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Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2016 18:54
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02/09/2016 15:22

1 giugno 2016
E' un anno un po' strano: sapevo che la fine del 2015 mi avrebbe portato degli impegni che non mi avrebbero permesso di viaggiare come avevo fatto negli anni precedenti, ma nella mia testa la primavera del 2016 avrebbe dovuto essere entusiasmante. Almeno un paio di settimane via tra aprile e giugno, un motoraduno all'estero, la programmazione di qualcosa di speciale per l'estate.
Nulla.
Nulla di tutto questo.
Anche il ponte che inizia domani non è andato in porto: ci sarebbe stato il raduno Dominator, o magari un salto all'Elba o in montagna, o passare a trovare Dani a Firenze o incastrare un po' le varie cose.
Nulla, le previsioni del tempo dicono di no e io non sono tanto dell'umore.
Sono settimane che sto cercando di trovare l'occasione giusta per acquistare una moto con cui visitare una seconda volta la Mongolia e poi il Bajkal, ma nulla. L'unica offerta che ho è quella di un'Africa Twin a 2500 dollari, che non so in che condizioni sarebbe il giorno in cui arriverei a Ulaanbaatar, e che comunque sarebbe registrata in Inghilterra, con quindi la necessità di strani magheggi per entrarne in possesso legalmente. Alternative nulle, e il tempo sta passando e fra poco diventa tardi per qualsiasi cosa.
Sabrina è a cena dai suoi, come spesso accade il mercoledì sera, apro gtalk e scrivo a Sambor, il mio amico polacco che non sento da un po':
"Chris, quando mandi il prossimo camion a Bishkek? hai spazio per la mia moto?"
"10 luglio, per la tua moto c'è sempre spazio"
qualche birra, un po' di skyscanner per capire i prezzi dei voli, qualche ora passata su google maps, e riapro gtalk:
"Chris, se mollo la moto a Tbilisi, hai poi un camion che me la riporta a casa?"
"si, ho un trasporto dalla Georgia all'Europa a settembre, per la tua moto c'è sempre spazio"
torna Sabrina, le racconto il mio piano: "perché non ci hai pensato prima?"
Dormiamoci sopra e vediamo, forse ho trovato la quadra.

2 giugno 2016
Mando una mail alle persone con cui ho incrociato le ruote negli ultimi anni, illustrando il programma e proponendo a chi volesse di unirsi.

4 giugno 2016
suona il telefono, è Roberto, con cui siamo andati in Sri Lanka ad aprile dello scorso anno: "oh zio Sid, ho avuto le ferie, vengo con voi!"

Il viaggio ha inizio.

Scrivo queste righe la sera del 5 giugno, dopo 4 giorni pensati all'organizzazione di un viaggio che settimana scorsa neanche era immaginabile, e dopo molti "aggiungi al carrello" su ebay per comprare le parti che mi servono per rimettere per bene in pista la mia Dominator.
Se qualcuno mai le leggerà, vorrà dire che le avrò pubblicate da qualche parte al mio rientro, e che il viaggio alla fine è andato veramente in porto.
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02/09/2016 15:44

26/7/2016

Ricevo una foto da Bishkek da Sambor, che fortunatamente, contestualmente, mi dice "tranquillo, è già giù, manchi solo tu".

[Modificato da crisidsto 02/09/2016 15:57]
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02/09/2016 17:43

7/8/2016

Iniziare un viaggio a Bishkek è ormai diventata quasi una regola per me, e per non tradire le buone abitudini andiamo nel mio negozietto preferito a comprare qualcosa per colazione
(la signora, memore delle numerose Baltika 7 che le ho comprato gli anni passati, mi riconosce e guarda incuriosita)



Ma il tempo passa e è già ora di andare da Deniar a ritirare le moto e prepararci per la partenza









Dopo un primo tratto di noia e pure un po' di pioggia, entriamo nella valle di Susamyr e ci godiamo lo spettacolo del Kyrgyzstan, che tanto amiamo, e visto che è domenica, abbiamo pure la fortuna di assistere a una partita di buzkashi, il gioco nazionale in cui due squadre di cavalieri si affrontano nella conquista di una carcassa di pecora dalla testa mozzata, che guardiamo in compagnia di qualche local che ha già alzato un po' il gomito



















Raggiungiamo il villaggio di Susamyr, dove troviamo posto in una guesthouse e ci godiamo questa serata kyrghisa, che già rimpiangiamo perché sappiamo che sarà l'unica, ma per quest'anno i programmi sono altri...





















