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A passo di cammello

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2010 17:13
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Cinquantino truccato
26/02/2010 13:49

Il tempo era bello, una di quelle giornate di sole invernali tipiche del sud con il cielo azzurro. non blu come al nord, azzurro. L'aria invece era fredda quella si come al nord, nel casco le bestemmie si sprecavano miste al suono del motore ormai così familiare e al fruscio del vento. Ancora un centinaio di km e siamo arrivati, pensavo. Come siamo a benza? non male dai. Ancora dritti sull'asfalto ancora colline con olivi e casette ancora un casello in costruzione, vuoto.
Entro in riserva e questo non è bene. Il Bostro mi grida qualcosa che pure lui è messo male di benza. Il prossimo distributore è troppo distante e rischiamo di restare piedi, questa nuova autostrada è sicuramente una figata ma c'è ancora qualche dettaglio da sistemare...
Ok usciamo e cerchiamo un distributore, gli altri li recuperemo piu tardi.
Il benzinaro non c'è, lo stradone dritto costeggia campi paesetti e qualche magazzino. tra tre o quattro km resterò a piedi.
No dai ecco il distributore. Pieno di benza e sgranchimento di ossa. Il sole ora scalda ma l'aria è sempre fresca. Accanto alle pompe di benzina c'è un bar anzi non è un bar è un caffè. cioè una stanza un po' sozza con un banco una macchina da caffè stravecchia qualche tavolino e sedia di plastica bianca.
La zolletta di zucchero si scioglie nella tazzina, il Bostro rolla una cicca. cinque minuti seduti fuori al sole sulle seggiole di questo caffè.
E poi bisogna muoversi altrimenti perderemo la nave eccetera eccetera.
Peccato però...

Ecco quei cinque minuti di vera Tunisia si sono fissati nella memoria, ci ho ripensato più volte cercando di immaginare cosa poteva esserci dietro quegli ulivi e più in fondo oltre quelle colline. Chissà cosa avremmo visto restando seduti un pò di tempo in piu al tavolino di quel caffè. E chissà cosa si prova a girare questa terra con calma, senza fretta, a passo di cammello.

Bene, è ora di riprendere la cosa da dove l'avevamo lasciata in sospeso, più o meno qui



E’ ora di partire.

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"Si si" fa il parafango rosso.
Il vento ghiacciato lo fa tremare e sembra che dica Si si. o forse trema pure lui per il freddo, poveretto nelle ultime due settimane si era abituato a delle temperature un po' diverse.
Due colpi di claxon, il Bostro mi affianca urla qualcosa fa il gesto del pollice alzato e sparisce velocemente all'orizzonte. Gli mancano ancora un bel pò di chilometri e non vede l'ora di arrivare a casa, gli ultimi due giorni di "mal d'Africa" lo hanno messo a dura prova. Fiky è li davanti da qualche parte, pensa alla strada che gli rimane e cerca di non pensare al freddo bieco del gennaio padano.

Si si fa il parafango. Si si gli rispondo io, hai proprio ragione caro parafango. Questi venti giorni saranno duri da dimenticare.


Antefatto
-3 giorni alla partenza

Mi sveglio e apro il balcone. Bianco. Forse ho gli occhi ancora troppo impastati dal sonno. Mi sfrego la faccia e guardo meglio fuori dalla finestra. E' bianco per davvero, bianco di neve!

-1 giorno alla partenza
Alla faccia di chi ci preventivava un viaggio all'insegna di neve ghiaccio gelo lacrime e sangue ci stiamo muovendo senza nessun intoppo. Il freddo c'è ma è sopportabile, l'umore è alle stelle ed i motori girano allegri sull'asfalto salato dell'autostrada verso Genova.
Mmh forse ho parlato troppo presto... In pochi chilometri il sole sparisce, il cielo diventa grigio, neve tutto intorno e piccoli fiocchi bianchi iniziano a posarsi sulla visiera del casco. Da li a 10 minuti sarà l'inferno! 100 km di autostrada innevata con il buio in arrivo ed un TTE che tira le cuoia sulle ultime rampe del Serravalle... Perfetto!!
Ma la voglia di partire fa miracoli e in poco tempo la moto di Fiky trova rifugio in un'officina di Bolzaneto mentre noi raggiungiamo un albergo dove scaldarsi e fare il punto il della situazione.





