sono state uccise e la maggior parte sono talebani - ha reso noto il portavoce del governo della provincia di Kunduz, Mahbubullah Sayedi -. Un ridotto numero di vittime sono civili, fra i quali alcuni bambini, che erano andati a cercare carburante gratis».
.....

Almeno 90 persone, la metà dei quali civili, sono morte nell'esplosione, secondo quanto ha riferito il governatore della provincia, Mohammad Omar. Il bilancio, ha avvertito, potrebbe ancora salire. Un portavoce della Nato a Kabul ha confermato che le forze aeree dell'Isaf hanno identificato le due autocisterne rubate e le hanno distrutte vicino ad un fiume nella provincia settentrionale di Kunduz. «Un gran numero d'insorti sono stati uccisi o feriti», ha dichiarato il portavoce, aggiungendo di essere al corrente delle notizie di civili uccisi, sulle quali è stata aperta un'inchiesta.




http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=71962&sez=HOME_NELMONDO



[Modificato da mattiapz 18/09/2009 16:28]


1. Il "tuning" e il risultato funzionale ottenuto in concreto, quasi sempre porta a demolire la moto e a venderla a pezzi sul mercatino.
2. Il "tuning" e il risultato visuale ottenuto in concreto, secondo il gusto estetico di molti è "tamarro".
3. Una quantità di moto identiche superiore ad 1 (m>1) e qualche metro cubo di ricambi pro capite potrebbe ad alcuni sembrare una "distorsione".
4. L'affidabilità della Honda Dominator non è soprannaturale: i 100.000 km senza interventi sono una possibilità e non una legittima aspettativa.
5. Il "cappello da ingegnere" non garantisce l'autorevolezza, nè la verità di ogni singolo post.
6. L' utilizzo di testate con crepe tra foro candela e sede valvola da molti è sconsigliato e potrebbe portare a rotture gravi.
7. In molte culture la gratitudine è un valore considerato positivo e apprezzato.
18/09/2009 19:04

Ah sì i "clustertoys" non e' cosi' che si chiamano ?



18/09/2009 19:26

Le guerre sono sbagliate.
Tutte le guerre sono sbagliate.
E' sbagliato mettere alla fame intere nazioni tramite embarghi commerciali/economici tipo Cuba.
E' sbagliato chiamare molti stati: canaglia.
E' sbagliato bombardare le città ed i villaggi con conseguenze devastanti per i civili.
E' sbagliato non ricordare più spesso guerre in atto da anni.
E' sbagliato non ricordare genocidi di interi popoli.
E' sbagliato lanciare un paio di aerei pieni di passeggeri su un paio di grattacieli pieni di persone.
E' sbagliato...
Trovo ingiusto e irrispettoso pensare che tra i centinaia di soldati impegnati da anni in "missioni di pace" "missioni di pace" non ci sia tra di essi qualcuno che sia lì per uno scopo realmente umanitario, imbracciando armi di vario tipo esclusivamente per difendersi e per difendere quel valore così importante...:la libertà; anche se con qualche migliaio di euro in più.
Trovo ingiusto fare di un'erba un fascio.
La testimonianza della vedova Coletta (che prima di perdere il marito aveva perso un figlio di 6 anni per malattia, tra l'altro) testimonia che c'è la possibilità di affrontare un dramma come la morte di un marito dilaniato da una bomba a migliaia di km da casa con uno sguardo diverso dall'odio e da semplici aspetti economici.
18/09/2009 20:13

Re:
bebi62, 18/09/2009 19.26:

Le guerre sono sbagliate.
Tutte le guerre sono sbagliate.
E' sbagliato mettere alla fame intere nazioni tramite embarghi commerciali/economici tipo Cuba.
E' sbagliato chiamare molti stati: canaglia.
E' sbagliato bombardare le città ed i villaggi con conseguenze devastanti per i civili.
E' sbagliato non ricordare più spesso guerre in atto da anni.
E' sbagliato non ricordare genocidi di interi popoli.
E' sbagliato lanciare un paio di aerei pieni di passeggeri su un paio di grattacieli pieni di persone.
E' sbagliato...
Trovo ingiusto e irrispettoso pensare che tra i centinaia di soldati impegnati da anni in "missioni di pace" "missioni di pace" non ci sia tra di essi qualcuno che sia lì per uno scopo realmente umanitario, imbracciando armi di vario tipo esclusivamente per difendersi e per difendere quel valore così importante...:la libertà; anche se con qualche migliaio di euro in più.
Trovo ingiusto fare di un'erba un fascio.
La testimonianza della vedova Coletta (che prima di perdere il marito aveva perso un figlio di 6 anni per malattia, tra l'altro) testimonia che c'è la possibilità di affrontare un dramma come la morte di un marito dilaniato da una bomba a migliaia di km da casa con uno sguardo diverso dall'odio e da semplici aspetti economici.




