Finalmente vi descrivo la vacanza!
Domenica 9 settembre ore 10,00 si parte! La moto è bella carica e anche noi, non vediamo l’ora di trascorrere la nostra unica settimana di vacanza in piena libertà con la Dominator.
L’itinerario è definito solo per la prima tappa, poi quel che verrà verrà…
Partenza da Castellamonte in direzione Ivrea e poi Biella per raggiungere Lugano.
Paolo per la prima volta affronta le famose curve della Serra Morenica che portano a Biella (famose per i motociclisti della zona) e dopo una partenza tranquilla per testare il nuovo peso della moto più passeggera vede e sente che Domi e passeggera (che poi sono io) rispondono bene, perciò si lascia andare alla sua solita guida e si lancia in qualche allungo e qualche curva in piega, ovviamente senza mai esagerare. Costeggiamo un tratto di Lago Maggiore, il tempo è bello e il panorama tutto da gustare, passiamo il confine e ci troviamo a lambire il lungo lago di Lugano, già terra Svizzera, dove decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa, affascinati dal lungo lago e dalla leggera brezza che fa buona compagnia conveniamo che sia una buona idea, ma mangiare assolutamente al McDonald’s, a meno che si abbiano i portafogli belli gonfi, ASSOLUTAMENTE NEGATIVO mangiare in Svizzera.
Cmq ci accontentiamo del McDonald’s e siamo anche premiati per questa scelta, già già, ci regalano 2 bellissimi (e grossissimi per chi viaggia in moto) bicchieri della Coca Cola in vetro verde…e adesso…stringiamo e riusciamo a infilarli in mezzo ai nostri vestiti.
Si riparte e senza mai prendere l’autostrada e proseguendo la strada dei laghi continuiamo il nostro viaggio attraversando paesini e cittadine, sul lago di Como prima e in Valtellina poi; dobbiamo avvicinarci a Sondrio perché il nostro primo obiettivo è percorrere i tornanti del Passo dello Stelvio. La meta si avvicina, le fermate sono giusto quelle per un caffè ristoratore o per mettere benzina, Sondrio ci appare un po’ troppo città per i nostri gusti, così ci avventuriamo verso la montagna, ci fermiamo in un paese di nome Chiesa in Valmalenco.
Consigliato per l’ottima posizione e sicuramente per il cibo, non per l’aspetto economico…
La mattina dopo siamo pronti per la nostra prima scalata, il bel tempo continua ad assisterci e attorno a noi c’è molto verde e molti altri turisti in moto, quasi tutti tedeschi.
Tappa a Bormio per le prime foto del nostro viaggio e poi si sale verso il passo dello Stelvio.
Che dire, non so se si può raccontare, sono sensazioni ed emozioni che si devono provare.
Ogni tornante è segnalato con numero e altitudine, ogni tornante (in totale salendo ce sono 43) lascia vedere ai miei occhi la natura quasi incontaminata che man mano che si sale è sempre più estesa, io mi godo il panorama e le curve che Paolo ammaestra bene e sento che lui le sta assaporando una ad una, nonostante debba preoccuparsi di guidare la Principessa in un modo totalmente diverso dal solito.
Arrivati al Passo ci sorprende un vento forte e freddo, panino caldo con salsiccia, e poi si riparte.
Verso la discesa, che conta 39 tornanti, il verde non finisce mai, attorno a noi solo monti e cielo, animali al pascolo, torrenti, …manco l’ombra di un distributore…e siamo quasi a secco….
Tant’è che a un certo punto Paolo spegne la Principessa e facciamo un tratto in discesa a motore spento, quasi surreale non sentire il rombo del mezzo che ti sta trasportando…ma alla fine con il nostro grande ottimismo e sicuri che la Domi non ci può abbandonare riusciamo a raggiungere il primo paese con ancora qualche rimasuglio di benzina nel serbatoio.
Approdiamo in quel di Prato allo Stelvio, dove tutti parlano italiano ma con forte accento tedesco, siamo senza dubbio gli unici italiani, ci vuole poco per capirlo, il paese però è veramente carino, suggestivo, e decidiamo di trascorrere lì la notte. Consigliato per la cordialità delle persone, perché ci sono i parcheggi per i motociclisti, camere e ristoranti economici, voto: 8.
Intanto il nostro percorso si disegna sulla cartina, siamo molto vicini alla Svizzera e vediamo che ci sono diversi altri passi che si potrebbero attraversare, così la mattina dopo ci dirigiamo verso la Svizzera e, confortati dal commento del cameriere del bar dove abbiamo alloggiato, decidiamo di puntare verso Saint Moritz. Quando arriviamo al confine ci fermiamo per un caffè (in svizzera il caffè non è consigliato) e tutti dicono che al di là della montagna piove, che il tempo è brutto, tutti si vestono e non sembrano molto desiderosi di continuare il loro cammino.
Noi invece, impavidi temerari e anche un po’ pazzi, decidiamo di proseguire senza aspettare oltre.
Dobbiamo attraversare un altro passo e al massimo c’è sempre tempo per fermarsi.
Effettivamente dopo qualche km la strada è bagnata, ma non piove, si è alzato un vento decisamente freddo, la strada è scivolosa e si viaggia piano, ma il percorso è un nuovo meraviglioso spettacolo, passiamo il passo del Fourn e poi scendiamo verso Saint Moritz, il vento non smette di accompagnarci nella discesa, ma quando davanti a noi si presenta la cittadina non possiamo che ammirarla e fermarci ad immortalare il delizioso laghetto che c’è al centro della cittadina e le montagne che lo incorniciano appena qualche centinaio di metri più su.