La sentenza è irrevocabile: domani ci si imbarca, a costo di spingere il TTE fin dentro la stiva della nave!

Zero giorni alla partenza
Sole e strade pulite (quasi)


Il TTE riprende vita caparbiamente

Ok si va!




Sbarco a Tunisi con l’arcobaleno



Tappa in centro città per decidere il da farsi, la nave ovviamente ha fatto ritardo e come tradizione i nostri primi km di Africa saranno col buio. Domanda: come districarsi nel traffico di Tunisi della domenica sera e soprattutto come mettersi sulla giusta via per El Kef? Chiedo ad un tizio sul marciapiedi, cappotto e cappello d’anteguerra, pochi denti in bocca e molto odore di alcol addosso. E’ semplice dice lui, fermi un tassì e chiedi che ti faccia strada lui. Che risposta da minchione penso io, poi rifletto un attimo e capisco che il tizio ha pienamente ragione, il suo consiglio si rivela molto intelligente ed in 10 minuti ci ritroviamo su un dritto stradone che punta verso sud ovest. Il tipo del cappotto aveva comunque un’aria strana, chissà…

Duecento chilometri di asfalto buio, ci saranno si e no 4 gradi… Ma non dovevamo essere in Africa???
A notte fonda raggiungiamo comunque la nostra meta e prima di cercare un letto festeggiamo con l’ennesima sosta tè/caffè/sigaretta. Siamo gasatissimi, la voglia di andare ci ha fatto dimenticare il freddo e la stanchezza.
Usciamo rinfrancati dal caffè ed ecco la mazzata a tradimento: dalla mia moto hanno rubato la bisaccia col sacco a pelo. Dalla moto del Bostro manca una borsetta dei ricambi, tagliata di brutto con la lama di un coltello. Bastardi, siamo sbarcati da tre ore e gia ci fregano la roba!! Mi vengono i fumi!!! Sicuramente sono stati i ragazzetti con cui abbiamo scherzato due minuti fa. Rientro nel caffè incazzato nero urlando che la roba deve saltare fuori subito, sappiamo che sono stati loro. Fanno i finti tonti ed escono a fare la commedia di aiutarci cercando tra i cespugli la roba rubata. La cosa va avanti per un buon quarto d’ora finchè stufi di farci prendere in giro decidiamo di andarcene.

Ma ecco che in quel momento appare Lui, l’Uomo della Golf Grigia. Aspetto signorile e rispettabile, si avvicina chiedendo in un perfetto francese Ca va? No gli faccio io Ca va pas du tout, questi piccoli bastardi ci hanno fregato!! Senza alterarsi Lui pronuncia le due parole magiche “Polizia” e “Denuncia”. I ragazzetti hanno un brivido di paura e dopo 5 minuti il Bostro ed io stiamo gia rilegando sulle moto i bagagli rubati.
Sono un avvocato dice l’Uomo della Golf Grigia, abito qui in città e sono enormemente dispiaciuto dell’accaduto. Non voglio che per colpa di questi deficienti vi resti una cattiva impressione della mia città e della mia nazione. Venite vi accompagno in albergo e poi andiamo a bere qualcosa assieme.

Scendiamo dalla macchina dell’Avvocato davanti all’albergo dopo un paio d’ore di birre, chiacchiere, racconti, scherzi, discussioni e storie varie. Una persona incredibile! Prima di lasciarci insiste ancora per farci visitare El Kef il giorno seguente e poi non contento ci porta in cima alla collina per mostrarci l’antica kashba alternando notizie storiche - un sorso di caffé - considerazioni filosofiche - un sorso di birra.
Iddio benedica l’Avvocato!

Ore 2.40 del mattino. Spegniamo la luce e crolliamo a dormire. Non male come prima giornata in Tunisia. Direi che il viaggio è iniziato alla grande!