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02/09/2016 19:50

8/8/2016

Salutiamo i bambini della nostra guesthouse e ci incamminiamo verso il Kazakhstan.
Sulla strada, tra yurte cavalli e montagne, non perdiamo occasione di familiarizzare coi Kirghisi.
Roberto si mangia più volte le mani per essersi dimenticato a casa il baston selfie, mentre io benedico la sua sbadataggine, e forse si mangia pure le mani per il fatto di dover lasciare così presto questo paese che gli sta già facendo un'ottima impressione: ci torniamo Robi, non temere!



















Arriva il momento del pranzo e da queste parti ha praticamente sempre lo stesso significato: shashlik.
Il ristorantino in cui ci fermiamo ne prepara di ottimo, ancora non sappiamo che ce lo ricorderemo per tre settimane come il migliore del viaggio.





La Kirov Dam è famosa per l'immagine scolpita nella pietra...











Entriamo in Kazakhstan e attraversiamo Taraz. Sabrina è dal 2010, quando ci passammo di ritorno da Samarcanda, che non perde occasione per dire che si tratta di una città orrenda e non ci si vuole assolutamente fermare.
Mentre percorriamo la via principale mi dice: "ma noi in questa zona non ci siamo mica venuti, non è brutta come la ricordavo", e proprio mentre dice "non ci siamo venuti" le indico sulla destra l'albergo in cui dormimmo 6 anni fa.
Decidiamo comunque di proseguire e raggiungere Shymkent, dove arriviamo col sole ormai calato.
La sera i vicini di tavolo ci invitano per bere qualche shot di vodka russa (ci tengono a dire che è russa, evidentemente per dire che è buona) e dopo vari brindisi all'amicizia tra il popolo italiano e quello kazako, le cose vanno a finire nel più prevedibile dei modi...


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02/09/2016 21:56

Vedo che non si vedono le foto: chiedo ai moderatori di cancellare, oltre a questo i messaggi 3 e 4 di questo thread che ripubblico qui sotto con le url accorciate e funzionanti...
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02/09/2016 21:56

7/8/2016

Iniziare un viaggio a Bishkek è ormai diventata quasi una regola per me, e per non tradire le buone abitudini andiamo nel mio negozietto preferito a comprare qualcosa per colazione
(la signora, memore delle numerose Baltika 7 che le ho comprato gli anni passati, mi riconosce e guarda incuriosita)



Ma il tempo passa e è già ora di andare da Deniar a ritirare le moto e prepararci per la partenza









Dopo un primo tratto di noia e pure un po' di pioggia, entriamo nella valle di Susamyr e ci godiamo lo spettacolo del Kyrgyzstan, che tanto amiamo, e visto che è domenica, abbiamo pure la fortuna di assistere a una partita di buzkashi, il gioco nazionale in cui due squadre di cavalieri si affrontano nella conquista di una carcassa di pecora dalla testa mozzata, che guardiamo in compagnia di qualche local che ha già alzato un po' il gomito



















Raggiungiamo il villaggio di Susamyr, dove troviamo posto in una guesthouse e ci godiamo questa serata kyrghisa, che già rimpiangiamo perché sappiamo che sarà l'unica, ma per quest'anno i programmi sono altri...
















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02/09/2016 22:05

8/8/2016

Salutiamo i bambini della nostra guesthouse e ci incamminiamo verso il Kazakhstan.
Sulla strada, tra yurte cavalli e montagne, non perdiamo occasione di familiarizzare coi Kirghisi.
Roberto si mangia più volte le mani per essersi dimenticato a casa il baston selfie, mentre io benedico la sua sbadataggine, e forse si mangia pure le mani per il fatto di dover lasciare così presto questo paese che gli sta già facendo un'ottima impressione: ci torniamo Robi, non temere!



















Arriva il momento del pranzo e da queste parti ha praticamente sempre lo stesso significato: shashlik.
Il ristorantino in cui ci fermiamo ne prepara di ottimo, ancora non sappiamo che ce lo ricorderemo per tre settimane come il migliore del viaggio.





La Kirov Dam è famosa per l'immagine scolpita nella pietra...











