vediamo che esiste si una k (costante di elasticità) ma anche che bisogna applicare un certo peso prima di iniziare a registrare una variazione della lunghezza della molla. questo peso iniziale è proprio quell'impatto che una schiuma a più alta densità non è in grado di assorbire e che trasmette per intero alla testa del malcapitato.
inoltre, ma qui non i sento per nulla competente, dobbiamo analizzare la scelta del punto di impatto e la critica mossa da arai. Infatti arai sostiene che quel punto di impatto (che è il responsabile della bassa valutazione ottenuta dai loro caschi) in realtà è un punto che non ha bisogno di protezioni poichè in caso di caduta viene "coperto" dalla spalla. Sarebbe molto interessante conoscere la nostra opinione in materia e sapere se tra noi esiste qualcuno che lì la testa la ha sbattuta.
la calotta di un casco lavora come fosse un dissipatore di energia e come scudo di protezione, i calcoli che vengono fatti per dissipare l'energia che provoca l'impatto, sono complessi e frutto di modellazioni verificate sia numericamente che con test predeterminati dall'esperienza e dalla statistica fino ad oggi raggiunta.
l'esempio della molla, è calzante perchè giustamente la molla deve "lavorare" quando serve .
se l'impatto sull'involucro esterno espresso in kili non supera un certo valore, e ovvio che non vi è flessione....fino a un certo punto, lavorerà la parte studiata internamete, fatta di strati più mordidi dei materiali e di imbottiture che sono studiate per "assorbire" e dissipare piccole forze.
quando il gioco si fa duro e l'impatto è di una certa entità, l'involucro esterno fatto di materiali con resistenze differenziate per zona, comincerà a modificarsi e a modellarsi su schemi predefiniti dal progettista.
che arai mi venga a fare un appunto sul punto di impatto mi fa sorridere, dal momento che è un'affermazione che va supportata....ad esempio da uno studio statistico pubblicato ( o forse sono io che non lo conosco..??).
è ovvio che non è possibile disquisire scientificamente su un forum....ma se ci lanciamo su dati empirici, posso assicurarti che il punto di impatto preso in considerazione dal test, è un punto dove spesso si sbatte.
non sono un grande stradista (anche qui il tipo di attività motociclistica fa la differenza)....ma in off quando si cade, lateralmente si picchia spesso e anche forte.
la zona della mentoniera e il laterale sono le più gettonate , prova anche a fare una prova con la spalla e vedere come puoi proteggere il lato del casco.....forse volevano dire che ti proteggi con il braccio ????....può anche essere, fin quando sei perfettamente lucido....appena dopo, sei alla mercè degli ostacoli che trovi man mano che scivoli o rotoli...
nella maggior parte dei casi, cadi lateralmente e in avanti , se sei bravo (e atrezzato) , quando cadi ti proteggi parzialmente con le braccia e nell'impatto con la quota terra mediamente, una botta lateralmente al casco la dai , immmediatamente dopo, se cominci a scivolare (asfalto o non), le variabili sono troppe per poter fare calcoli....ma sicuramente la parte laterale e molto sollecitata.
in offroad poi non parliamone , le botte che dai con il laterale sono sempre troppe, anche perchè, per proteggerti (solitamente a basse velocità), in mezzo a sassi e rami, tendi a rannicchiarti per colpire meno ostacoli possibile e tranne quando giochi qualche jolly rotolando in mezzo alle piante, il più delle volte sei posizionato lateralmente quando dai qualche testata ai sassi.
poi , ognuno può pensarla come vuole....ma un test fatto da un ente terzo lo reputo sempre più veritiero che non un test di parte che tiene conto anche di interessi aziendali non da sottovalutare.
non che tutti i caschi siano malfatti....ma se viene contestata una differenza, nella comparazione con altri caschi, mi sembra troppo facile affermare che quel punto anzichè un altro, non è da considerare.....troppo comodo. (senza prove "provate" poi).