Litorale Pontino

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mr wood
00domenica 11 giugno 2006 10:58
Ci sono tanti modi di arrivare al
mare. Se vi trovate a Roma, fra
le tante possibilità ci sono le vie
consolari, ovvero le grandi arte-
rie costruite per agevolare il collegamento
fra l'Urbe e i suoi porti, le sue saline, le sue
colonie. Rappresentavano e rappresentano
tutt'ora il modo più diretto per raggiunge-
re luoghi ameni. Prendendo l'Aurelia, per
esempio, si arriva velocemente a S. Severa
e al tratto litorale a nord di Roma (Santa
Marinella, Ladispoli); prendendo l'Appia
"regina viaruum", si raggiunge in un'ora Ter-
racina e il tratto di costa a sud della capitale
(Sperlonga, Gaeta, Formia), imboccando
l'Ostiense ve lo potete immaginare dove si
arriva. Queste vie sono però anche il modo
meno emozionante per arrivare al mare. Si
tratta infatti di grandi rettilinei che tagliano
la campagna scaricandoti direttamente
sulla costa; tutto ciò che si trova in mezzo, fra
l'Urbe e l'arena, scorre troppo velocemente.
Noi che amiamo assaporarci le cose lenta-
mente, prima di mettere i piedi in acqua
vogliamo goderci il mare da lontano, un po'
a spizzichi e bocconi: scorgere l'orrizonte,
vedere la vegetazione cambiare, scorci
catturati mentre pennelliamo un tornante...
Essendo la nostra meta Sperlonga, ci siamo
resi conto che il modo meno diretto per rag-
giungerla è inerpicarsi su per la dorsale che
si snoda parallela alla costa sud di Roma,
costituto dai Monti Lepini. Provenendo dalla
via dei laghi, ci s'imbatte prima nei borghi di
Norma e Cori, poi nella splendida oasi natu-
rale di Ninfa e nell'altro gioiello della famiglia
Caetani, la deliziosa cittadella di Sermoneta,
Fin qui, però, ricalchiamo un itinerario pro-
postovi tré anni fa (aprile 2001). Il nostro tour
ha inizio, in realtà, dal paese di Priverno, che
sovrasta il complesso abbaziale di Fossano-
va, il primo centro cistercense in Italia, che
da solo merita il viaggio. Ci troviamo a circa
100 metri di altitudine, a dividerci dal mare la
distesa dell'Agro pontino. Proseguiamo oltre
Sonnino, in direzione di Camposoriano. Ai
più questo nome non dirà granché, eppure
dal 1985 la località, estesa circa 3 kmq, è
considerata monumento naturale ed è sta-
ta posta sotto tutela per via della presenza
di strani "iceberg" di roccia che si stagliano
da terra, raggiungendo anche i 15 metri di
altezza. L'effetto di questi curiosi monoliti è
simile a quello offerto da Stonehenge: in-
quietante. La terza tappa del nostro tour è S.
Angelo, il monte che incombe sulla cittadina
di Terracina. Per raggiungerlo non possiamo
proseguire in costa ma è necessario scollina-
re e poi risalire seguendo le indicazioni per
il tempio, Molti turisti, intenti a raggiungere
frettolosamente il mare, tralasciano di alzare
lo sguardo verso l'imponente struttura sacra.
Del tempio, eretto nel IV secolo a.C. in onore
di una divinità, in seguito identificata dai Ro-
mani con Giove fanciullo (anxur), rimane solo
la base con le 12 arcate, splendida terrazza
che offre un colpo d'occhio su piana e isole
pontine, il Circeo, Sperlonga e, nei giorni più
limpidi, Ischia e il Vesuvio.
Anche il vecchio nucleo medievale di Ter-
racina, posto sul pendio del colle, con la
Cattedrale di S. Cesareo e il Foro Emiliano,
può meravigliare il viandante e merita una
passeggiata di qualche ora. Scesi a valle,
ci addentriamo nella piana di Fondi, nota
fra l'altro per le ottime mozzarelle di bufala.
La leggenda vuole che la cittadina, raccolta
su tré lati dai Monti Ausoni e dalle propaggini
degli Aurunci, sia stata edificata nientemeno
che da Èrcole, nel posto in cui punì il gigante
Caco, colpevole di avergli rubato i sacri buoi.
La Storia invece la vuole "città di Satana",
perché sede del conclave che elesse Cle-
mente VII, l'antipapa.
Proseguendo per la via Appia, in pochi chi-
lometri si arriva ad Itri, un altro borgo diviso
tra sacro e profano: è infatti sede del San-
tuario della Madonna della Civita, meta di
pellegrinaggio, ma anche città natale del
brigante fra Diavolo. Dal paese parte una
stupenda strada panoramica, tutta tornanti,
che conduce a Sperlonga, meta del nostro
pellegrinaggio. La possiamo intravedere
da lontano, inconfondibile, con le sue case
bianche arroccate su uno sperone di roccia.
Ricorda la medina di
Fès, oppure l'Affama
di Lisbona, insomma
un paese arabo. I
suoi vicoli formano un
dedalo inestricabile e
tutti, attraverso una
serie infinita di scale,
portano al mare, tra
i più puliti del litorale
laziale (bandiera blu
dal 1998 al 2001). Il
borgo deve il suo no-
me alle speluncae,
ovvero alle grotte
naturali che si aprono
lungo la costa. Una di
queste cavità fu utiliz-
zata dall'imperatore
Tiberio per costruire
una sontuosa residenza estiva. I ruderi della
villa sono visitabili e raggiungibili dalla spiag-
gia di Levante, un'autentica perla del Tirre-
no. Rimasta inspiegabilmente intaccata dal
turismo di massa fino a una decina di anni fa,
Sperlonga è stata a lungo luogo di ritrovo de-
gli intellettuali della capitale. Oggi si cerca di
salvarla dall'invadenza di turisti e vacanzieri
alzando i prezzi degli alloggi e chiudendola
al traffico, insomma trasformandola in una
specie di Capri continentale.
A Prestoooooo [SM=x653531]
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