Entriamo in Kazakhstan e attraversiamo Taraz. Sabrina è dal 2010, quando ci passammo di ritorno da Samarcanda, che non perde occasione per dire che si tratta di una città orrenda e non ci si vuole assolutamente fermare.
Mentre percorriamo la via principale mi dice: "ma noi in questa zona non ci siamo mica venuti, non è brutta come la ricordavo", e proprio mentre dice "non ci siamo venuti" le indico sulla destra l'albergo in cui dormimmo 6 anni fa.
Decidiamo comunque di proseguire e raggiungere Shymkent, dove arriviamo col sole ormai calato.
La sera i vicini di tavolo ci invitano per bere qualche shot di vodka russa (ci tengono a dire che è russa, evidentemente per dire che è buona) e dopo vari brindisi all'amicizia tra il popolo italiano e quello kazako, le cose vanno a finire nel più prevedibile dei modi...

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03/09/2016 00:54

Bravi bellissimo viaggio e delle belle foto sono senza parole [SM=x653544]


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04/09/2016 14:50

9/8/2016

Visti gli acquisti, non sono sicuro che la passeggiata al bazar di Shymkent sia stata una buona idea...







Sulla strada per Turkistan, poco da dire, se non i soliti cuoriosi cammelli, e il fatto che Sabrina e Roberto iniziano la loro personale gara all'acquisto di bibite assurde, comprandosi un litrozzo buono di bevanda simil redbull con vago sapore di chewing gum anni 80...







Arrivati in città, prendiamo una camera in un albergo adiacente la discoteca del paese: vedremo che ci offrirà questa sera...
Il ragazzino dell'albergo è un po' strano: parla un inglese incomprensibile, ma lo parla con una convinzione tale che pensi di essere tu quello che non ce la fa.
Alla quinta volta che mi guarda con lo sguardo convinto e mi spiattella addosso parole che non capisco e sembrano la supercazzola, rinuncio alla comprensione e inizio a rispondere sempre si...
Il meglio però lo regala quando, entrato in camera per dirci l'ennesima cosa che non capiamo nel suo convintissimo inglese che inglese non è, vede che Sabrina sta aiutando Roberto a togliersi una piccola spina che gli si è infilata in un dito: come un fulmine, il ragazzo esce dalla camera e ritorna un minuto dopo con un ago che sarebbe più adatto a fare da bastone da shashlik che da ago, scansa Sabrina con decisione e lo conficca nella mano del povero Roberto che lo osserva incredulo. Io rientro dal balcone, dove mi satavo fumando una sigaretta e bevendo una freschissima birra prelevata dal frigobar, osservo il ragazzino con l'arma conficcata nelle carni di Roberto, mi ascolto una nuova supercazzola dell'infervorato, e decido che è ora di iniziare la visita della città...





















Per sera troviamo la "via dello shashlik", leggermente defilata rispetto la via principale e decidiamo di cenare qui, prima di andare a vedere che succede nella discoteca del nostro albergo







La vita nel locale funziona così: per 10 minuti c'è silenzio e la gente beve e chiacchiera ai pacchianissimi tavolini circondati da lucine multicolore che solo un pacchianissimo locale kazako può regalare, poi mettono la musica (altissima) e per un quarto d'ora le bellezze locali si riversano in massa in pista e si scatenano nel ballo.
Alla quarta volta che vediamo la scena ripetersi, notiamo che qualcosa di diverso sta succedendo in pista: quella che avevamo considerato la più abile e bella ballerina viene spinta con forza da un'altra e cade di schiena nella fontana
"che è si menano?"
eh si, si menano: l'aggredita si rialza tutta bagnata, prende per i capelli l'avversaria e con buona tecnica ma scarsi risultati cerca di rifilarle una decina di ginocchiate in faccia.
Ci vuole l'intervento di una decina di persone per calmare la furia delle due, noi ci guardiamo increduli mentre i nostri vicini di tavolo se la ridono alla grande, ma la musica non torna più e viene ora di andare a dormire...
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Cinquantino truccato
05/09/2016 10:50

Re:


Che meraviglia! Scopro solo ora l'esistenza in Turkestan di bellezze architettoniche che erroneamente collocavo solo più a sud. Attendo con ansia la continuazione di foto e racconto. [SM=g28002]
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05/09/2016 12:39