Ma la sorpresa non è finita perché nel dirigerci verso la strada che ci riporterà di nuovo in terra Italiana scopriamo con piacere che la strada costeggia un bellissimo lago, la strada sembra un tutt’uno con il lago, man mano che si va avanti si vede il lago cambiare colore e riflettere il sole o apparire in ombra a seconda di come si spostano le nuvole in cielo.
Non si può descrivere se con una parola: fantastico!
Oggi siamo in moto da diverse ore, ma non ci fermeremmo mai…almeno non io che tutto sommato devo solo stare attenta a non perdermi nulla di quello che mi circonda!
Raggiungiamo nel tardo pomeriggio Chiavenna, dove ci fermiamo per la notte. Anche qui consigliati i ristoranti dove servono il menù del giorno a 11/12 Euro, ma se avete bisogno di una crema doposole non andate a comprarla in farmacia a Chiavenna e soprattutto non alle 19.01 perché stanno già chiudendo tutti….
Siamo ormai decisi a non fermarci mai in qualche paese durante il giorno perché la nostra vacanza è con la moto e dobbiamo usare la moto, così studiamo nuovamente le cartina e scegliamo la strada per il giorno dopo. Direzione Valli Ossola, per arrivarci attraversiamo il passo dello Spluga, nuovamente in territorio Svizzero, dove le strade sono decisamente una figata ed è sempre più bello avere addosso il profumo dell’aria, del sole, dell’erba.
Dopo il passo dello Spluga si riscende per un tratto, e ci dirigiamo verso il San Bernardino e anche la strada per raggiungere questa nuova cima è immersa nel verde, le curve e i tornanti non sono al livello dello Stelvio, ma fino ad ora non siamo rimasti delusi. Al San Bernardino ci attende un altro bellissimo panorama, un laghetto con tanto di isolotto al centro, montagne, bassa vegetazione fanno da cornice a un altro passo che merita di essere “scalato” in moto, ma dalla parte che dalla Svizzera porta in Italia.
Ebbene si, la discesa dalla parte opposta è stata invece un po’ noiosa perché il panorama è decisamente molto meno vivo, la strada ricca di curve, ma con un dislivello minimo, così che ci troviamo a fare molti km per poter ritornare alle altitudini in cui c’è vita umana.
Siamo nelle valli Ossola della Lombardia, attraversiamo diversi paesini, ma alla fine ci fermiamo in un paese di nome Malesco dove troviamo un confortevole Bed & Breakfast e 4 locali su 5 chiusi, perché è il giorno di chiusura…..ma alla fine riusciamo a mangiare una bella pizza. Alle 8 del mattino successivo siamo praticamente costretti a scendere dal letto, sono tutti molto ospitali, ma alle 8,30 vogliono le camere libere…
Sicuramente però un posticino da consigliare a chi ama la tranquillità e il silenzio.
Mentre noi ci prepariamo ad affrontare nuovi passi in sella alla Domi, insieme a noi si preparano 2 coppie di tedeschi, una che si prepara alla “scalata” del San Bernardino in bicicletta e l’altra che invece parte all’avvicinamento del Sempione a piedi…e noi in quei momenti amiamo come non mai la nostra Principessa!
Il Passo del Sempione è la nostra nuova meta e come sempre le strade che attraversano il territorio svizzero sono molto belle, conservate bene e percorribili con molta tranquillità con la Domi, sempre carica e sempre molto reattiva. Continuiamo il nostro cammino e facciamo tappa a Martigny, dove mangiamo delle tagliatelle incredibilmente mangiabili, ma sconsigliamo a tutti di fermarsi a mangiare in Svizzera a meno che abbiate con voi dei Franchi Svizzeri così non vi viene un infarto quando dovete pagare..
La stanchezza inizia a farsi sentire, ma la voglia di vivere la moto è più forte di qualsiasi cosa. Così decidiamo di lanciarci verso il Gran San Bernardo, tanto spettacolare all’andata quanto tortuoso e difficoltoso a scendere verso la Valle d’Aosta…causa lavori in corso infatti ci sono molte interruzioni e tratti dissestati e stretti. Superiamo anche questi piccoli ostacoli e torniamo in territorio italiano.
La strada ancora non è finita perché la scelta per trascorrere la notte cade su Gressoney Saint Jean, raggiungibile solo scendendo da Aosta per poi risalire da un altro versante.
Così la Domi si prepara ad altri km, ci dobbiamo fermare per forza per fare rifornimento sia di benzina che di forze perché ci becchiamo una 30na di km controvento, forte e freddo, che fa presa sui nostri corpi un po’ provati.
Ma il viaggio non è ancora finito, si riparte e si percorrono nuove strade in mezzo al verde e alle montagne, Gressoney non è più affollata come lo è solitamente ad Agosto e ci aspetta per la notte.
Siamo stanchi, Domi ha fatto un lavoro straordinario, Paolo è stato un pilota fantastico e io mi sono sentita una passeggera tranquilla e felice.
Quando Paolo mi ha proposto di fare le vacanze in moto con lui ho accettato senza esitazioni anche se molti continuavano a sostenere che con “quella” moto non si possono fare lunghi viaggi.
Bhè…non so quanto possa essere considerato lungo un tragitto di 1250 Km circa in 6 giorni, ma vi posso assicurare che io lo rifarei domani, ovviamente con la Principessa Dominator e il suo fedele compagno Paolo, che mi hanno regalato i più bei giorni della mia vita in moto.
Ci sono voluti 17 anni per tornare alle 2 ruote, ma adesso non mi fermate più…per ora solo come fedele passeggera…
Grazie Paolo, grazie Principessa Domi!
Michy