Balkans Express

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Denigrator
00martedì 22 marzo 2011 13:36
(agosto 2010)

...Eppure ogni tanto mi riguardavo le foto
Troppo belle.
Tanti ricordi, tanti bei posti, tante risate e minchiate...

Ha senso scrivere un reportage dopo sei mesi?
Boh, probabilmente no. Ma chissenefrega, lo faccio più che altro per me.

E per quei tre squinternati con cui ho condiviso 9 fantastici giorni.




Sono un pirla.
Non c’è molto da girarci attorno, solo un pirla poteva pensare di imbarcare 4 cristiani e 4 moto su un traghetto senza prenotazione il sabato prima di ferragosto!
Eh si ma gli altri anni lo hai sempre fatto! Dice il mio avvocato difensore. Si ma ero anche da solo o in due al massimo. Giusto. E non era ferragosto! Molto giusto.

Usciamo dalla stazione marittima di Ancona tirando giu tutti i santi del calendario, non ho nessuna voglia di amichevoli conversazioni con la compagnia dei Duri Bicilindrici diretti in Albania (anzi, mi dico, vuoi vedere che sono stati proprio loro a fotterci i posti in nave?!?)
Sfogate le bestemmie del primo momento rimane la domanda cruciale: che facciamo ora?
Aspettare uno o due giorni per la nave successiva? MAI.
Girare completamente l’itinerario del viaggio e fare sud-nord anziche nord-sud? Mmh non è la stessa cosa.
Quindi?
Semplice, prendiamo la prima nave che porti in un qualsiasi posto sull’altra sponda dell’adriatico e che iddio ce la mandi buona!!
Ok ce n’è una per Spalato, che vuol dire quasi 400km di strada in piu da farci l’indomani. Cosa ne dite?
Nessun problema, andiamo.
Veri animali da viaggio pronti a tutto. Così mi piace.

Massimo comfort a bordo della bagnarola



Verso Hvar



Sbarchiamo a fine mattinata e prepariamo il piano d’attacco, con l’aiuto di un kebab lurido e X birre croate cadauno.
Stasera dobbiamo riuscire a passare il confine tra Montenegro e Kosovo, dai che ce la facciamo, abbiamo solo da attraversare una manciata di frontiere!

Fiky guarda con amore il casello della lussuosissima autostrada croata dove ha appena donato una trentina di euro al simpatico casellante… No ticket? no party!



Di qua o di la?



Evviva il Montenegro, la benzina costa pochissimo!
Ah era diesel?
E vabbè cosa vuoi che sia…




Il lago di Niksic. Un anno e passato ma l’emozione è sempre la stessa.
Vero Manuel?




Momento di stallo a Podgorica: ormai è buio, facciamo due conti e capiamo che non conviene attraversare la frontiera di notte. Proseguiamo fino a qui che sulla carta c’è segnato un campeggio.
Torcia a led scoccettata sul casco e via!

Già il campeggio. Dove minchia lo mettono un campeggio in questa valle stretta che ci sta appena la strada e un torrente?

Si fotta il campeggio! Guarda li che osteria meravigliosa!
L’oste è gia bello avanti, quando vede che siamo motociclisti va al settimo cielo e vuole riempirci di birre. Prima però esce di corsa e va a chiamare un suo quasi-cugino con una golf marcia, il padrone del campeggio poco distante! (nascosto giu per uno sterrato) Dai montate in macchina con lui che vi ci porta. Meglio di così…
E allora cin cin tosi




La capanna dello zio Tom



Dormito bene?



Si vede!



Colazione con 1kg di pane a testa e formaggione di capra, i soci scoprono il caffè alla turca e se ne innamorano perdutamente!
E poi giu di curve e tornanti attraverso la Biogradska Gora.


Un benzinaro ci da la cattiva notizia del giorno: la frontiera di Velika è chiusa, stanno facendo operazioni militari e non si passa. Ci tocca deviare per Rozaje.
Sempre se riusciamo ad arrivarci! Uscendo da Berane ci incasiniamo in strade e stradine che portano su per le colline, tra fattorie di pietra e prati verdi. Per di qua non si arriva a Rozaje ragazzi! ci dicono dei personaggi seduti all’ombra di un albero in una contrada d’altri tempi. Il piu vecchio di tutti cerca di spiegarmi la strada in crucco e decide di fissare meglio le sue parole nelle nostre teste italiche offrendoci una bella bicchierata di rakia bruciabudella. Altro che redbull!!