10/8/2016

Una cinquantina di km a nord di Turkistan, dalla strada principale, si notano le mura dell'antica città di Sauran, che vale senza dubbio una breve deviazione.
Il sito è aperto e abbandonato a se stesso, i visitatori principali sono mandrie di cavalli













Chilometri e chilometri di steppa e di nulla, di cavalli e cammelli, di sabbia e di caldo, attraversiamo Qyzylorda che bella non è, e tiriamo dritto fino a Baikonur.
In mezzo al nulla dell'immenso Kazakhstan, Baikonur è una località che tutti prima o poi abbiamo sentito nominare, magari dimenticandocelo subito dopo.
E' infatti la sede dell'enorme cosmodromo costruito ai tempi dell'Unione Sovietica: è da qui che partirono lo Sputnik, il primo satellite, la cagnetta Laika, Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, e più di recente, pure Astrosamantha.
Dopo la chiusura del programma statunitense Space Shuttle è rimasto quindi l'unico luogo al mondo da cui partono ancora esseri umani per lo spazio.
Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, la Russia ha preso in affitto dal Kazakhstan tutta l'area del cosmodromo e la città a fianco, che ora sono formalmente territorio russo e accessibili e visitabili solo con appositi e costosissimi visti e permessi.
A noi non resta che osservare da una parte le antenne da lontano e dall'altra i check point di accesso alla città, attorno alla quale si aggirano i soliti cammelli























Dormiamo in un albergo per camionisti sulla strada, con la locandiera in modalità google translate.
Ora, io capisco che il mio russo è basic basic, ma con quattro gesti in genere me la son cavata in tutto il mondo. No, con lei no, lei deve a tutti i costi attaccarsi al traduttore automatico del telefonino e questo fa si che ogni fottuta comunicazione richieda estenuanti minuti in cui lei digita e alla fine ti mostra sul display qualche sconclusionata frase in inglese. E dire che tu volevi solo pagare l'ennesima birra che avevi prelevato dal frigo...



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05/09/2016 16:20

Come sempre, complimenti, belle foto, veramente tutto interessante! [SM=g28002] [SM=g27987]
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Mastro Dominatore
06/09/2016 07:58

molto interessante belle foto certo ci sono posti sperduti e molto affascinanti
da vedere che io non ho mai visto grazie per le foto che ci avete messo
se ne avete delle altre mi farebbe piacere vederle [SM=x653545]


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06/09/2016 11:43

11/8/16

Il mattino ha l'oro in bocca!
Mah, forse per i cammelli che iniziano la loro passeggiata quotidiana, di sicuro non per i miei compagni di viaggio che ci hanno messo 40 minuti a farsi fare 3 caffè e hanno delle facce che sembra che li abbiano bastonati tutta notte (e quello che ha dormito per terra sono io, mica loro)





Quattro chiacchiere con 2 motociclisti russi e proseguiamo nel deserto fino ad Aralsk





Aral era un porto, un porto sul lago omonimo, tanto grande che in molti lo chiamavano mare, poi i Sovietici decisero di prelevare l'acqua dei suoi due immissari per irrigare i campi di cotone, e in pochi anni il lago si prosciugò quasi completamente.
Aral ha un porto, ma non ha un lago.







Fino a pochi anni fa la strada che passava di qui, la M32, era in condizioni pietose e la città sembrava destinata ad una inesorabile fine, poi la strada è stata ricostruita ed è tornata ad essere la principale arteria nord sud del paese, e nel frattempo il governo kazako ha portato avanti una serie di investimenti per salvare la piccola parte di lago rimasta, apparentemente con successo.
I pesci sono stati reintrodotti e pare che nei prossimi anni, con la costruzione di una nuova diga, l'acqua tornerà a lambire il porto di Aral.

Evitiamo l'Hotel Aral, famoso per essere stato per anni l'unico in città e definito da chiunque un luogo infame, e prendiamo una camera al più recente Hotel Altair, vicino alla stazione.
E' il primo pomeriggio quando finalmente diamo un senso ai tasselli che abbiamo montato sulle nostre moto e ci dirigiamo verso Zhalanash per visitare il cimitero delle barche, rimaste nella sabbia quando il lago si ritirò.







