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un fine settimana del gennaio di 2 anni fa.. "L'ELEFANTREIFFEN"

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2005 20:30
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Cinquantino
20/12/2005 18:47

Il motivo:
E' un momento del cazzo!
Una storia terminata, l'età' che avanza, dubbi sul che cosa fare.
Mi trascino! Mi accorgo di essermi abbandonato, di non amarmi +, di non saper dire "io sono…".
Insomma un uomo con le mani in tasca, da troppo tempo.
Con un mio collega parliamo di moto, una chiacchiera tira l'altra e gli chiedo "quest'anno vai all'elefante?" Risponde: "quest'anno non posso mancare, x me sarebbe la 4° volta!!".
Il mio pensiero ha difficoltà a capire se voglio, vorrei, devo, dovrei andarci anch'io. E perché poi? Non so, boh! Faccio una fatica enorme a tirar fuori le mani di tasca, come alzar un macigno.
Lo ritrovo e come una frustata mi chiede con il suo accento piacentino
"allora andiamo? Anche Marco vuole venire!".
Cazzo! E come cadere in acqua con i vestiti: anche se sai nuotare non capisci cosa fare, mille e un pensiero si affollano disordinati, rumorosi, caotici, dubbi come palline impazzite di un flipper!
Rispondo come un deficiente che ci devo pensare.
Risfoglio gli ultimi capitoli della mia vita e vedo che di sottolineato c'e' ben poco!
Decido di SI!

Il risveglio:
Piano piano le mani diventano leggere cominciano a muoversi, e' una bella sensazione, gli ingranaggi cominciano a muoversi, ne approfitto per oliarli. Mi accorgo di cominciare a scrivere un nuovo capitolo della mia vita e di scriverlo io.
Leggo degli articoli circa l'inutilità' di andar all'elefante perché fa freddo, perché e' lontano ecc. ecc.
Credo che aggiustare un rubinetto, dipingere casa, trovare un bug in un programma, cucinare un piatto nuovo, siano tutti dei piccoli elefantentreffen. L'importante e' capire perché lo vuoi fare. Non ho la risposta ma penso che se è per farti bello davanti al bar lascia perdere! Se è perché sei convinto che vuoi scoprire nuove reazioni del tuo comportamento davanti ad eventi nuovi e farne tesoro, allora sei sulla strada giusta.
La maledizione:
A tre giorni dalla partenza mi prende un torcicollo da paura!
Devo fare l'equilibrista con la mia testa per trovare la posizione meno dolorosa, come la foca con il pallone. Punture di voltaren muscoril alleviano il dolore, ma d'indossare il casco, niet!
Cresce il panico, la delusione, la rabbia, tre mesi per prepararmi, per dilazionare le spese, giacca pantaloni tagliando gomme e mandare tutto a puttane per un spiffero del cazzo preso in ufficio!
Massaggio la sera prima della partenza. Indosso il casco con dolore (non tanto) e vado a fare il pieno, faccio qualche chilometro per tastare il collo. Domani mi sveglio presto, se mi fa male rimetto la testa sul cuscino.
Alle 4.30 di venerdì la colazione a S.Donato. 80-90 moto pronti per risalire le alpi e andare a farci stringere un braccialetto bianco come in ospedale.

Il raduno:
Una bellissima giornata ci aiuta a macinare 780 Km fino all'albergo.
Di vedere il panorama non se ne parla, l'unica posizione permessa alla mia testa e' diritta, non potevo nemmeno guardare la fine della curva successiva, ma bomba o non bomba IO arriverò a Thurmansbang Solle. La sera si cena in ristorante con tanta carne, kartoffen, salsicce bianche, crauti, strudel ovviamente litri di birra, grappa e caffè, un coktail micidiale se aggiungo poi medicinali così potenti…
Sabato. Partiamo tutti per Solle. Comincia a nevicare. Decido di parcheggiare la moto in alto. Mi faccio circa 1 Km e mezzo a piedi in discesa guardando le moto parcheggiate, mi consolo: non sono l'unico sprovveduto di questo mondo e credo ancora che tra questi motard ci sarà qualcuno che e' venuto per il mio stesso motivo: conoscersi un po' meglio.
Nevica, nevica, nevica e tira il vento, il torcicollo comincia a farmi male e mi innervosisco, faccio il giro del raduno e osservo cose di un altro mondo. Scendo nell'arena per i souvenir, quelli che si vedono, perché quelli stampati nella mente nessuno me li può vendere e io non li potrò vendere a nessuno, solo raccontarli così come sto facendo adesso.