Un po’ di curve e tornanti (come colonna sonora i tiri dell’artiglieria tunisia che si esercita a due passi dagli amici algerini!) e siamo ad Hammam Mellegue



un paesino minuscolo sorto sulle rovine di un antico impianto termale romano. Anzi piu che sulle rovine nelle rovine, visto che i pochissimi abitanti sfruttano ancora i muri romani e la sorgente di acqua calda che alimentava le terme. Peccato non poterci gustare un bagno caldo, degli operai stanno ristrutturando l’edificio delle vasche… odore di turismo in arrivo pure qui, come gia avevamo sospettato dalla strada asfaltata…
E va be, chiediamo al custode se esiste una via diversa per scendere a sud costeggiando il confine algerino. Certo dice, basta scavalcare quelle colline e seguire la pista battuta. Perfetto, grazie e dove la prendiamo la pista? Laggiù, subito oltre lo uadi.
Siiiiiii!!!







Verso Tajerouine


Il vento soffia forte a volte contrario, spesso laterale, ogni tanto a favore e ti fa sentire leggero. Allora sollevi il frontino del casco e guardi tutto intorno. Si, sei leggero. Sei libero.
La strada scorre veloce e il paesaggio cambia ad ogni scollinamento. A fine pomeriggio siamo a Kalaat es Senan, paesino appiccicoso all’ombra della maestosa Table de Jugurtha.



Compriamo qualcosa da mangiare prima di salire in quota per fare campo, chiediamo al bottegaio se ha delle birre ma la risposta è un triste No, nessuno in paese vende alcolici. Anzi si, la birra si può trovare ma al marché noir. Nessun problema amico mio, pur di bere una birra siamo disposti a trattare anche con i contrabbandieri algerini! E così dopo pochi minuti appare un ometto di nero vestito che ci consegna una sacca dal promettente tintinnio vetroso. Paghiamo soddisfatti e partiamo puntando dritto alla base della Table. Imbrocchiamo la traccia giusta e raggiungiamo l’ultimo spiazzo di erba e sassi da cui parte la scalinata che porta su in cima al massiccio.



il panorama toglie il fiato più del vento fortissimo che soffia dalla pianura





Montiamo le tende al riparo di un provvidenziale muretto e poi ci diamo alla nouvelle cuisine, innaffiata con l’ottima birra Celtia di contrabbando (che per questo motivo ci sembra ancora più buona!)





Lasciamo la tavola sterrando tra rocce e boschi di pini marittimi







Direzione sud sempre costeggiando il confine algerino. Cercando la pista abbiamo una sorpresa inaspettata, ad un posto di blocco i militari ci dicono di tornare in dietro e seguire la strada asfaltata. La pista a ridosso del confine non è sicura. Piu che altro ci sembra di capire che le autorità tunisine preferiscono tenere i turisti lontani dal confine per evitare sconfinamenti e quindi guai…

Il nostro pranzo a Gafsa



Primo assaggio di sabbia verso Metlaoui





Chilometri di altipiani e hammada, immersi in un nulla meraviglioso



Sino a raggiungere Tamerza, la maggiore delle oasi di montagna.

Sulla strada per Tamerza penso a cosa possa significare l’espressione Oasi di Montagna.
Uno puo’ avere nella testa la classica immagine dell’oasi con le palme verdi circondate da morbida sabbia e magari con una bella pozza di acqua fresca nel mezzo… Ma cosa ci azzecca un’oasi con la montagna??
Tanto più che mentre diamo del buon gas per raggiungere la nostra meta siamo circondati solo da misteriose alture brulle e dal buio imminente.
Anche una volta arrivati a destinazione la domanda resta momentaneamente senza una buona risposta, forse per colpa della stanchezza, del buio pesto e delle numerose bestemmie cacciate per trovare il campo fisso nei pressi della cascata. Beh perlomeno il suono dell’acqua si sentiva… Chissà cosa avremo visto l’indomani con la luce del sole?

Eccoci accontentati









Click. Fissata nella memoria
Ma oltre che per l’immagine di questa specie di ferita verde nella dura crosta polverosa delle montagne, Tamerza ci resterà impressa per altri 3 motivi: il Triste. Il Vino Rosé. Il Carbura.