Roberto esce dalla strada e si butta nella steppa: sono giorni che dice che i bagni-buco non gli piacciono e che "a me piace farla all'aria aperta".
Lo lasciamo in pace e proseguiamo, quindi arriva il momento della pausa sigaretta.
Una, due, tre sigarette e Roberto non arriva: "deve essere successo qualcosa", sentenzia Sabrina.
Torniamo indietro e a un certo punto vedo la moto di Roberto sulla strada, lui nel campo accanto. In un primo momento penso che l'attacco di sciolta deve essere molto forte se lo costringe a fermarsi ogni pochi metri, ma quando mi avvicino mi rendo conto della gomma a terra...







Siccome noi siamo furbi, per viaggiare leggeri abbiamo scaricato tutti i bagagli in città, e insieme ai bagagli attrezzi, pompa e camere d'aria.
Qualche km prima abbiamo visto un mini villaggio di 3 case e andiamo a cercare aiuto, lasciando Roberto a familiarizzare con la fauna locale.



Il cammelliere inizia dicendoci di no, poi forse c'è il suo amico che ha la macchina, poi la moglie del suo amico non vuole che il marito prenda la macchina..."sarà una questione di soldi", penso io, vediamo quanto ci chiede.
5000 tenge, 13 euro, è la richiesta, avanzata quasi con vergogna, perché probabilmente spropositata, per portare la moto fino alla città.
L'avrei accettata anche se fosse stata 4 volte tanto, quindi manco mi metto a trattare..


















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06/09/2016 16:15

12/8/2016

Secondo tentativo, ma più o meno nello stesso punto di ieri siamo di nuovo fermi.
Questa volta siamo gli aiutanti però, non gli aiutati: un furgoncino carico di gente ci ferma perché ha bisogno di gonfiare le gomme.
A 'sto giro siamo attrezzati e la pompa del decathlon fa la sua porca figura...

Prima di salutarli, chiediamo dove siano diretti: "al mare!"











Arrivati a Zhalanash ci facciamo indicare dove andare da dei ragazzini, e questi son ben contenti di saltare in moto per mostrarci la strada











Delle barche in realtà non rimane molto: tempo fa erano molte di più ed integre, poi nel tempo sono state pian piano smontate e vendute a peso, ma un po' d'ombra ancora la riescono a fare















Visto che siamo nel letto di un lago che non c'è più ed è divenato un deserto e fa un caldo che si muore, Roberto decide che insabbiarsi è un ottimo modo per fare un po' di moto...
(deve essere un vizio di famiglia, penso io, memore di un viaggio in Tunisia che feci qualche anno fa con suo fratello)





Ritornati in paese attiriamo l'attenzione di qualche autoctono che ci aiuta a trovare il negozio del paese dove rifornirci d'acqua e chiediamo informazioni sulla strada per il mare, dove ormai abbiamo deciso di arrivare







Eccolo! E' dietro quel cartello!











E' ormai pomeriggio ed è ora di tornare...






















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08/09/2016 19:54

13/8/2016

L'idea è fare velocemente colazione, caricare le moto e incamminarci, ma rimane un'idea.
Complici numerosi passaggi in bagno di Sabrina e i movimenti rallentati dal gran caldo, salutiamo Aral solo a mezzogiorno passato.
Percorriamo 600 e passa km di monotonia e asfalto liscio come una tavola da biliardo, arrivando a Aqtobe in serata.
L'unica cosa della giornata degna di essere raccontata è la nuova bibita acquistata: Top Russian Lemonade.
Quando vedo i due uscire ridacchianti dal negozietto con la bottiglia in mano, entro sbattendo la porta e esco un minuto dopo col mio solito the freddo: poco dopo si nascondono da me, mentre rovesciano a terra il loro acquisto e di nascosto si abbeverano dal mio...