Poche decine di chilometri e qualche migliaio di curve ci separano dal Kosovo.


Cartelli bilingue albanese e inglese, quasi nessuna traccia di lingua serba.
Per mettere subito le cose in chiaro.



La strada che scende a Peja è un toboga di asfalto fresco fresco, dono della nazione germanica.
Entriamo in città con un caldo infernale e ci buttiamo nel traffico in stile napoli. Non si capisce se le vie sono massacrate dai lavori di rifacimento o se sono distrutte e basta.
Adoro questo casino.

Rapito dai sapori kossovari…




Check point italiano sulla strada per il monastero di Visoki Decani, mosca bianca ortodossa in zona ancora calda.



Non so perché ma prima di passare ci fermiamo di istinto a un centinaio di metri. Quello sbarramento in mezzo alla strada è una cosa che il nostro cervello “europeo” non è ancora abituato a mettere a fuoco.
Ma fare l’abitudine ai militari sarà questione di poco tempo, molto poco.
Anzi forse troppo poco!

Per evitare il secondo check point accanto all’ingresso principale del monastero imbocchiamo a cannone la sterrata che fa il giro del muro di cinta. Ci sarà pure un ingresso sul retro, no? (che colpo di genio!)
Passiamo un guado corto e fondo spaventando un prete ortodosso con bastone e rottweiler che si incazza come una biscia! Via via per carità! Ancora un guado e la sterrata sale verso il retro del monastero dove c’è per davvero un’apertura nella mura (vedi mo?!) Apertura da cui sbuca un soldato col fucile in mano, facendoci cenno di ferrmarci subito. Ragazzi dove minchia pensate di andare?!? ci chiede con accento meridionale. Ehm sai noi volevamo solo entrare nel monastero da dietro … Si si, aspettate qui un secondo che sta gia arrivando la pattuglia a prendervi. Merrrrda.
Il VM si ferma al di la del guado, scende un militare incazzato nero a cui racconto la stessa storiella. “Non penso proprio” dice lui. Girate i tacchi che adesso vi scortiamo fuori dalla palle.
E così ripassiamo il guado (leggo negli occhi del prete la voglia di mollarci dietro il rottweiler) e facciamo la sterrata a ritroso con il VM che ci segue a mo’ di scopa.
1 km di fuoristrada si e no e gia abbiamo rischiato la fucilazione: COMINCIAMO BENE!!!

Visoki Decani



Una visita al monastero, due chiacchere coi militari italiani annoiatissimi nel gabbiotto blindato e poi cominciamo a risalire la valle

Ammazza che caldo, qui bisogna inventarsi qualcosa di rinfrescante



Giusto Cielo?



Il tenerè non sembra gradire



Sulla mappa (tanto costosa quanto [termine censurato]) la sterrata è segnata chiaramente, sempre dritti sulla traccia principale fino al lago. Passiamo una centrale idroelettrica che deve essere per forza alimentata dal nostro lago. Sicuramente siamo sulla buona strada.

Fidarsi è bene…



La buona strada diventa sempre piu bastarda e piena di guadi fango e solchi con acqua che scorre giu libera. In poche parole… una meraviglia!




Godiamo brutalmente e continuiamo a risalire, anche se è chiaro che non siamo sulla strada battuta per il lago.
Poi improvvisamente la valle si apre





La sterrata prosegue ma ormai è solo una traccia per boscaioli, gli ultimi tornanti sono quasi verticali! ma il tenerè coi bagagli continua impavido a salire a suon di sfrizionate.
A breve farà buio e stiamo sconfinando in Montenegro: dietrofront e che si fotta pure il lago!