Il Triste… come poter raccontare di questo uomo?? Età indefinibile, giovane di sicuro ma non giovanissimo. Aspetto a metà tra un rapper di Garbagnate e uno spacciatore del Portello. Miscelate questo ad una specie di reminiscenza di nomade berbero e poi ricoprite il tutto con una spessa glassa di tristezza e iattura. In una sola parola: inquietante.

Il Triste ci studia, ci lusinga, ci invoglia con mezze frasi lasciandoci immaginare sterrate mitiche e percorsi leggendari... Molto scientificamente il Triste aspetta che l’orribile Vino Rosé (consigliatoci da un noto personaggio del fuoristrada italiano, maledetto lui!) faccia il suo effetto nelle nostre menti ed eccolo comparire al nostro tavolo dotato di album fotografico, carta e penna. Insomma il Triste si guadagna da vivere facendo da guida per i turisti che capitano in zona ed ora cerca di propinarci i suoi servigi. Vi faccio fare un giro indimenticabile ragazzi. Di qua poi di la poi ancora piste canyon sabbia… Il subdolo Vino Rosé ormai è nostro padrone, ascoltiamo annuendo con lo sguardo sognante.
Ok Triste. Quanto costano queste meraviglie? Poco ragazzi poco, salgo in moto con uno di voi ed il gioco è fatto. Questo è fuori pensiamo con l’ultimo barlume di ragione. No caro Triste, dietro alle nostre chiappe italiche non sale nessuno, di sesso maschile perlomeno.
Ed ecco la stoccata del Triste: Attenzione ragazzi siamo vicini al confine algerino, girando da soli potreste sconfinare e finire nei guai. L’Algeria è PERICOLOOSSSA!!! (si esatto si pronuncia proprio come è scritto). Tutte queste O e queste S ci rimbalzano nella testa. Accidenti e se avesse ragione lui? Mah, abbiamo carta bussola e gps. Ce la caveremo. No ragazzi attenti! L’Algeria è PERICOLOOOSSSSSSA!!! Bastardo di un menagramo incappucciato… ma noi restiamo sulle nostre posizioni, la seconda bottiglia di rosé ci aiuta a pronunciare la frase fatale: No Grazie Signor Triste. Ci arrangiamo da soli.

Il Triste si fa taciturno mentre ci facciamo aiutare dalla birra Celtia a sciacquare via dalla mente i vapori del terribile Vino Rosé e le immagini di brutali militari algerini che ci scaricano addosso i loro mitra.
E qui il Triste gioca il jolly. Va bene ragazzi, andate pure da soli. Ma lasciate che disegni io una mappa del percorso. E in due secondi schizza su un foglio una specie di mappa del tesoro che pare disegnata da Keith Haring sotto acido. Ecco, con questa sarà IMPOSSIBILE perdersi. In ogni caso tutte le tracce sono facili e sicure (ma scusa due minuti fa non eravamo gia destinati alle mine antiuomo dell’Algeria PERICOLOOSSSA?? Mah..)

E così ci ritroviamo sulla Rommelpiste, solcando le montagne tra Redeyf e Chebika



















Verso Chebika, seconda oasi di montagna











La sera rientrati al campo il Triste ci accoglie con mezzo sorriso (fatto inaudito). Allora ragazzi tutto ok?
Certo Triste, grazie della preziosa mappa. Peccato che fosse fatta al rovescio!
Lui non ci sta, sente ferito il suo orgoglio berbero e dal cappuccio della sua Felpaconcappuccio estrae un altro coniglio bianco. Ragazzi vi ho preparato la mappa di un percorso fantastico che potete fare verso Tozeur.
Si si triste, grazie mille ne parliamo piu tardi ok?
E il fresco vento notturno dell’oasi ci sospinge fino alla porta di un cafè meraviglioso: lurido affollato fumosissimo e pieno di gente che gioca a carte facendo un gran baccano. Ci sediamo e beviamo uno dei piu buoni tè alla menta della storia. Il tizio del tavolino accanto al nostro tira delle grandi boccate da un narghilè di vetro blu. Rapidissimo sguardo d’intesa: Oste, uno anche per noi!