14/8/2016

"Direct road to Atyrau is very very bad, if you go to Uralsk and then Atyrau is good"

Di fatto i primi 100-150 km non è neanche brutta, 'sta strada, poi degrada all'improvviso e in effetti smette proprio di essere una strada.
Percorrere le piste laterali che si sono create a fianco, nella steppa, è senza dubbio più facile e pure divertente.
La bevanda del giorno di chiama frizz qualcosa, ma faccio finta di non accorgermi che l'hanno comprata che altrimenti questa volta li dovrei costringere pure a berla...certo quando sento Roberto esclamare "ma è frizzante!" è dura fare finta di niente























15/8/2016

Ci svegliamo presto qui a Sagiz, ma nessuno si preoccupa della nostra presenza nel posto dove abbiamo dormito, è come se non esistessimo. Senza colazione, smuovere Roberto e Sabrina è impresa ardua e il tempo passa: è il momento del mio sbotto.
Gli ultimi due giorni non sono stati il massimo, e il programma di oggi sarebbe impegnativo: non si possono perdere ore così, penso io, e gli abbaio addosso tutta la mia stanchezza e frustrazione.
In realtà sento un po' la responsabilità della fatica che si è fatta, del caldo che si è preso, e forse sono pure un po' preoccupato per quello che ci aspetta: per farlo c'è bisogno di essere carichi e motivati.
Roberto sale in moto e torna dopo una mezz'ora con 10 litri d'acqua e una tanica per la benzina, io brontolo ancora un po', ma alla fine si decide di partire.
Prima però bisogna far benzina e il pignolo benzinaio si rifiuta di versarla nella tanica, che in effetti è un plasticone da 10 litri che conteneva liquido di raffreddamento.
L'unica soluzione è fare un travaso serbatoio-tanica e poi rifare benzina dal distributore nel serbatoio.
Nell'operazione, forse per sopperire alla mancata colazione, Roberto si beve una tazzina buona di 92 ottani.

La deviazione è a pochi km, a Mukur, e quindi da una strada disastrata e poco frequentata entriamo in una strada ancora più disastrata e ancora meno frequentata: i crateri qui sono enormi e profondissimi e le piste laterali sono l'unica possibilità.
Troviamo un villaggetto, quattro case e otto cammelli, e vediamo se riusciamo a trovare ancora qualche litro di benzina.
"Quanta ve ne serve?" chiede il tipo dell'ambulanza (ancora oggi mi chiedo che ci fa lì un'ambulanza: in caso di necessità dove ti potrà mai portare?)
"7 litri in totale" rispondo io
lui indica il serbatoio del suo mezzo e dice che la possiamo prendere da lì: l'omino è simpatico e neanche ci fa la cresta..















Non molto dopo arriva il bivio: quando vediamo la strada girare sulla destra e il lago di bitume sulla sinistra, sappiamo che dobbiamo uscire del tutto dalla strada e seguire le tracce.
Si sale un filo e lo vediamo da lontano, il nostro obiettivo, l'Aktolagai Plateau







Vederlo è già una bella sensazione, bisogna raggiungerlo però: le tracce inizialmente sono buone, quindi peggiorano man mano. E' evidente che ne esistono di altre, più recentemente battute, ma non sappiamo dove portano e quindi seguiamo quelle registrate in open street maps. Il problema non è il fondo o la traccia stessa, ma la vegetazione che si è ripresa ciò che è suo, e quindi per chilometri e chilometri tiriamo su di tutto: erba, arbusti, alberelli...
"Dominator, nei migliori negozi di giardinaggio!"
Ce la facciamo, e arrivati ai piedi delle formazioni calcaree andiamo in cerca della piramide che avevamo visto nelle foto a casa prima di partire.
"Sa, scendi subito" dico io quando sento odore di bruciato e vedo del fumo uscire dalla moto: tutta la roba tirata su, a contatto col motore caldo, sta prendendo fuoco e la mia moto sta per fare la fine di quella di Goncalves nella Dakar di un paio di anni fa.
Per fortuna me ne sono accorto in tempo e spegnere il tutto è facile, ma è un chiaro segno del fatto che la piramide la cercheremo il giorno dopo e sia ora di montare la tenda..





























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09/09/2016 08:42

di bello e bello il viaggio però non mi piace tutta quella zona desertica [SM=g27993]
poi fermarsi in un posto isolato come quello dove la notte si può presentare
qualcuno mentre dormi [SM=x653551] un po pericoloso


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09/09/2016 09:06

solo ma massima stima!

[SM=g4259407]

grande Cristian [SM=x653535]


Leandro (da Milano)
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Re:
Leorus2009, 09/09/2016 09.06:

solo ma massima stima!

[SM=g4259407]

grande Cristian [SM=x653535]



Leo condivido tutto bellissimo però .......