Strani incontri nella valle incantata




Vicino alla centrale elettrica c’è una specie di trattoria molto invitante: si fa presto a fare notte a suon di birre trota alla griglia.
Oste, hai mica un letto per noi? No ragazzi, vi tocca tornare giu a Peje.
Bagnati fradici sai che goduria…

E qui scatta il colpo di fortuna: il cameriere ci dice che un tipo dell’altra tavolata ci ha trovato da dormire.
A casa sua? No, nella centrale elettrica!



Il nostro benefattore è il sorvegliante notturno della centrale, come se niente fosse ci mostra la sala macchine

Mister Turbo & la Turbina



e poi ci apre uno degli alloggi per gli operai: meglio di così non poteva andare



sorpresa!




L’amico Idroelettrico ci offre pure il caffè mentre il sole frizzante del mattino asciuga la nostra roba fradicia e lercia. Una sistemata ai bagagli e siamo pronti a partire. Chi piu, chi meno…




Dilemma a colazione: meglio montenegrina o kosovara?



Kosovara, senza dubbio.




L’idea del giorno: si prende la mappa, si segna la propria posizione, si mira Pristina e si cerca di raggiungerla facendo una linea piu retta possibile. Attraversando tutto quello che ci sta in mezzo.
Ok proviamoci!



Bene così o facciamo gres porcellanato?




Questa piccola nazione offre dei paesaggi meravigliosi… Sole, colline, villaggi dai minareti appuntiti





E tombe, tante tombe sparse ovunque.






Dovete passare quella montagna ci dicono i contadini, c’è una bel sentiero che parte giusto dietro alle case.





E poi?
E poi freerideeeeeee!!!!!!!!!!!!!!





Libertà allo stato puro, girare senza traccia ne strade battute alla ricerca della giusta direzione



La faccenda ogni tanto si complica…



Cielo mi affianca. Teneré post-atomico, bagaglio esploso, giubbotto invernale in pura plastica, faccia fucsia e occhio spiritato: “Sensa bagagli sarìa sta DURISSIMA!!!” mi grida.



E minchia se ha ragione!




Ne veniamo fuori, crepati ma animalescamente soddisfatti.

Una bella bettola ristoratrice, Cielo butta giu d’un fiato due birre da mezzo, è ancora in pieno delirio motociclistico! E poi si accascia spezzato in due. Fare trial col teneré non è cosa da tutti…




La statale che porta a Pristina è sterrata per lunghi tratti. Benediciamo i nostri catenacci da enduro e prima del tramonto giungiamo alla meta.

Non so perché, ma sono emozionato.






Fermi a scattare due foto, da un patrol con le scritte EULEX scende un’italiana alquanto bizzarra che ci attacca subito bottone “Ah che bello con le moto! Ma fate fuoristrada? Spero siate stati attenti a non uscire dalle strade battute perché ci sono delle zone ancora minate”
BUONO A SAPERSI!!!

E poi “Dai ragazzi che vi aiuto io a trovare da dormire, il contatto che avete fa schifo, vi trovo io un bel posto in centro” Salta dietro a Fiky e via.
Effettivamente la personaggia dal capello grigio-rasato (!) riesce a farmi combinare per un prezzo ridicolo un hotel-quattro-stelle-centro-città-molto-fico dove addirittura mi garantiscono che l’acqua e l’elettricità funzionano 24 ore su 24 (cosa non da poco a Pristina)

Ok facciamo come se fossimo a casa nostra



Stasera serve decisamente un buon letto per ricoverare la salma…




Ci tuffiamo nello struscio del Boulevardi Nene Tereza: la città vibra.
è strapieno di gente, pieno di giovani e pieno di ragazze bellissime! Locali fighi, ristoranti di tutti i tipi, negozi, pub… sembra quasi che tutti abbiano una voglia matta di divertirsi per dimenticare lo schifo vissuti fino a un paio di anni prima.

Turisti a Pristina











la cancellata era lunga, molto lunga…


Tosi datemi una spinta che mi si è ingolfato il tenerè!
Niente eh?
Aspetta che spingiamo un po’ di più.
Vabbè dai proviamo a trainarla allora!
L’immagine del tenerè che se ne va trainato dal piccolo drz sarebbe anche abbastanza comica. Ma a me e Fiky li per li non viene molto da ridere…

Ok, operiamo



Non è il regolatore di tensione (il mitico e temutissimo regolatoredetensiòdotenerè) ma sicuramente si tratta di una rogna elettrica: ci serve un meccanico o un elettrauto.