Soddisfazione



Ci si siedono vicini pure l’Oste ed il suo collega che parla un po’ di italofrancese. Ci guarda compiaciuto mentre fumiamo e dando una pacca sulla spalla al suo socio ci fa "Questo è il mio amico, Il Carbura, e fuma sigarette di hascìsh. Tu vuoi sigarette di hascìsh?" Grandioso questo!!! Ringraziamo per l’offerta ma abbiamo gia da fare per una buona mezzora con questo signor narghilè.
Grazie Signor Carbura, il tuo tè ed il tuo locale resteranno per sempre nei nostri cuori!

Raggiunta la pace dei sensi pregustiamo il pulcioso ed accogliente materasso nella nostra baracca in riva alla cascata. Ma ecco che da un angolo buio spunta lui, il Triste. Maledetto, ci stava aspettando al varco!
Ecco qui la mappa per domani ragazzi, seguite le indicazioni e non ve ne pentirete. Poi inizia tutta una pantomima sulle guide buone e non buone, sugli italiani con le jeep e i tedeschi con le moto eccetera eccetera.
Ok Triste ora ci hai rotto le palle. Quanto vuoi per i tuoi scarabocchi?? Lui spara una cifra folle. Ci guardiamo stupiti. Il guaio è che nessuno ha voglia di litigare e insultarlo. Perfido Triste ancora una volta ha atteso che le sostanze psicotrope si impadronissero di noi. Alla fine contrattiamo una somma che non ricordo ma che sicuramente era troppo elevata… Ma il potersi liberare del Triste non ha avuto prezzo! Mentre ci stringiamo ipocritamente la mano in segno di accordo lui esce dalla penombra e vedo finalmente alla luce della luna il suo sguardo torvo. Mi raccomando ragazzi ricordatevi che l’Algeria è PERICOLOOSSSA!!!

AAAAAARGHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Mides, la terza oasi di montagna.







Una traccia sabbiosa costeggia il profondo canyon puntando dritta verso ovest. Fiky ed io la imbocchiamo a manetta, finalmente della vera sabbia! Il Bostro (alias Il Previdente…) preferisce restare sul terreno duro nell’attesa che noi decerebrati ci si decida a tornare indietro. Procediamo un po’ lungo la pista stupiti dalla fatica bestiale che si fa a guidare le moto stracariche sulla sabbia morbida. Ci fermiamo un secondo per ragionare, nella mia mente vedo gia una fantastiche pista sterrata che ci farà scavalcare eroicamente le montagne giù fino al limitare del Chott El Gharsa. E invece sento Fiky bestemmiare – non con il solito tono di entusiasmo o approvazione – queste sono bestemmie che non annunciano niente di buono. Armeggia col gps e mi grida Sai cosa c’è di la? indicando delle alture poco distanti. L’Ageria! A 1km esatto!
Mincha nooo l’Algeria è PERICOLOOOSSA!!! Dannato sia il Triste questa è opera delle sue maledizioni, non c’è dubbio.

Mentre ci giriamo per raggiungere il Bostro (alias Il Saggio…) iniziano a calare dalle colline algerine gruppi di persone a piedi e a dorso di mulo. Frontalieri? Migranti? Mah…



Verso Tozeur. Niente treni ma dromedari…



Giocando a nascondino nel palmeto di Tozeur… Occhio alla rama!



Lasciamo i bagagli in una specie di campeggio dove la sabbia a terra è più curata della moquette di un 5 stelle lusso e rimontiamo in sella allegri come scolaretti prima della gita. Ci aspetta un intero pomeriggio di spensieratissimo fuoristrada sulle tracce della mitica Mappa del Triste. Che Allah ce la mandi buona!
Pascoliamo un po’ tra dunette e immondizie vicino all’aeroporto di Tozeur finché prendiamo la giusta pista per Ong Jmal





Ong Jmal. Letteralmente “il collo del cammello”



Il cielo comincia a scurirsi lentamente, mancano una trentina di chilometri di pista fino a Nefta dove ritroveremo l’asfalto. Ripartiamo concentrati ma veniamo subito traviati da un bel tratto di dossi e avallamenti, una specie di parco giochi naturale che ci immette poi su una pista battuta. Senza troppo pensarci la seguiamo spediti



ma ad un tratto Fiky scuote la testa chino sul gps borbottando qualcosa (ahi ahi riconosco il tono di quelle bestemmie!)
Signori, dritto davanti a noi esattamente a 13 chilometri c’è l’Algeria!!!