Pienamente d'accordo, ma evidentemente qualcuno non la pensa
così e non vuole il nostro aiuto.
Continuo a pensare...lasciamoli cuocere nel loro brodo, alla
fine ne verranno fuori da soli, ti ricordo che anche nella
"civilizzata" Europa nel medioevo, con la scusa religiosa,
davano fuoco con estrema facilita' a tutto cio' che si muoveva...
e ti ricordo tristemente della "mattanza" che e' stata fatta
in sudamerica ... "in nome de Dios".

Amen




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Eccelso
18/09/2009 20:35

Non dico cosa sia giusto o sbagliato, non commento chi dice di non capire chi lascia la famiglia per un lavoro (perchè di lavoro si tratta) lontano da casa anche se stranamente la maggior parte dei militari sono meridionali e dovrebbe essere facile capirlo. Non mi meraviglio che si vada a far le missioni di pace dove il petrolio lo producono o ci sono gli oleodotti, non sono assolutamente convinto che tali popoli se la passerebbero meglio se i popoli "civilizzati" non "occupassero" per i loro interessi, non mi sovviene in quale modo diverso dall'attuale si possa portare, anche se per proprio interesse, maggiore civiltà in tali posti, non commento chi dice che in tali posti starebbero meglio se lasciati a se stessi perchè non ho visitato posti dove i bambini lavorano da subito e le donne contano meno di una capra e si sposano a otto anni, non dico un sacco di altre cose perchè in realtà non sono in grado di risolverle tali situazioni e soprattutto mi sentirei un ipocrita a criticare chi opera sul campo standomene tranquillo dietro una scrivania e giudicando solo dalle immagini che la TV vuol farci vedere.
Se la situazione non fosse così grave mi verrebbe da sorridere del fatto che noi sapientoni ci ricordiamo che oltre alla nostra vita comoda esistono persone che "sopravvivono" nel loro mondo, solo quando succedono fatti eclatanti come la morte di sei soldati, soldati uguali agli altri ma questa volta italiani e che come tali, rappresentandoci, andrebbero comunque rispettati.
Chi opera in zone del genere spesso viene toccato emotivamente dalle condizioni inumane delle popolazioni del posto e non tiene conto degli interessi superiori delle nazioni che li hanno inviati in quei posti. Standocene a casa non abbiamo il diritto di dubitare su quelli che possono essere i sani principi, i buoni propositi che animano i nostri soldati. Possiamo solo criticare i politici e chi li ha votati (quei tipi saremmo noi) ma non i soldati o le loro famiglie che ne condividono gli ideali!
Mi sono sempre chiesto cosa animava i 300.000 americani morti in Europa perchè il governo Statunitense era interessato economicamente e strategicamente alle nostre nazioni.
Qualcuno potrà dirmi che si tratta di situazioni diverse, io non ne sarei poi tanto sicuro!
Se ci sono dei momenti per proporre o per criticare quei momenti non sono questi. Ora ci si dovrebbe limitare a fare le condoglianze alle sei famiglie di quei poveri ragazzi.
Orko.



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Re:
orKo555, 18/09/2009 20.35:

non commento chi dice di non capire chi lascia la famiglia per un lavoro



Perchè, cosa c'è di incommentabile in quello che dico?
Io non lo capisco, sto male a fare 2 giorni di raduno insieme a voi, figuriamoci a stare fuori mesi.
Non credo che siano tutti con l'acqua alla gola quelli che lavorano all'estero. Semplicementi non siamo tutti uguali e io non riesco a capire come si possa farlo. Non era un giudizio, ma una constatazione.



[Modificato da ettolo 18/09/2009 21:10]


[...] nel mio caso, quindi, dal basso, poiche' io sentenzio da ben piu' in alto (anonimo ligure)

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Re: Re:
Lascia..doveva fare il post "tombale".Si vede dal font.

Siamo al "non si può giudicare"

Io finchè, ho un simulacro di diritti civili e politici (per ora), ritengo commentabile, criticabile e disprezzabile nei limiti del lecito ogni istituzione e lavoratore dello Stato nell' esercizio delle sue funzioni.
Compresi i cani della cinofila e i pesci dell' acquario comunale.
.