Faccio un giro verso il centro in cerca di un’officina e trovo una botteghetta lurida dove stanno sezionando alcuni scooter. Cerco di spiegare il problema ma il tipo risponde secco che non aggiustano moto. Mentre sto per chiedergli dove trovare un officina per auto, vedo passare nel traffico un land rover dei carabinieri italiani: siamo salvi! Sicuramente loro avranno un’officina o sapranno dirmi dove trovarla.

Mi tuffo tra le macchine incolonnate zigzagando a manetta finchè riesco ad affiancare la jeep e faccio segno di accostare. I militari accostano subito tagliandomi la strada, cerco di saltare sul marciapiedi e invece cado come un pirla giusto accanto al land rover.
Ciao ragazzi sono italiano! Dico rialzandomi sorridente. Se ti affianchi un’altra volta in questo modo giuro che ti sparo! risponde un carabiniere con accento napoletanissimo.

Dopo i convenevoli spiego loro il mio problema, ma non sembrano molto in vena di solidarietà. Chiedono alla interprete che viaggia con loro se le viene in mente qualche officina li in zona, ma ovviamente la ragazza non è molto pratica di queste cose… Mentre l’altro carabiniere guarda con stupore la mia moto (Ma ti fidi ad andare in giro con questo catenaccio?!?) si avvicina un motociclista locale che avevo gia visto poco prima per strada.
Saluta e chiede all’interprete se ci sono problemi. Sei italiano? mi chiede. Gli spiego la situazione e lui mi fa “stai tranquillo, fammi fare una telefonata”
Ai carabinieri non sembra vero di sbolognarmi al buon motociclista e lesti lesti se ne vanno. Al servizio del cittadino!

Io sono Fatmir mi dice il tizio, ho lavorato vent’anni all’Aquila e ora sono tornato qui per aprire una mia impresa. Il mio amico meccanico dice che può aggiustare la vostra moto senza problemi, basta che gliela portiamo su a casa.
Raggiungo gli altri contento come una pasqua.
Che moto è sta roba, un tenerè? SUPER tenerè! precisa Cielo con orgoglio.
E poi via tutti in processione attraverso mezza città col tenerè a traino, fino a casa del fantomatico amico di Fatmir.

Il ragazzo ci accoglie nel suo garage come se trovarsi in casa quattro zozzoni stranieri fosse la cosa piu normale del mondo. E questo sarebbe un tenerè? chiede un po’ interdetto. No, SUPER tenerè puntualizza fiero Cielo.
L’amico si mette subito al lavoro, parla un ottimo inglese e sa dove mettere le mani. Anche questa volta la buona stella del viaggiatore non ci ha abbandonato.

Tempo di bere una birra, il ragazzo scopre che il problema sono le candele, zuppe di benzina e ormai inservibili.



Cambio candele, qualche bestemmia col bottoncino di avviamento e il rombo rauco del tenerè si fa finalmente risentire, gradito come non mai

Amici e familiari vengono a salutarci e ci augurano buon viaggio.



A fatica Cielo riesce a mettere venti euro in mano al nostro salvatore. Non voglio niente diceva lui…

E poi Fatmir insiste pure per offrirci da bere, lui che ci ha salvato il c.ulo!

Alla tua, Fatmir!




Di nuovo in strada, rotta verso Prizren.
Una città dove si respira ancora un’atmosfera profondamente ottomana, dove si mangia della carne spettacolare e dove girano delle gnocche da paura!!!






Ancora una volta, dilemma a colazione…



Un po’ di bricolage mattutino sul tenerè




E poi via verso il confine macedone attraversando i monti di Brezovica








Frontiera di Globocica tra Kosovo e Macedonia: il doganiere ci squadra, tocca un po’ le nostre borse incrostate di fango e poi chiede “Anything to declare?” No! diciamo noi ingranando la prima.
E il poliziotto resta li impassibile a guardare il tenere senza targa che si allontana all’orizzonte…

La moschea dipinta di Tetovo.



