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Biografia di un motociclista.

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2020 07:27
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09/05/2020 13:08

Re:
claudio(50), 09/05/2020 11:05:

Cazzarola Matteo, mi hai risposto subito, ma non hai niente proprio da fare? Vai subito a lavorare, la campagna ha bisogno di te!!🤣
Scherzi a parte, Matteo hai inquadrato il periodo. All'epoca del mio 750, circolavano i Kawasaki 500 che erano più leggeri e velocissimi, ma per fermarli ci voleva l'ancora. Quanti incidenti nel mio gruppo. Noi quelle moto le chiamavamo le casse da morto.




qualcuno con più anni di me mi ha parlato di questi kawasaki e uno che lo ha posseduto lo ha chiamato proprio come li definisci tu.



Honda NX650 Dominator - RD02 / 1993
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09/05/2020 13:25

Re: Re:
ilkuke, 09/05/2020 13:08:




qualcuno con più anni di me mi ha parlato di questi kawasaki e uno che lo ha posseduto lo ha chiamato proprio come li definisci tu.



Ricordo che dalle mie parti le chiamavano "bare volanti" e negli USA erano soprannominate "widovmaker", per via dei freni che praticamente era come se non ci fossero, almeno per quanto riguarda le prime serie coi freni a tamburo e di dimensioni ridicole (li aveva più grandi il mio MOTOBI 125 SS).


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09/05/2020 19:00

Che bei racconti Claudio, mi hai fatto venire voglia di leggere il forum, e scriverci, dopo anni di assenza!
Grazie! [SM=x653535] [SM=x653535]
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09/05/2020 20:20

Negli anni 60 e 70 era in corso una grande ripresa economica, l'economia "girava", intere famiglie potevano permettersi le vacanze. Nel mese di agosto le fabbriche chiudevano per ferie, e, coincidenza favorevole, nelle nostre campagne era un periodo di calma. Quindi, pronti via: al mare, riviera romagnola con base Rimini o Riccione. Per me era il paese dei balocchi, ogni 50 metri una sala giochi, discoteche a non finire, spiaggia, mare, il circuito di Misano, il parco giochi Aquafan (scritto proprio cosi acqua senza la lettera c ) La mia discoteca preferita era " la Baia degli Angeli" di Gabicce monte. Si parcheggiava ai piedi di un colle e si accedeva alla discoteca percorrendo una lunga scalinata. Tre piste da ballo, tre piscine un impianto di luci molto particolare, discoteca a picco sul mare. L'unica che chiudeva alle 6 di mattina.
Con il figlio dell'albergatore che possedeva una Ferrari Dino, e io con l'Honda 750 four , ne abbiamo combinate proprio tante. Ero giovane, avevo la moto, cominciavano le prime avventure amorose e con qualche soldino in tasca mi sembrava di avere il mondo ai piedi.
Anni felici, spensierati.
Una sera, con l'idea di provare la moto in pista, mi reco al circuito di Misano. Purtroppo la pista era impegnata dal gruppo corse dell' Harley Davidson con i piloti Villa e Rougerie che provavano le 350. Impossibile girare, però ai pochi spettatori presenti era stato permesso di accedere ai box e appoggiarsi al muretto.
Alla televisione non hai la percezione della velocità, ma quando sei cosi vicino vedendo questi piloti che affrontano le curve a velocità incredibili, ti rendi conto che sono dei mostri. Sinceramente, mi è passata la voglia di provare.
Con due o tre amici ,si ritornava a Misano in occasione delle gare.
In autostrada, a Modena ci affianca una MV Agusta. Dopo un rapido sguardo tra piloti, ci sorpassa , cambia marcia e si allontana parecchio lasciandoci tutti di sasso. Ad una velocità di circa 200 km/ora ci ha sorpassati in 4 marcia con ancora tutta la quinta da tirare!!! Accidenti, pensavo di avere il non plus ultra!! Vabbè, tentiamo di raggiungerlo, sorpassi a destra, a sinistra ,ma siamo costretti a lasciarlo andare ,troppo veloce la moto e troppo bravo il pilota. A Bologna rifornimento di benzina e, ferma, vediamo la moto che ci sorpassato. Saluti di rito al pilota e relative domande. La moto era una MV Agusta 500 cc elaborata a 650 per gareggiare nella categoria delle derivate di serie (le superbike odierne).
Davanti a quel gioiello, la delusione del sorpasso è un po' rientrata(ma poco, poco)
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09/05/2020 20:26