La paura:
Decidiamo di tornare, i miei due compagni di viaggio devono risalire con le moto la stradina piena di neve, numeri da circo!
Il Duca sotto la neve trema dal freddo. Porca puttana! la chiave non gira, rischio di spezzarla, ho solo questa, la guardo, E' STORTA!?!, con pazienza riesco a dar contatto, tentenna ad accendersi, poi broum! broum! UFF! Le accarezzo il serbatoio come il collo di una cavalla, brava!
La strada del ritorno e' ghiacciata, non si puo' passare, dobbiamo aspettare, intanto fa buio e sempre + freddo e nevica sempre + forte.
Noi 3 decidiamo di prendere un'altra strada, ma nessuno ha la cartina, non sappiamo il tedesco, non conosciamo il posto. Paolo con la BMW R100 RS del 1980 ci prende per mano e comincia ad andare. Devo fidarmi, non ho scelta, la neve mi copre la visiera e non vedo niente, i capelli bagnati sotto il casco mi fanno freddo,il vento mi sposta e ho paura di scivolare, sono tesissimo! Poche case isolate, luci fioche, buio pesto, ma dove cazzo sto e che ci faccio qua?! Mentre seguo il suo fanale penso che dovevo aspettarmelo, che era quello che volevo che è giunto il momento di specchiarmi, forza Redde! Intanto pensavo a delle eventuali alternative: fermarsi in un altro albergo, chiedere ospitalità alla gente del luogo, un pagliaio, una stalla, insomma in un attimo non vedevo più muri ma tante strade, mi fidavo del mio istinto. Non so come, dopo un ora, troviamo il cartello giusto, quasi mi piscio addosso dalla gioia, Paolo sei grande!
Le altre moto arrivarono un ora dopo. Anche loro due avevano male al collo, per la tensione, questo la dice tutta. Doccia e un'altra mangiata pantagruelliana. Che cazzo di giornata, ho avuto proprio paura!

Il ritorno:
Domenica. Fino a Bolzano pioggia, pioggia vento e chi + ne ha + ne metta, le guarnizioni del cielo tedesco e austriaco sono completamente fottute. Teniamo un andatura da 130 - 140 Km/h, faccio la lepre, viaggiamo con una coppia Mirco e Renata col transalp. Tutto procede bene, gli indumenti sono perfetti: no acqua no freddo. A Verona Paolo prende la sua strada. A Bologna salutiamo con un grande V Mirco e Renata e quando arriviamo a casa ci guardiamo negli occhi e senza proferire parole capiamo di essere soddisfatti all'inverosimile.
Parcheggio la moto e le do un bacio, se lo merita. Spengo la luce del box. Buona Notte piccina!
La fidanzata di Marco passa a prenderlo e io rimango solo con i miei freschi ricordi!
Mi rimane impressa la parola "istinto", non so perché, ma capisco cosa vuol dire.
Tiro un forte respiro e con un sorriso giocondiano mi addormento sul quel cuscino che aveva ancora la forma di venerdì mattina. ;-)

Avrei potuto raccontare di quelle persone che facevano il bagno nudi, che avevano stufe dentro i tepee, che si rotolavano nella neve, delle moto dell'est, con le catene, le Zundapp, le Ural, le BMW, delle bare come sidecar, dei teschi e dei ratti morti sulle moto..... ma quella non e' la mia storia!



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Sandro, Duca 888 Sp4 "BARNSTORMER"
Multistrada 1000 (1100 lievemente taroccata) "MANFRED III"
Honda Dominator '89 "POSTATOMICO"

Presidente del club PPCSP
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"Mi rendo conto di essere crudo e spiacevole,
ma non siamo quì per fare balletti da salotto,
ne per sentire racconti di favole"

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Cinquantino
20/12/2005 20:30

Complimenti per il racconto mi hai fatto rivivere la mia esperienza

Io ci sono andato 10 anni fa esatti, era il quarantennale, sono partito da torino che nevicava e non ha smesso fino a li , niente albergo ma tenda , e freddo tanto freddo le difficolta non sono mancate, ma che dire e' stato magnifico


Quest' anno passati dieci anni io e il mio compagno della prima avventura abbiamo deciso di ritornarci

Sono sicuro che anche questa volta questo magnifico raduno lasciera' un altro segno indelebile nei miei ricordi


dommy 74


Un Dominator non e' mai usato ha solo piu' esperienza !!

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