Verso il lago Mavrovo








Trova il particolare mancante




Vita di paese a Mavrovo






Cartoline macedoni
















Bene signori, ci restano un paio d’ore di luce per oltrepassare quelle montagne, raggiungere Izvor e da li spostarci verso est.
La traccia sembra chiara, la carta un po’ meno. Ma andiamo.





Risaliamo la valle, lo sterratone prosegue per chilometri alternando tratti scorrevoli a pezzi guidati gustosissimi.
E poi… acqua! La strada finisce nell’acqua. Non si tratta di guadare un torrente, la strada è IL torrente! Libidine massima



Da qui inizia una serie di guadi di tutti i generi, la traccia entra ed esce continuamente dal torrente.






La mappa oramai non ci è piu di aiuto, queste sono solo piste dei boscaioli che finiscono cieche in qualche punto sperduto tra le montagne.
Gia, i boscaioli.



Mesi e mesi soli in questa baracca tra le foreste, a decine di chilometri di sterrato dal primo paese.
Questo incontro surreale mi lascia dentro una certa inquietudine…

Dobbiamo trovare assolutamente la buona strada per Izvor, il sole sta per calare e l’aria fresca delle montagne si fa sentire sui vestiti infradiciati dai guadi.
La carta è sbagliata e il gps conferma. Questo labirinto di sterrati non corrisponde per niente alla traccia semplice e larga indicata sulla mappa.
Nick buca ancora mentre il sole scompare veloce all’orizzonte: una spruzzata volante di fast e via di qui alla svelta, che ormai è buio pesto.
La gomma cede appena ritroviamo l’asfalto. Niente di meglio che un po’ di sano fai-da-te al chiaro di luna!



Schiviamo un temporale e arriviamo a Debar alle undici di sera.
Le strade sono affollatissime, tutti i migranti sono rientrati a casa per il ferragosto. Le targhe sono praticamente tutte italiane, anzi sono quasi tutte venete! La gente ci saluta in dialetto, Mi so da Abano, mi vegno da Basàn, Mi son da Pedavena!!!
E così scopriamo di essere capitati in una città macedone a maggioranza albanese, tutti qui sono albanesi pur avendo il passaporto di Skopje.

Ragazzi cercate un posto per dormire? Si, c’è qualcosa per noi qui in città?
Certo, dal benzinaio. E ha pure il garage per farvi mettere le moto!




Allora Cielo, ti sei divertito oggi?




Hotel Benzinaro Five Stars:
camere de luxe



Ambiente invidiabile



personale cortese e disponibile




Un anno dopo, ancora una volta alla frontiera di Bllate, ancora una volta in Albania.
Magica Albania.












Ou dove avete nascosto la mia ruota???



Dai Cielo lasciacela un attimo che stiamo divertendo un sacco!




Magica, splendida Albania












Un uomo e il suo cavallo



Un uomo e il suo bagaglio




Giochi d’acqua verso Librazhd






Saluti da Elbasan




Ci lasciamo trascinare dal traffico di Tirana fino al cuore della città



Fermi nella piazza principale veniamo accerchiati da un mucchio di ragazzetti e personaggi che ci offrono camere d’hotel e altri servigi…
Un tipo sembra abbastanza affidabile e soprattutto spara il prezzo piu basso di tutti: ok uomo portaci al tuo “hotel privat”

Il quartiere dove ci conduce il tizio è un ammasso di palazzoni decrepiti. Ahi ahi…



E invece no, botta di c.ulo! L’uomo apre il cancello di un cortiletto alberato dove si trova l’unica casetta tradizionale ad un piano, fresca pulita e tranquilla. Meglio di così non poteva andare!

Due passi in centro a Tirana, la città offre piacevoli intrattenimenti gratuiti tipo gare clandestine di superbike o baruffe con pistole a vista.

Il mattino seguente arriva il momento di salutare il nostro ospite (detto Giacomo Agostini), la sua accogliente casetta e le sue giovani e sfuggenti figliole...




In spiaggia a Durazzo



Beach Boys






La barca ovviamente è in ritardo. Aspettiamo…
Mi guardo, guardo gli altri tre animali: sporchi e sudati seduti su un bancale a bere birra calda raccontandoci minchiate.
Un po’ di fame?



