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10/8/2016

Una cinquantina di km a nord di Turkistan, dalla strada principale, si notano le mura dell'antica città di Sauran, che vale senza dubbio una breve deviazione.
Il sito è aperto e abbandonato a se stesso, i visitatori principali sono mandrie di cavalli













Chilometri e chilometri di steppa e di nulla, di cavalli e cammelli, di sabbia e di caldo, attraversiamo Qyzylorda che bella non è, e tiriamo dritto fino a Baikonur.
In mezzo al nulla dell'immenso Kazakhstan, Baikonur è una località che tutti prima o poi abbiamo sentito nominare, magari dimenticandocelo subito dopo.
E' infatti la sede dell'enorme cosmodromo costruito ai tempi dell'Unione Sovietica: è da qui che partirono lo Sputnik, il primo satellite, la cagnetta Laika, Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, e più di recente, pure Astrosamantha.
Dopo la chiusura del programma statunitense Space Shuttle è rimasto quindi l'unico luogo al mondo da cui partono ancora esseri umani per lo spazio.
Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, la Russia ha preso in affitto dal Kazakhstan tutta l'area del cosmodromo e la città a fianco, che ora sono formalmente territorio russo e accessibili e visitabili solo con appositi e costosissimi visti e permessi.
A noi non resta che osservare da una parte le antenne da lontano e dall'altra i check point di accesso alla città, attorno alla quale si aggirano i soliti cammelli























Dormiamo in un albergo per camionisti sulla strada, con la locandiera in modalità google translate.
Ora, io capisco che il mio russo è basic basic, ma con quattro gesti in genere me la son cavata in tutto il mondo. No, con lei no, lei deve a tutti i costi attaccarsi al traduttore automatico del telefonino e questo fa si che ogni fottuta comunicazione richieda estenuanti minuti in cui lei digita e alla fine ti mostra sul display qualche sconclusionata frase in inglese. E dire che tu volevi solo pagare l'ennesima birra che avevi prelevato dal frigo...