Re:
TOLDESSA, 09/05/2020 19:00:

Che bei racconti Claudio, mi hai fatto venire voglia di leggere il forum, e scriverci, dopo anni di assenza!
Grazie! [SM=x653535] [SM=x653535]



Cristian, finalmente ti fai vivo, ma dov'eri? sperduto in Africa?🤣🤣🤣
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09/05/2020 20:27

...da. Ex possessore di una suzuki 750 3 cilindri 2 tempi...ricordo il nomignolo di "bare volanti"ma con quella moto ci sono andato all'elefant..unica scusante...ero giovane.
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09/05/2020 21:04

Massimo, mi hai ricordato che le chiamavamo bare volanti ,e non come ho scritto in precedenza, casse da morto.(licenza linguistica)
Un mio ex compagno di classe aveva quel tipo di moto., Kawasaki 500, due tempi freni a tamburo. Mi ha sfidato parecchie volte, ma non ho mai ceduto. Era troppo spericolato, per "accontentarlo" gli rispondevo che ero una schiappa e che la sua moto andava più forte della mia.
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10/05/2020 13:27

Re:
claudio(50), 09/05/2020 11:05:

Cazzarola Matteo, mi hai risposto subito, ma non hai niente proprio da fare? Vai subito a lavorare, la campagna ha bisogno di te!!🤣
Scherzi a parte, Matteo hai inquadrato il periodo. All'epoca del mio 750, circolavano i Kawasaki 500 che erano più leggeri e velocissimi, ma per fermarli ci voleva l'ancora. Quanti incidenti nel mio gruppo. Noi quelle moto le chiamavamo le casse da morto.



Eccola la bara! Anche se io un po' più giovane mi ricordo la 750 con disco avanti.






Il sito italiano della Dominator NX650 - WWW.DOMINATOR650.IT
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..... ma niente da discutere.... il webmaster è il webmaster! ...e non l'ho detto io.
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11/05/2020 10:17

Un collega di lavoro mi propone di assistere ad una gara di motocross dove partecipava, come pilota, un ragazzino nostro conoscente. Io non ero molto interessato, il cross non mi piaceva tanto, ma , pur di fare un giro in moto, lo accompagno.
La pista era a Castiglione delle Stiviere (provincia di Mantova) in un contesto veramente molto bello, vicino al lago di Garda, paesaggio collinare, pieno di curve, una vera goduria per noi motociclisti, ma non solo.
Apro una parentesi.
In zona ci sono altre due località: S.Martino e Solferino dove si svolse la seconda guerra d'indipedenza. A parte il paesaggio così suggestivo, consiglio di visitare il museo molto interessante che conserva i reperti dell'epoca.
La Croce Rossa nasce proprio da questa battaglia.

Assistiamo alla gara facendo un tifo indiavolato per quel ragazzino ,che alla fine si classifica in 3^ posizione. Questo pilota, a detta di tutti coloro che lo conoscevano, aveva doti eccezionali. Con il suo meccanico preparatore aveva un rapporto in simbiosi che fruttava ottimi risultati, vinceva con facilità estrema, era molto richiesto dalle varie case motoristiche.(campione italiano 50cc e 125cc con moto Muller e Ancillotti) Purtroppo non era costante negli allenamenti e come si dice "non c'era con la testa" , sui vent'anni circa si è perso.
A Cremona esisteva già allora, un campo da cross, ma per variare un po' la monotonia dei giri in pista, si allenava anche sugli argini e nelle golene del Po. Il fiume Po , nei periodi di magra, presentava/presenta degli spiaggioni lunghi anche due /tre km, però bisogna conoscerlo bene perché è traditore. In superficie la sabbia sembra tutta uguale ,ma sotto può nascondere uno strato di melma dove sprofondi fino al mozzo ruota e rimani intrappolato come in una morsa. Anche con altre moto legate con corda non si riesce a uscire e chi fa off sa bene cosa vuol dire. L'unica soluzione è il traino con un trattore.
Quasi tutti gli allenamenti terminavano così, si impantanava, lasciava la moto nella melma e via ,a cercare un trattore. Se era fortunato lo trovava nei pressi ,altrimenti si doveva andare in cascina.
In prossimità degli argini del fiume c'è anche il canale navigabile Milano-Cremona Po , memorabili i salti per scavalcarlo. In tutta Cremona, l'unico che tentava i salti e a volte ci riusciva era solo quel ragazzino. Quante cadute dentro il canale !!! E anche qui, il solo metodo per recuperare la moto è il trattore. Operazione molto difficoltosa in quanto, nel tempo che occorreva per la ricerca del trattore,al ritorno non ci si ricordava bene il punto esatto dell'immersione, l'acqua non è bella limpida e trasparente come un torrente di montagna, non vedi la moto, e inoltre sul fondo del canale c'è sempre melma.
Ormai gli agricoltori del luogo lo conoscevano tutti e con qualche rimprovero e qualche accondiscendenza lo aiutavano a recuperare le moto
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15/05/2020 21:45