[Modificato da mattiapz 18/09/2009 21:42]


1. Il "tuning" e il risultato funzionale ottenuto in concreto, quasi sempre porta a demolire la moto e a venderla a pezzi sul mercatino.
2. Il "tuning" e il risultato visuale ottenuto in concreto, secondo il gusto estetico di molti è "tamarro".
3. Una quantità di moto identiche superiore ad 1 (m>1) e qualche metro cubo di ricambi pro capite potrebbe ad alcuni sembrare una "distorsione".
4. L'affidabilità della Honda Dominator non è soprannaturale: i 100.000 km senza interventi sono una possibilità e non una legittima aspettativa.
5. Il "cappello da ingegnere" non garantisce l'autorevolezza, nè la verità di ogni singolo post.
6. L' utilizzo di testate con crepe tra foro candela e sede valvola da molti è sconsigliato e potrebbe portare a rotture gravi.
7. In molte culture la gratitudine è un valore considerato positivo e apprezzato.
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18/09/2009 21:49

Cosa posso dire io?
Che sono molti i lavori hanno un rischio anche mortale?
O che alcune popolazioni satanno vivendo oggi il loro "medioevo".
Missioni di pace, missioni di guerra.
L'uomo da sempre fa la guerra.
L'uomo da sempre reclama la pace.
Non voglio pensiate che sto scrivendo solo cazzate, ma il punto è che chi va in missione di pace sa che va in un posto dove non tutti vogliono la pace ed quindi normale che abbia gli strumenti necessari a difendersi.
Chi va in missione di pace o in guerra, non è obbligatorio che ci vada per spirito patriotista.
Fa il militare di lavoro.
E' un lavoro come un altro, ma ci si aspetta sempre che siano mossi da animo nobile.
Per me è sufficente che lo facciano con giustizia.
Che non si lascino prendere la mano come spesso accade.
Esattamente come chi ripara un motore cambiando solo ciò che è necessario e senza voler fregare a tutti i costi il cliente.
Francamente sono contro le guerre anche se ammetto che il primo pensiero dopo l'attentato sia stato "Quando parte l'operazione cancelliamo l'Afghanistan dalla faccia della terra"?
Ma alla fine a cosa servirebbe.
Chi ha interesse a far si che ci siano le guerre, continuerà a far si che ci siano.
E nel mondo si continuerà a piangere le vittime di questa o quella guerra.


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18/09/2009 22:17

Anche io sto male a stare molto tempo lontano da casa, ma io posso scegliere, i militari no!

Mi dispiace ma quello che intendevo é stato frainteso.

Gli interessi che io intendevo non erano economici ma di ideali

di liberta' pace e democrazia,

non lascio ammazzarsi le persone guardando dall'altra parte.

piuttosto cerco di disarmarli e di mettere pace

Pertanto cancello quanto scritto.

scusate.
[Modificato da Franco_64 19/09/2009 00:18]


Finché rimaniamo generici chiunque può imitarci,mentre il nostro particolare non può imitarlo nessuno: perché gli altri non lo hanno vissuto.
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Re:
Franco_64, 18/09/2009 22.17:


Per fortuna c'é chi nasce eroe, come quelli che stanno per esempio a Mignano Monte lungo o a Cassino, ci siete mai stati?




Sì. E' in italia. Invasa da truppe tedesche al tempo.
Fuori dalla finestra non vedo afghani.

Franco_64, 18/09/2009 22.17:


Con l'11 settembre il mondo ha cominciato a capire cosa bolle in pentola, saremo noi sotto attacco se non ci fossero le forze internazionali sparse qua e la ha tentare di infondere un po di democrazia e di senso di liberta' a quelle popolazioni.



Te la potevi risparmiare.

Franco_64, 18/09/2009 22.17:



Io purtroppo ho mio fratello che rischia la vita lì per garantire la pace e la difesa quà.




Not in my name.
E' una teoria.In odore di interesse.Mi spiace.


[Modificato da mattiapz 18/09/2009 22:48]


1. Il "tuning" e il risultato funzionale ottenuto in concreto, quasi sempre porta a demolire la moto e a venderla a pezzi sul mercatino.
2. Il "tuning" e il risultato visuale ottenuto in concreto, secondo il gusto estetico di molti è "tamarro".
3. Una quantità di moto identiche superiore ad 1 (m>1) e qualche metro cubo di ricambi pro capite potrebbe ad alcuni sembrare una "distorsione".
4. L'affidabilità della Honda Dominator non è soprannaturale: i 100.000 km senza interventi sono una possibilità e non una legittima aspettativa.
5. Il "cappello da ingegnere" non garantisce l'autorevolezza, nè la verità di ogni singolo post.
6. L' utilizzo di testate con crepe tra foro candela e sede valvola da molti è sconsigliato e potrebbe portare a rotture gravi.
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Re: Re: Re:
mattiapz, 18/09/2009 21.40:

Lascia..doveva fare il post "tombale".Si vede dal font.