Minchia ma questa Algeria PERICOLOOSSSA sta diventando un’ossessione!!!
Dannato Triste, che Allah possa fulminarti!

Ok ora basta giocare. Ci resta una mezzora scarsa di luce e siamo a svariati chilometri oltre la pista per Nefta, nella direzione sbagliata ovviamente. Che fare? dietrofront fino a Ong Jmal e da li tutta la strada a ritroso? No, troppo lunga. Fuoripista puntando dritto per dritto verso Nefta? No grazie.
Meglio agganciare una delle piste secondarie che sicuramente si collegano alla traccia principale per Nefta.

Detto fatto, si va. Fiky fa strada in qualità di Detentore del Sacro Garmin ma si ferma dopo pochi metri. Azzo sono senza fari!!! Perfetto.
E quasi l’avesse ascoltato, il cielo si fa di colpo nero. In dieci minuti è gia buio. Benissimo.
E ci troviamo a calpestare sabbia morbida appena segnata dalle tracce di qualche jeep. Ottimo.
Fiky tiene il suo passo, senza luci non vede le bastardissime carregge nella sabbia e avanza tranquillo. Io procedo con calma, so che il Bostro li dietro ama questo tipo di fondo quasi quanto la birra analcolica, meglio non allontanarsi troppo. Dopo qualche chilometro mi fermo, spengo il motore e ascolto. Silenzio. Ahia. Aspetto un minuto. Ah si ecco il rumore del bicilindrico. Spuntano i fari li in fondo oltre una dunetta. Il tempo passa ma i fari non si avvicinano e il motore tace. Mi sforzo e guardo meglio che posso, i fari sono due e sono orizzontali, quindi significa che il Bostro si trova in posizione eretta. Piano piano le due luci si avvicinano, Sono caduto dice E mi sono schiacciato una caviglia sotto la moto. Fantastico.
E cosa ci manca ora? Ah ecco! L’immagine di un TT che procede sulle dunette a fari spenti illuminando la sabbia col lampeggio arancione delle frecce.
Semplicemente impagabile.

In qualche modo raggiungiamo il pistone per Nefta



e in una mezzora siamo nuovamente a Tozeur, comodamente stravaccati sui divanetti di un provvidenziale bar/[termine censurato] che accoglie i nostri stivali sabbiosi e sudati.
Salute tosi, alla nostra e al nostro primo pomeriggio di sabbia!


25 dicembre. Buon Natale!
Buon natale stocazzo, ho una caviglia gonfia come un prosciutto. E io devo smontare quel cesso di moto per aggiustare sti maledetti fanali! Bene ragazzi fate pure dico io sghignazzando



fate pure, dico io pregustando una tranquilla mattina di ozio in centro a Tozeur

Un momento, come mai sta moto puzza così tanto di benzina???
Ferma tutto questo bidone di dominator non solo puzza ma sta pure perdendo benzina dal serbatoio!!! MAPORCATXXXXXXXXPUTTXXXXXXVACCALADRIADIOXXXXXXXXXX

La legge del contrappasso …



Bricolage


(grazie Bostro per il sandalone)



Vabbé dai dopotutto è sempre natale!
Esatto e allora mentre San Bicomponente fa il suo mestiere noi ce andiamo in centro a farci belli



E a concederci un ricco pranzo natalizio



seguito da un sano digestivo



Via da Tozeur!

La strada si distende, si fa piatta e diritta.
All’orizzonte compare un lago, anzi un mare. Anzi no, non si tratta di acqua
È luce pura



è il Chott el Jerid















Mentre proseguiamo per Kebili su questo stradone rettilineo il tempo rallenta, il passo si fa più calmo e persino i motori sembra che non vogliano fare troppo rumore per non disturbare. Disturbare chi? O disturbare cosa?
Forse i mille pensieri emozioni sensazioni che questa incredibile distesa bianca ci ha lasciato dentro?

