00 18/09/2016 18:56
21/8/2016

Elista è una città unica, capitale della Calmucchia, è l'unica enclave buddhista in Europa: passeggiandoci, sembra di essere stati lanciati all'improvviso a diversi km più a est. Templi e monumenti sono ad ogni angolo e i volti delle persone tradiscono inequivocabilmente l'origine asiatica.
Di origine mongola, i Calmucchi arrivarono in questa zona alla ricerca di pascoli migliori diverse centinaia di anni fa, quindi decisero di far ritorno in Asia. Alcuni di loro non riuscirono ad attraversare il Volga e l'Ural e rimasero in questa zona, dove vissero senza troppi problemi fino alla seconda guerra mondiale. Durante la guerra, alcuni si schierarono al fianco dei tedeschi, e la vendetta di Stalin fu la deportazione dell'intero popolo in Siberia. Fu solo nel 1957 che Chruscev permise loro di tornare, e oggi popolano questa particolare e insolita regione.





















22/8/2016

Lasciamo Elista e la Calmucchia e ci dirigiamo verso sud. A una sosta, noto che sulla bevanda comprata da Roberto c'è raffigurato un kiwi, ma ormai pure io ci ho fatto il callo e faccio finta di niente.
Incontriamo una coppia di neo-sposi provenienti da Ekateringburg, che per il loro viaggio di nozze hanno deciso che vogliono vedere il mare: da dove abitano loro sono solo 3000 chilometri, e facendone più o meno 1000 al giorno in massimo 4 giorni arriveranno sulle coste del Mar Nero...
Ad un'altra sosta, Sabrina decide che vuole insegnare alle papere che stare troppo vicine alla strada è pericoloso, ma nonstante anche questa nuova vena animalista, riusciamo in serata a raggiungere Vladikavkaz, in Ossezia del nord.









23/8/2016

La mattina decidiamo di tornare indietro qualche km per visitare la scuola di Beslan e il suo memoriale, di recente e triste memoria.
Qui nel 2004 avvenne un massacro di stampo terroristico che alla fine, dopo 3 giorni, lasciò sul campo più di 300 morti, due terzi dei quali bambini.
Attorno alla palestra, che come il resto della scuola presenta ancora e ben visibili i segni del terrore e della battaglia, è stato costruito un monumento color oro, che se vogliamo rende ancora più impressionante la visita.
Sabrina scappa quasi appena entrata, io scatto qualche foto per non dimenticare: questa testimonianza della follia umana è decisamente toccante.









La strada inizia a salire, e dopo aver attraversato qualche gola, varchiamo il confine senza perder troppo tempo.
La Georgia e le sue montagne sono di fronte a noi..















La sera decidiamo di dormire a Kazbegi, dove, nella piazza principale, i turisti vengono accolti da signore che offrono camere in affitto: Sabrina e Roberto ne vanno a vedere un paio ma non sono convinti, quindi Roberto segue una vecchina col bastone.
Pochi minuti dopo torna col fiatone dicendo che è ok e ha trovato la sistemazione. L'anziana signora il bastone in realtà lo usa per tirarlo negli stinchi alle vacche e sulla ripida salita ha rifilato a Roberto un distacco che manco il miglior Pantani dei bei tempi...
Quando le chiediamo degli asciugamani, si presenta ridacchiando dandoci poco più che dei tovaglioli, ma va bene lo stesso così.
Un bicchiere di vino, una cena che sia una cena, e pure un po' di fresco sono cose a cui non eravamo abituati ormai da un po'...