Claudio ti si è strozzata la vena? [SM=g27987]
Dai che aspettiamo i tuoi racconti. [SM=g27988]



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15/05/2020 21:55

Qualche giorno di pausa. Abbiate pazienza,anche il Manzoni ,quando scrisse i Promessi sposi si prese momenti di riflessione.😂😂😂



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Re:
claudio(50), 15/05/2020 21:55:

Qualche giorno di pausa. Abbiate pazienza,anche il Manzoni ,quando scrisse i Promessi sposi si prese momenti di riflessione.😂😂😂







[SM=g27987] [SM=x653535]



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15/05/2020 22:56

Ciao Claudio, leggo con piacere i tuoi racconti (devo ancora finire....)
Complimenti !


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16/05/2020 20:07

Re:
claudio(50), 15/05/2020 21:55:

Qualche giorno di pausa. Abbiate pazienza,anche il Manzoni ,quando scrisse i Promessi sposi si prese momenti di riflessione.😂😂😂






Lancio una petizione affinchè il nickname di Claudio venga cambiato in Alessandro(50) [SM=x653548]


-- Matteo --
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Re: Re:
RD0201, 16/05/2020 20:07:



Lancio una petizione affinchè il nickname di Claudio venga cambiato in Alessandro(50) [SM=x653548]


Matteo, Matteo, birichino, mi provochi?
Va bene, accetto la provocazione e ricomincio a tediarvi!!!!!!!!!!!!!


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bravo Claudio bellissimi racconti che in parte mi riportano alla mia infanzia [SM=x653535]
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In un raduno a Pavia, c'era in bella mostra una Laverda 750 preparata con delle carene da corsa tipo MV Agusta di Agostini. E qui il tarlo si insinua, mi informo ,e in un paese vicino a Cremona trovo una carrozzeria/officina di cui il titolare partecipava alle gare di durata del Bol Dor. Breve visita e mi si é aperto un mondo.
Io allora ero un ingenuo e vedere le preparazioni specifiche di forcelle e ammortizzatori, elaborazioni motori, ma soprattutto carene e serbatoi con colorazioni bellissime, sono rimasto a bocca aperta. Decido subito di farmi fare una carena e relativo serbatoio. Allora era ancora possibile costruire i serbatoi in vetroresina, in seguito furono aboliti per ovvie ragioni di sicurezza. La colorazione era di un bell' azzurro con striscia bianca sul serbatoio e sui fianchi carena. Per l'epoca, veramente molto bella.
Col senno di poi la scelta non è stata troppo felice, ho dovuto modificare l'inclinazione del manubrio per adattarlo alla carena, posizione scomodissima, e a causa della mia imperizia, i fori che avevo eseguito nel serbatoio erano leggermente disassati rispetto a quelli del rubinetto e quel rubinetto, mannaggia la miseria, continuava a perdere, poco, ma perdeva. Anche con l'inserimento di guarnizioni ,ricavate dalla carta apposita, non sono mai riuscito a risolvere il problema. Dopo qualche mese, ho rimontato l'originale e venduto la carena ad un amico che è riuscito a sistemarla.
Sinceramente non mi é dispiaciuto molto ,la posizione ,per me era troppo scomoda.

