... alzi la mano a chi non capiterebbe una vicenda simile...
A tutti gli iscritti.... voglio raccontare una piccola storiella successa a Como ieri...
E' venerdì pomeriggio, sono le tre e mezza circa ed ho appena accompagnato mia figlia alla Scuola Media G. Parini, a lato della Questura, quella scuola media che ai nostri tempi si chiamava Cesare Cantù.
Mia figlia ha appena sostenuto la sua prima "prova" per lei importante: il colloquio di ammissione al corso musicale della Parini... lo so, niente di che direte voi, ma mettetevi nei panni di una bimba di dieci anni e sono sicuri che poi condividerete il suo stato d'animo.
Sia entrando che uscendo continuava a chiedermi quale fosse la mia aula al Caio Plinio Secondo, perchè sa che lì vicino a dove andrà a scuola lei io ho passato gli anni più belli della mia vita e questa cosa la incuriosisce.
Fin da piccina e' sempre stata molto curiosa su come andassi e cosa combinassi a scuola, ed io gli ho sempre raccontato tutte le mie esperienze e le mie sensazioni di quegli anni, dal primo giorno di scuola presso la Scuola Elementare di Lora "Damiano Chiesa" fino al quel 14 giugno 1988, giorno in cui sostenni l'esame di maturità al Caio Plinio Secondo.
Ha sempre ascoltato con ammirazione e stupore i miei racconti e questo, come credo per ogni papà, a me ha sempre fatto un grandissimo piacere....
Ma torniamo a venerdì... alla sua ennesima domanda gli indico le finestre delle aule in cui ho passato un pò di tempo della mia vita e, senza quasi accorgerci, ci ritroviamo davanti alle porte di ingresso dove appendevano i tabelloni con i vari voti ed i vari "Ammesso" oppure "Respinto" oppure "Promosso"...( a seconda degli anni cambiavano...).
Guardiamo dentro e vediamo delle ragazze in una aula laddove c'era il bar e proviamo a spingere la maniglia del portone... si apre... entriamo ed io ero quasi timoroso che non si potesse visto che in fin dei conti non sono più uno studente del Caio e questo da un bel pezzo, ma avevo una sensazione strana... come se mi sentissi a casa.
Nell'atrio c'è il "Corpo di Guardia" o Ufficio Bidelli, non so come chiamarlo, e vedo che ci sono due bidelli, avendo prima ovviamente visto e riconosciuto la pedana di legno che fu collocata quando noi eravamo in terza per far salire i cinque gradini a quella ragazza disabile che lavorava in segreteria (...altro tuffo al cuore... mio dio c'è ancora!...).
Andiamo da loro e, spiegandogli il mio excursus di ex allievo, gli chiedo se gentilmente potessero far vedere a mia figlia la "mia" scuola visto che era così interessata: mi ascoltano attentamente e mi dicono "Guardi, visto che è un ex-allievo, vada pure, tanto la strada la conosce meglio Lei di noi...".
Giuro, li avrei baciati per la gioia!
L'unica raccomanazione che ci fanno è di non fare rumore perchè ci sono alcune classi che stanno tenendo lezione.
E ci mancherebbe altro che mi facessi buttare fuori dalla mia scuola!
Cominciamo così dal corridoio del piano rialzato in cui gli mostro, da fuori ovviamente, quale fosse la mia aula della prima e della seconda (Corso D Informatica... il secondo di allora... il primo in assoluto fu quello dell'anno prima).
Saliamo poi al primo piano in cui gli mostro la classe a gradoni dove feci la terza, quella dell'anno del primo amore mai dimenticato, della prima moto "targata", di... basta perchè mi vengono i lacrimoni.
Concludiamo il giro al secondo piano dove feci la quarta e la quinta... il corridoio dove si "pattinava" con le college a fine anno perchè avevano lucidato a piombo i pavimenti.
Tutto il giro ci occupa una buona mezzora perchè facciamo un salto anche in palestra, il luogo delle più belle partite di basket e pallavolo che mi possa ricordare, laddove il mitico Achille Ostinelli ci ha insegnato lo spirito di squadra, quello spirito che ancora oggi è indimenticato e fa parte della mia vita...
Torniamo dai bidelli che gentilmente ci hanno permesso tutto questo e li ringrazio veramente di cuore perchè, forse senza saperlo, mi hanno fatto provare delle sensazioni che mai avrei pensato di provare... salire ancora una volta quegli scaloni, passeggiare in quei corrdioi, vedere le mi vecchie e care aule...non vi nascondo che quando siamo usciti facevo di tutto per non guardare mia figlia che era contentissima perchè sarebbe stato veramente dura spiegarli le lacrime che erano lì, pronte a venir giù come la neve dei giorni scorsi e come la neve del gennaio dell'86 quando si ruppe la caldaia ed al rientro dalle vacanze di Natale ci fecimo subito un'altra settimana aggiuntiva....
Voglio dire un GRAZIE immenso ai due bidelli, un Signore ed una Signora, che mi hanno permesso questa esperienza e questo racconto che vi faccio per condividere queste magnifiche sensazioni e voglio di re anche un GRAZIE immenso al Caio Plinio Secondo perchè là dentro ho vissuto i più begli anni della mia vita e voglio dire un GRAZIE immenso a tutti coloro che hanno reso possibile che ciò accadesse...
E' proprio vero...il Caio è sempre il Caio e sempre lo sarà.
Un saluto ed un abbraccio a tutti e una precisazione: per me la definizione "bidelli" non è assolutamente dispregiativo come fanno credere ultimamente, anzi, senza di loro sarebbe mancata una parte del divertimento e del ricordo...
Non so come si chiamano questi due bidelli che ho incontrato venerdì ma voglio mandare loro un GRAZIE DI CUORE ed un forte abbraccio: non sapete che grossissimo gesto avete fatto...
Ciao a tutti!