Siamo al "non si può giudicare"
.




Non voglio credere che tu non riesca a leggere tra le righe e ad Ettolo dico che prendo atto della sua constatazione, lui prendesse atto del fatto che la maggior parte dei ragazzi in missione sono meridionali, anche questa è una semplice constatazione di uno che nel meridione ci vive, con questo non voglio entrare in polemica con nessuno dei due.
In fin dei conti questa libertà di espressione di cui godiamo e proprio quello che ci distingue da quei paesi.
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18/09/2009 23:26

Re:



Premesso che la più grossa vigliaccata é sputare nel piatto dove si mangia(contro il benessere che abbiamo)


Forse non ho capito, ma stai dicendo che, visto che noi viviamo nel benessere e i nostri soldati sono là perché noi continuiamo a vivere nel benessere (e quindi che gli altri continuino a vivere nella miseria, visto che le risorse a disposizione non sono infinite) dobbiamo essere d'accordo? No, mi spiace ma non sono d'accordo.



voglio ricordare che in Afghanistan si produce la maggior parte della droga che circola nel mondo, con quei soldi ci guadagna un esercito di gente che tiene in vita quei poveracci adducendo la colpa del loro stato di miseria a NOIIIII CAPITO????


Cioè, in Afghanistan si coltiva droga, i soliti potenti ci guadagnano e danno la colpa agli occidentali della loro condizione; ma non vedo il nesso, puoi spiegare meglio?



Se lasciato poi qualche altro potere nelle mani(petrolio, armi nucleari) é meglio che prenotiamo il posto al cimitero.


Già, petrolio e armi nucleari è meglio se le gestiamo noi, che sappiamo bene come usarle.



Con l'11 settembre il mondo ha cominciato a capire cosa bolle in pentola, saremo noi sotto attacco se non ci fossero le forze internazionali sparse qua e la ha tentare di infondere un po di democrazia e di senso di liberta' a quelle popolazioni.



Li renderemo democratici, a costo di ammazzarli tutti. E poi, che democrazia? Quella di chi in guerra usa anche le armi atomiche, il napalm, il fosforo bianco? O quella che ha il televisore, l'aria condizionata, due automobili, cellulari e tutto il resto, mentre altri muoiono di fame?



Ma la tv la sentite o no? un genitore musulmano che ha cresciuto la figlia per vent'anni in italia e poi l'ammazza perchè innamorata di un italiano.
Che vi fa pensare?



Mi fa pensare che conosco diversi musulmani che, per quel che so io, sono bravissime persone, e che in Italia fino al 1981 era riconosciuto il delitto d'onore: pensiamo, prima di autoproclamarci portatori di civiltà, che fino all'altro ieri ammazzare la moglie o la figlia per difendere l'onore era un'attenuante anche da noi.



Io purtroppo ho mio fratello che rischia la vita lì per garantire la pace e la difesa quà.



Col massimo rispetto per quello che fa tuo fratello, io riformulerei la frase con "sta rischiando la vita lì per garantire il nostro benessere qua" IMVVVVVHO.



Stavolta concordo con quanto dice Redflyer e spero tanto che le persone che non sanno stiano prima a sentire e dopo aver capito espongono la loro opinione.


Ho sentito; per quello che ho capito ho anche risposto, per quello che non ho capito ti chiedo di spiegare meglio.



A voi che non siete molto daccordo, andate nei suddetti cimiteri, e vi sentirete male a vedere l'età di quei ragazzi che hanno offerto la vita per noi!

Cerchiamo di esserne degni!




Io la guerra (perché è guerra, anche se la chiamano operazione di pace) non l'avrei fatta, perché "l'unica cosa che previene la guerra è la pace". Come reagiresti se domani uno stato inizia a dire "l'italia non è democratica", poi parte l'invasione, otto anni di guerra e ancora continua, già era dura prima e ora ci sono anche questi che ti bombardano la casa... te saresti contento? Io penso che forse sarei stato meglio senza che qualcuno venisse a portarmi democrazia...

Ciao
Andrea
[Modificato da andreBG 18/09/2009 23:41]
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