fabr-62, 14/01/2011 10.05:
che comunità e comunità...
ora ti racconto la vera storia di tale Soichiro Honda che si fece passare per giapponese, ma era napoletano.....
"So' Ciro!" disse il giovane guaglione quando gli chiedevano il nome, e tale appellativo gli sarebbe rimasto appiccitato a vita.
Figlio maggiore di un fabbro, che all'eta' di 8 mesi gli saldo' i piedi per terra per non averlo sempre tra le palle, nacque a Amammazzu, nei pressi di Comiso nel millenovecentoqualcosa, ma presto si trasferi' a Forcella, suo paese d'adozione.
Il suo naturale interesse verso la meccanica si esplicitò già nella piccola officina paterna, in cui aiutava il padre a riciclare biciclette e motorini di dubbia provenienza.
Ad otto anni vide per la prima volta un'automobile un evento che segnò definitivamente la sua vita, soprattutto quando rubo' la prima e si fece 4 anni di galera.
Maggiorenne, cominciò infatti a truccare utilitarie e fu fortunato quando, qualche anno dopo, ne distrusse una durante la fuga dopo una rapina rimanendo comunque illeso. L'anno seguente "aprì" la sua prima impresa, una fabbrica di segmenti per pistoni, ma il metronotte se ne accorse elo fece arrestare per la seconda volta.
Alla vigilia della Seconda amnistia, "So' Ciro" vendette la propria azienda prendendosi un anno per truffa e stringendo nuove amicizie nel carcere di Poggioreale.
Li' conobbe l'eroe del quarto braccio, Ciccio Sboccagatti detto "O' guappo" (ma per un errore di stampa So' Ciro intese come "O' Giappo"), che rappresento' per lui da quel momento in poi il modello da emulare.
Evaso (da notte) scappo in Giappone per iniziare una nuova vita e una nuova cosca.
Poco dopo il suo arrivo' apri' l'Honda Technical Research Institute (Istituto Honda di Ricerca Tecnologica) che, a dispetto del nome altisonante, era formato soltanto da un semplice capannone in legno.
Questa volta, pero', riusci' a scappare prima dell'arrivo della polizia locale.
Considerata l'assoluta necessità di mezzi di trasporto di uso comune nel Giappone post-bellico, So' Ciro trovò quasi per caso una soluzione.
Comprata una partita di 500 motori di contrabbando, una produzione destinata a radiotrasmettitori dell'esercito, radunò attorno a sé uno staff di tecnici fatti venire apposta da Napoli in grado di applicare queste unità motrici alle biciclette.
Quando tutti in coro gli risposero "Tu si' scem!!" capi' che il suo genio era troppo avanti per essere messo in pratica dalle limitate menti di quei tempi.
Negli Anni a seguire il genio creativo del nostro espresse una tale quantità di progetti rivoluzionari tali da portare la Casa di cura in cui era stato ricoverato, in un arco di tempo sorprendentemente ridotto, a divenire l'azienda sanitaria leader al mondo ed in particolare nel campo della cura contro il morbo di Impennheimer.
Mori' pochi anni fa in un incidente, investito da una 90enne che, dopo essersi fumata la canna di una bicicletta, sfrecciava nel parco della Casa di cura a cavallo dell'infermiere Ugo Erre (del peso di ben 190Kg.).
A Forcella, per ricordare il oro eroe, hanno fatto erigere un monunento a steli rovesciati.
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Sandro, Duca 888 Sp4 "BARNSTORMER"
Multistrada 1000 (1100 lievemente taroccata) "MANFRED III"
Honda Dominator '89 "POSTATOMICO"
Presidente del club PPCSP
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"Mi rendo conto di essere crudo e spiacevole,
ma non siamo quì per fare balletti da salotto,
ne per sentire racconti di favole"