Giaveno
Partiamo subito con il Video, prima il piacere poi il dovere.
L'Aquila è una delle montagne che sovrastano Giaveno e la Sangon Valley. Fino alla fine degli anni '80 era nota per essere località sciistica, alcuni impianti di vecchia concezione permettevano di raggiungere i 2100m della vetta senza fatica. Gli inverni secchi e dunque lo scarso ritorno economico hanno fatto desistere i proprietari dal rinnovare gli impianti e a poco a poco sono questi stati smantellati (e rimossi) di tutte le loro strutture quali pali-tralicci e cavi.
Ad oggi quello che ancora rimane sono gabbiotti di cemento degli Skilift e alcune costruzioni di cemento che fungevano da strutture ricettive sulle piste e da partenza e arrivo della seggiovia. Per collegarle e garantire la normale manutenzione era stata costruita una sterrata che portava quasi fino in punta, esattamente ad un piccola cappella leggermente defilata rispetto alla vetta, a quota 2050m.
Con le incurie degli anni la Strada si è velocemente trasformata nel greto di un torrente e su quasi tutta la sua lunghezza presenta una gran quantità di pietre di tutte le dimensioni che rendono la salita con 4x4 molto difficile e di certo non possibile con macchine normali, vista anche la pendenza non proprio trascurabile.
La strada, oltre al panorama su tutta la Piana, attira tutti gli enduristi della zona che si cimentano nella salita e nel fare le infinite varianti che via via sono venute a crearsi con gli anni.
La mia storia su questi 6 km ha inizio con il Trial circa una decina di anni fa.
Col trial ovviamente è tutto più facile e di certo non ci si "accontenta" di salire lungo la vecchia strada canonica.
Col Domy invece è tutta un'altra storia, soprattutto se si è persone normali e non Graham Jarvis.
Per vedere quanto ero arrugginito nella guida un po' più nel brutto ho rispolverato il Beta Alp giusto per trovare una via di mezzo tra i 69 kg del Gas Gas e i 160 del Prototipo...
Col Beta si prendono varianti anche abbastanza cattive, compreso un rampone di circa 700m (!!!) dove sono arrivato al termine accompagnato dalla Madonna, Angeli e tantissime bestemmie. Con questa ricognizione ho capito quali erano i miei attuali limiti, la resistenza degli avambracci non più alleati a "tirare" il manubrio e a cosa potevo puntare con una moto ben più pesante.
Ho quindi sentito che avrei potuto portare su il prototipo abbastanza facilmente, rimanendo però al 100% sulla vecchia strada.
Il proto è ovviamente più facile da condurre nel brutto rispetto all'originale vista la rapportatura un po' più corta (15x48 contro il 15x46 originale) e le gomme molto aggressive, oltre ad un accessorio che reputo fondamentale per fare sterrato deciso ovvero il fermacopertone. Senza ho tritato solo camere d'aria direttamente tagliando la valvola. Dove? Ma neanche tanto nel brutto:
1)Sulle sterrate sotto l'autostrada To-Bardonecchia, derapando.
2)Al collombardo, derapando.
3)Al colle dell'infernotto, derapando.
Quindi o mettevo la cognizione cosa che non reputo sana o mettevo il fermacopertone. Ho optato per la seconda.
Nella foto:
-Mitas C02 (non omologata).
-1 bar di pressione.
-Fermacopertone.
E alla fine anche con il Domy Prototipo sono arrivato su. Non sono arrivato su a "zero", ma con 160kg sotto al culo non ho neanche fatto poi così schifo.