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17/05/2020 11:35

Purtroppo dopo pochi anni, arrivo alla decisione di vendere il 750 four .Non è stato facile, la mia moto era un po' una special, ma non la usavo più per una serie di circostanze: lavoro, matrimonio , arrivo dei figli.
Trascorre qualche anno, ma il" richiamo della foresta" sebbene sopito, ad un certo punto esplode.
Cambio radicalmente genere di moto e acquisto un Dominator usato, con circa 9000 km, ma con le pastiglie freni praticamente sul disco, il precedente proprietario aveva l'abitudine di marciare su una sola ruota. Fortunatamente il motore era veramente ok.
Ho dovuto adattarmi alla guida del mono, non ero abituato ad avere una risposta cosi brusca, sia in accelerazione che in decelerazione ,appena aprivo o mollavo il gas il motore rispondeva subito. Il pluricilindrico aveva un allungo notevole ma molto dolce e soprattutto non vibrava!
L'approccio al fuoristrada è avvenuto per caso tramite un collega di lavoro che aveva visto il Domi nel parcheggio aziendale. Mi chiede: ma tu fai off con quella moto? Off ? e che cos'è ? E allora mi propone: facciamo qualche escursione sugli argini del Po, cose semplici, non c'è bisogno degli stivali da cross e ginocchiere, vanno bene anche le tue gomme ( Dunlop Trail Max).Io ignorante in materia, ma incuriosito, accetto.
Si presenta con un Cagiva 750 Luky Explorer con gomme tassellate e comincia le prime istruzioni : metti le gomme esattamente dove le metto io, non appoggiare mai i piedi per terra ,quando scavalchiamo l'argine cerca un punto dove l'erba è appena stata tagliata e sali in diagonale, non dritto in verticale. Detto così sembrava facile, alla prima salita dell'argine, le mie gomme non fanno presa, slittano e sono per terra. Provo e riprovo, allungo la diagonale, dò un pò piu' di gas e finalmente riesco. Alla fine della prova, circa due /tre ore, sono distrutto dalla fatica sia per la concentrazione ,sia per l'impegno fisico della guida e il continuo rialzare la moto dopo le cadute. Cadute tutte senza conseguenze, la velocità era minima circa 30km/h ,in pratica solo appoggi per terra. Alla fine del primo giorno mi dice: cambia le gomme,monta due pneumatici tassellati ,compra gli stivali da cross e le ginocchiere ,la prossima volta ti troverai meglio. Altro giorno, altra lezione. Riproviamo di nuovo lo scavalcamento argine ,poi passiamo ad una andatura più veloce. Mi spiega come affrontare i curvoni in derapata ( la derapata e che cos'é ? questo era il mio livello di conoscenza dell'off.) e anche qui cadute a non finire, insomma ero proprio una frana( a dire la verità, lo sono ancora ) Poi passaggio graduale sugli spiaggioni a provare la guida sulla sabbia. Replico :sulla sabbia? ma sei matto? ma non vedi che non riesco nemmeno a stare in piedi sugli sterrati?
Per me è stato veramente un dramma.
Sebbene la sabbia del Po sia abbastanza consistente- le ruote affondano relativamente- la velocità deve essere almeno sopra i 60 km/h, guida sempre in piedi sulle pedane e vista bifocale nel senso che devi guardare appena davanti dove metti la ruota e nello stesso tempo guardare anche piu' avanti per trovare i passaggi meno difficoltosi. Morale : sempre per terra.
Come scritto precedentemente, la sabbia del Po è traditrice, però questo mio amico mi fa notare che la differenza di colore indica la consistenza della sabbia e i tranelli che nasconde.
La partenza è veramente difficile, non puoi sederti sulla sella e partire, appena allenti la frizione ,la ruota posteriore slitta e affonda nella sabbia. E allora si applica la tecnica della partenza a spinta. Si inserisce la 2 o la 3 spingendo la moto stando a fianco , appena si acquista un po' di velocità si sale sulla sella vicino al serbatoio o anche sul serbatoio, per alleggerire il più possibile il retrotreno. Pian piano che la velocità aumenta ci si sposta indietro per alleggerire l'avantreno. A 60km/ora la moto comincia a galleggiare la guida diventa un po' meno difficoltosa e più aumenti la velocità ,più viaggi meglio . E' anche vero che la m continua a scodinzolare non va mai in linea retta e quando devi curvare ,devi farlo molto delicatamente, raggi di curvatura molto ampi altrimenti l'avantreno ti si chiude e, tanto per cambiare, sei per terra!!! Per imparare la tecnica necessitano due /tre giorni, almeno per non cadere, poi se uno vuole diventare un Orioli, beh, diventa un pò più difficile.
Sulla sabbia la tecnica di guida è importantissima perché oltre a limitare/evitare le cadute, ti aiuta anche a non fare una fatica improba. Bisogna allenarsi, allenarsi, allenarsi, ed è sempre e comunque una faticaccia, ma il divertimento è superiore alla fatica e si acquisisce una sensibilità di guida veramente notevole.
E' l'università del fuoristrada.
Io però sono uno studente costantemente fuori corso.🤣🤣🤣
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E questo sarebbe uno studente fuori corso? [SM=x653545]
A me neanche le pulizie mi farebbero fare all'università del fuoristrada... [SM=g7574]