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10/09/2016 15:40

Veramente dei grandi...
vi seguo sempre.. continuate a postare le foto.
Vi auguro
Buona strada e tanta fortuna ragazzi
[SM=x653552]
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16/8/2016

A un certo punto mi sveglio e ho freddo, vado in cerca del mio sacco a pelo che so aver lasciato da qualche parte lì di fianco. Evidentemente penso che la testa di Roberto sia esattamente della stessa forma del mio sacco a pelo e la prendo a due mani per aprirla: ricordarlo a posteriori fa sicuramente ridere, ma a giudicare dalla faccia che ha fatto lui non sono sicuro che l'esperienza gli sia piaciuta...
Poco dopo sogno non so cosa e rifilo un paio di calcioni secchi a Sabrina.
Io ho dormito bene comunque, e a mattina sono riposato..


































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12/09/2016 13:01

Prendiamo una traccia diversa da quella del giorno prima, ma il copione non cambia e anche oggi si va di tagliaerba...
Arriviamo a un lago salato, ma prima di attraversarlo ci assicuriamo che sia effettivamente secco come sembra, onde evitare di emulare le gesta di un paio di personaggi di mia conoscenza.

























Diversi chilometri più avanti ci ricongiungiamo alla "strada" lasciata il giorno prima: io e Roberto ci guardiamo e ci stringiamo la mano, ce l'abbiamo fatta!
Il problema ora è l'acqua: dei 10 litri che avevamo, questa mattina ne erano rimasti solo tre, mentre ora ne abbiamo si e no uno e mancano ancora diversi chilometri prima di ritrovare una strada che sia degna di tale nome.
Passiamo accanto all'Akkergeshen Plauteau, che varrebbe anche lui una visita, ma il caldo è troppo caldo e l'acqua troppo poca. Ad ogni sosta facciamo dei piccoli sorsi, che teniamo in bocca un po', prima di mandar giù, per prolungare la sensazione di sollievo.
Quando vediamo un furgoncino in lontananza passare perpendicolare a noi senza alzare polvere, capiamo che ci siamo quasi: quella lì è la strada.







Una volta dissetati facciamo il punto della situazione: 9 dei 15 giorni che siamo autorizzati a rimanere in Kazakhstan senza visto se ne sono già passati e non avrebbe senso fare una corsa a sud nel tempo che ci rimane, decidiamo quindi di proseguire per Atyrau, dove arriviamo a sera.





Nell'albergo dove dormiamo, trovato grazie all'aiuto di un motociclista locale, c'è un bar aperto tutta notte e una birra dopo l'altra diventiamo in fretta i migliori amici del gestore, che a notte inoltrata ci strappa pure la promessa di insegnargli il giorno dopo a fare la pasta come la si fa in Italia...
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12/09/2016 13:01

17/8/2016

Lasciamo le moto a riposare e ci incamminiamo a visitare la città.









Percorriamo il ponte che divide Asia e Europa e non possiamo che constatare che il centro città non ha molto da offrire...











Torniamo quindi in Asia e decidiamo di passare il pomeriggio in spiaggia sul fiume Ural: "sembra di stare ai caraibi" esclamo io.
Sabrina e Roberto mi fissano e non parlano.























Al tramonto torniamo dal nostro amico della sera prima: è palesemente in coma da post sbornia e fare una pasta è l'ultimo dei suoi desideri.
Se avesse tirato fuori la vodka la notte prima, mi avrebbe senza dubbio steso e sarei nelle sue stesse condizioni, ma constato come a solo birra me la cavi bene anche da queste parti...
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12/09/2016 14:46

ciao Cris!
c'è ancora un margine di miglioramento solo per le foto [SM=g27988]
ma report e viaggio in se sono, a mio parere, AL TOP ASSOLUTO !

complimenti complimenti complimenti e "thank you for sharing"!!!

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[SM=x653540]


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12/09/2016 15:39

Re:
Madmax_63, 12/09/2016 14.46:

ciao Cris!
c'è ancora un margine di miglioramento solo per le foto [SM=g27988]
ma report e viaggio in se sono, a mio parere, AL TOP ASSOLUTO !

complimenti complimenti complimenti e "thank you for sharing"!!!





grazie mille Max!
per le foto, cercherò di lavorarci su in futuro, ma non sono mai stato un esperto del settore [SM=g27988]
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