IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI di Ugo Foscolo
piccolo aiuto sull'ANALISI della poesia in oggetto
PARAFRASI
Un giorno, se io non andrò più vagando di paese in paese, mi vedrai, o fratello mio, seduto sulla tua tomba a piangere il fiore della tua giovinezza, strappato prematuramente dalla morte. Solo nostra madre ora, trascinando stancamente la sua vecchiaia, parla di me con i tuoi resti che rimangono muti: ma io tendo inutilmente le mie mani verso i miei cari(Preclusa la possibilità di rientrare a Venezia, ceduta proditoriamente da Napoleone all'Austria) e anche se posso solo salutare da lontano (a causa dell'esilio) la mia patria, sento il destino avverso che mi separa inesorabilmente da essa, e avverto le intime preoccupazioni che sconvolsero la tua vita portandoti al suicidio, perciò vorrei trovare la pace con te nella morte. Solo questo mi resta, ora, di tante speranze passate! Persone straniere (in esilio), restituite le mie spoglie alle braccia di mia madre infelice.
METRICA
Il sonetto, a rime alternate ABAB , evidenzia l'allitterazione consonantica con il dominio delle consonanti t, r e d e l'allitterazione assonantica con il dominio delle vocali o ed e.
Si riscontrano poi: Una metonimia(su la tua pietra), una metafora(che al viver tuo furon tempesta), iperbati(il fior dei tuoi gentili anni caduto), enjambement(1-2 verso ;9-10 verso; 13-14 verso), un'apostrofe( si rivolge al fratello morto),una sineddoche ("i miei tetti saluto").
Ci sono periodi sintattici in prevalenza paratattici con poche subordinate.Inoltre è da notare, nelle prime due quartine, l'uso alternato di un gerundio e un participio alla fine di ogni verso: i gerundi stanno ad indicare una vita sofferta (fuggendo, gemendo), mentre i participi indicano la morte (caduto, seduto).
TEMI
la morte del fratello(Il sonetto “In morte del fratello Giovanni” è dedicato appunto al fratello Giovanni che si era ucciso nel 1801 a Venezia per motivi legati a debiti di gioco);
il culto della patria;
il culto della tomba(La tomba del fratello Giovanni diventa il centro degli affetti di una famiglia, quella del poeta, che idealmente si raccoglie su di essa; nei Sepolcri a questa funzione della tomba si aggiunge un valore politico: la tomba degli uomini forti e grandi può ispirare coraggiose imprese ai connazionali);
la madre (C'è una persona esterna al testo, Foscolola utilizza come intermediario tra lui ed il fratello in quanto. Non potendo Foscolo tornare di persona a visitare la tomba del fratello, rappresenta colei che può andare a piangere sulla tomba del defunto e portare ad esso le parole del fratello lontano).
FIGURE RETORICHE
Le figure retoriche sono degli artifici che vengono usati, ieri come oggi, in prosa e in poesia, per perseguire un detrminato scopo (movere, delectare, persuadere, dicevano i latini). Quelle usate da Foscolo hanno lo scopo di movere e commovere il lettore, indurlo alla riflessione e alla commozione .
Quelle individuate da te sono giuste. Altre sinneddoche è"palme" che sta per 'braccia' e anche "suo dì tardo" che sta per 'vecchiaia'; altra metafora invece è "fior degli anni" (metafora talmente assorbita nel linguaggio comune da non essere più facilmente riconoscibile, trasparente) ,come anche "tempesta". Per "cenere muto" e "deluse...palme" si deve invece parlare di personificazione.
Questo per quanto riguarda le figure di senso.
Per quanto riguarda quelle di posizione "deluse a voi le palme tendo" è un'inversione, come anche "e sol da lunge i miei tetti saluto " ( con stesso costrutto "soggetto-verbo a fine verso"). "Prego anch'io nel tuo porto quiete" è ivece un iperbato. Enjambent sono: "gemendo/il fior..." (con uso transitivi del verbo), "le secrete/cure" e "rendete allora al petto...".