-- Matteo --
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17/05/2020 12:05

Re: Re: Re:
brown55, 09/05/2020 13:25:



Ricordo che dalle mie parti le chiamavano "bare volanti" e negli USA erano soprannominate "widovmaker", per via dei freni che praticamente era come se non ci fossero, almeno per quanto riguarda le prime serie coi freni a tamburo e di dimensioni ridicole (li aveva più grandi il mio MOTOBI 125 SS).




anche dalle mie parti la chiamavano bare volanti [SM=g28000] paecchi gente si e fatta molto male con quelle motociclette 3 cilindri due tempi che si grippava sempre il cilindro centrale per vi adel parafango della ruota anteriore che poi fecero delle feritoie per far arrivare aria fresca al cilindro centrale [SM=x653531]


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Un mio amico ci ha provato a farmi mettere le ruote sulla sabbia. Non me la sono sentita.



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Re:
RD0201, 17/05/2020 11:51:

E questo sarebbe uno studente fuori corso? [SM=x653545]
A me neanche le pulizie mi farebbero fare all'università del fuoristrada... [SM=g7574]


Matteo, però devi raccontarla tutta fino in fondo quella storia, non puoi limitarti a pubblicare una foto.
Capisco la tua riservatezza per non farmi fare brutta figura, e per questo ti ringrazio, ma devi raccontare anche che la sostituzione della camera d'aria, non ha avuto un'esito positivo.
Eravamo in Toscana sul percorso dell'Eroica e se non erro ,di sabato pomeriggio.
Camera d'aria tolta e inserita due volte, per un non corretto posizionamento, e la seconda volta l'ho pizzicata. Con l'aiuto del gps abbiamo trovato un gommista, a distanza di circa 10 km, aperto di sabato pomeriggio!!! Attesa di circa due ore perché c'erano altri clienti .A mia scusante devo dire che anche il gommista ha trovato le sue difficoltà ad inserire la camera d'aria a causa di pneumatici con spalla molto,molto dura.( Mitas E 09)
E a causa della perdita di tempo, giro dell'Eroica non completato.
Matteo ,sono ancora in debito!

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Mi sono procurato due attrezzini per facilitare la sostituzione delle camere d'aria. Uno serve a svitare la valvolina,il secondo è un filo dove ad una estremità ho inserito una valvolina. L'altra estremità la si inserisce nel foro del cerchione e tirando il filo la valvola esce dal foro. Si avvita subito la rondellina per non fare rientrare la valvola nel cerchio e poi si toglie filo e si mette di nuovo la valvolina originale.
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Re: Re:
claudio(50), 17/05/2020 13:36:


Matteo, però devi raccontarla tutta fino in fondo quella storia, non puoi limitarti a pubblicare una foto.
Capisco la tua riservatezza per non farmi fare brutta figura, e per questo ti ringrazio, ma devi raccontare anche che la sostituzione della camera d'aria, non ha avuto un'esito positivo.
Eravamo in Toscana sul percorso dell'Eroica e se non erro ,di sabato pomeriggio.
Camera d'aria tolta e inserita due volte, per un non corretto posizionamento, e la seconda volta l'ho pizzicata. Con l'aiuto del gps abbiamo trovato un gommista, a distanza di circa 10 km, aperto di sabato pomeriggio!!! Attesa di circa due ore perché c'erano altri clienti .A mia scusante devo dire che anche il gommista ha trovato le sue difficoltà ad inserire la camera d'aria a causa di pneumatici con spalla molto,molto dura.( Mitas E 09)
E a causa della perdita di tempo, giro dell'Eroica non completato.
Matteo ,sono ancora in debito!