No mi dico, non può esistere altro modo di viaggiare.




Finalmente la bagnarola arriva e ci imbarchiamo.
Il vintage a bordo è di gran moda



Hi-tech equipement




Il sole tramonta sull’adriatico, la nostra carretta procede borbottando verso il porto di Trieste.



E domani si ricomincia con la vita di tutti i giorni col lavoro con le solite facce e i soliti posti.
Ma ci saranno nuovi ricordi a tenerci compagnia in questa fine d’estate.
Nuovi ricordi e nuove idee per nuovi viaggi.

Nuovi sogni.


Alla prossima.
.gilbo.
00martedì 22 marzo 2011 14:06
[SM=g27811] Meglio tardi che mai! [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535]
Super_Dino
00martedì 22 marzo 2011 14:08
Bellissima.

Me la sono letta con gusto. [SM=g27811]
Dommy 74
00martedì 22 marzo 2011 14:44
Certo che ha senso si scrivere il reportage [SM=g27811] cosi ci vai vivere anche a noi un po' di quelle belle emozioni [SM=g27811] [SM=x653535] [SM=x653535]

Complimenti ragazzi avete fatto veramente un bel viaggio [SM=g27811]

Che figata [SM=g27828]
gerico60
00martedì 22 marzo 2011 14:55
balkan express
[SM=x653552]
Bellissimo racconto, però, fossi stato io al tuo posto, giunto al dilemma "Montenegrina o Kosowara", non avrei avuto incertezze e, caricata la Kosowara (quella vera)e salutati gli amici, avrei invertito la rotta e dritti dritti a casa!!!!!!!!!!!!!!!! [SM=x653531]
Al problema moglie immatricolata [SM=x653558] avrei pensato strada facendo [SM=x653549]
Ciao a tutti
[SM=x653552]
644cc
00martedì 22 marzo 2011 15:31
complimenti!!! [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535]
Ahh
00martedì 22 marzo 2011 17:35
Letto e guardato il reportage fotografico molto volentieri!

Bella avventura complimenti! [SM=x653535] [SM=x653535]

La parte delle mine è quella che mi ha lasciato più spaventato.... [SM=x653556] [SM=x653556] [SM=x653556] Non ci avrei pensato nemmeno io!
Madmax_63
00martedì 22 marzo 2011 17:53
letto tutto di gusto, bravi, bellissimo giro e fatto con lo spirito giusto, che sterri spettacolari! [SM=g27836] [SM=x653556]
siete proprio fulminati! [SM=g27811] [SM=g27811]
mr wood
00martedì 22 marzo 2011 18:07
Grrrrrandi viaggiatori [SM=g27811]
dsmdommy
00martedì 22 marzo 2011 18:30
bell'avventura e bel racconto, grazie di aver condiviso!!
[SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535]
Pettinella
00mercoledì 23 marzo 2011 00:12
Voi siete fuori di testa. A me fare un viaggio così piacerebbe da pazzi con gli amici giusti.

A metà del racconto iniziavo a pensare che non ce l' aveste fatta a tornare vivi!!!!!!!!


10 e lode
gas71
00mercoledì 23 marzo 2011 09:24
Ogni volta che leggo racconti di viaggio di questo tipo....mi metto a sognare:
MAGNIFICI AMICI, MAGNIFICA AVVENTURA, MAGNIFICHE MOTO [SM=x653535] ...COMPLIMENTI [SM=x653544]
-- Paolo --
00mercoledì 23 marzo 2011 12:15
[SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535]
grande invidia e ammirazione
TOLDESSA
00mercoledì 23 marzo 2011 15:35
Re:
-- Paolo --, 23/03/2011 12.15:

[SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535]
grande invidia e ammirazione



Quotone!
vignovigno
00giovedì 7 aprile 2011 13:10
Gran belle foto sapientemente commentate! Complimenti
[SM=x653535]
Christian
Flavio_4
00giovedì 7 aprile 2011 16:27
[SM=x653535] [SM=x653535] bellissimo...complimenti [SM=x653535]
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