E vorrei ben vedere! Dobbiamo finire il percorso dell'Eroica! [SM=x653545]


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Dominatore esperto
18/05/2020 09:29

I percorsi in off sugli argini e sugli spiaggioni, ad un certo momento, non mi bastavano più, volevo provare qualcosa in uno scenario diverso. E così una Domenica, io, questo mio amico e una coppia (marito e moglie sulla stessa moto) ci si organizza per un percorso in off che parte dal lago di Garda, il passo del Tremalzo. Si arriva a Tremosine, (considerato uno dei borghi più belli d'Italia) sponda bresciana del lago, percorrendo la bellissima strada della Forra che in parte si snoda in una galleria /canyon . Da Tremosine si continua fino a Vesio e da questo paesino comincia lo sterrato ,ex strada militare, di 27 km che arriva al passo di Tremalzo. Ci si dispone così: la coppia davanti a far strada con BMW 1150 Gs, io in mezzo col Dominator e dietro a far da "scopa" il mio amico con il Cagiva. Si parte, primi km con dei bei sassi smossi, che già mi danno l'idea che non sia proprio una passeggiata, poi la strada si stringe ancora di più, ,e in certi punti se si incrocia una semplice mountain bike, bisogna fermarsi. Alcuni tornanti sono molto stretti, bisogna farli in derapata appoggiandosi alla parete. Comincio a sudare freddo, però mi conforta il fatto che la coppia in BMW, continua a salire piano, piano ,ma non si ferma mai. Quindi se ce la fanno loro, perché non io? In uno slargo su un tornante dove c'è la deviazione per il passo Nota ci si ferma per una pausa. Scambio di opinioni, come va, che difficoltà trovi ecc.ecc. e si riprende. Poco più avanti in un punto molto panoramico(si intravede il lago di Garda)a fianco strada si notano delle postazioni militari. Nella prima guerra mondiale qui c'era il confine Italia /Austria.
Si prosegue,
Appena prima di una galleria troviamo un gruppo di motociclisti tedeschi, fermi. Mi domando come mai, il punto non è particolarmente difficile. La galleria è molto buia, non essendo dritta non si vede l'uscita, ha il pavimento in cemento a schiena d'asino ricoperto da un leggero strato di melma scivolosissimo. Fatta la curva della galleria, si intravede la luce in fondo al tunnel e qui troviamo la risposta al perchè i tedeschi erano fermi. L' uscita della galleria è ostruita dalla neve!!!
Breve consulto sul da farsi, io vorrei tornare indietro. Non l'avessi mai detto! Gli amici mi spiegano che dall'uscita della galleria al passo ci sono circa 2 km e loro per una difficoltà così semplice(?)non rinunciano. Estraggono le leve smontagomme e con quelle scavano nella neve una galleria nella galleria in modo da creare un passaggio. Problema risolto? Magari! anche la strada per c una cinquantina di metri, era completamente coperta da 70/80cm di neve , ma ancora peggio, da un lato era a strapiombo.
Si riprende a scavare e si traccia un passaggio. Per primi passano i due amici, poi tocca a me. Essendo loro più esperti,chiedo se mi possono portare fuori la moto almeno nel tratto più difficile. Risposta : devi imparare ,altrimenti ti resta sempre la paura di non farcela,dai,c'è già il solco mettici le ruote dentro, non è cosi difficile. A quel punto comincio veramente a sudare freddo e sebbene fossimo a 2000 m di altezza e con la neve, mi tolgo il giubbotto e in maniche corte salgo sulla moto. Con l'andrenalina arrivata alla massima concentrazione, pian pianino , zampettando con i piedi per terra, riesco a passare. Ma ragazzi,che paura! C'è mancato poco che me la facessi nei pantaloni...
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