La bussola indica sud. La sabbia conferma…



Un tè alla menta, una cicca rollata due chiacchiere e un occhio alla mappa.
Ma guarda un po’, questa traccia è segnata in bianco tratteggiato!
E’ proprio quello che fa per noi



di qua o di la? La vita è sempre piena di bivi…



Meglio chiedere indicazioni



Quando sono a casa o in qualche altra città e mi capita di dover chiedere informazioni ricevo sempre risposte tipo “la prossima via a sinistra o dopo il tabacchino gira e prosegui fino al semaforo” eccetera.

Ma invece qui questo pastore dal viso di legno mi dice “prendi la traccia dietro il pozzo tenendoti a destra, scavalca quelle montagne laggiù e segui la pista principale per trenta chilometri”
Ringrazio e ripartiamo. Il cielo e grigio, a tratti sembra quasi giallo.

Viaggiare penso, viaggiare sempre, fino a che ne avrò la forza



La strada per Matmata incrocia la pipe line (si esatto è proprio asfalto)



To guarda un cartello che indica Ksar Ghilane! Chissenefrega, guarda la che bettola meravigliosa! Presto Oste, preparaci tutto quello che hai!
La fame rende aggressivi…



Matmata: che delusione





Come in tutti i luoghi battuti dai turisti veniamo subito accalappiati dal solito ometto col motorino che ci propone cameredalbergoristorantiescursionivisitecammellisouvenirdatteri e chi piu ne ha piu ne metta. Dai italiani venite con me, vedete il mio tesserino di guida autorizzata, vi faccio fare una fantastica visita della casa trogloditica dove hanno girato Starwars. Avanti dai dai dai!!!
Ascolta caro ometto del motorino, non ce ne frega un’ostia di starwars, siamo stanchi, delusi, seccati dalla tua presenza e soprattutto siamo senza benzina. Te lo dico cortesemente NON ROMPERCI LE PALLE!!! Vabene italiani ma vi serve la benzina? Per i prossimi 80 chilometri non ci sono distributori, solo benzina in tanica. Venite con me



Lasciare Matmata mi fa subito sentire meglio, un po’ di curve e tornanti e siamo a vista di Toujane.
Vorrei stropicciarmi gli occhi ma ho la mascherina da enduro: sto vedendo il presepio. Giuro, il presepio che facevo da bambino con le montagne di cartapesta le casette bianche fatte a cubo e quattro palme



Cerchiamo un posto dove dormire, ci dicono che una famiglia in fondo al paese ha delle stanze a pochi soldi. Uno spiazzo polveroso e un cortile semidiroccato su cui si affacciano delle specie di grotte scavate nella roccia. Un bambino ci corre incontro (qui i bambini corrono sempre incontro alle moto, hanno sensi acutissimi, sentono e vedono una moto da chilometri). Si si è proprio questo il posto che state cercando! Avrà si e no dieci anni ma è così sveglio e responsabile, parla di prezzi di cibo di letti. Ma il papà dov’è scusa? gli chiedo. Sono tutti dal nonno che sta male, arrivano dopo. Intanto vi mostro io qui. Anzi aspetta che vado a prendere un po’ di lampadine. E ci lascia stupiti li in mezzo alla corte buia. Il bimbo torna poco dopo con una sporta di lampadine e con gli altri uomini della famiglia, così che ci accordiamo per trascorrere qui la notte.

La nostra suite





Il metodo migliore per digerire un piattone di ottimo couscous casalingo?
Un po’ di bricolage che domande!



e poi la notte trascorre tranquilla nella nostra grotta, cullati dalla puzza di capra e di stivali da enduro e dall’ululare rabbioso di un cane randagio.

Alba su Toujane









fino a dove lo sguardo riesce a vedere



Vita quotidiana…







E si va





Spesso sulla buona strada, altre volte un po’ meno











Verso il villaggio abbandonato di Guermessa











Ci accoglie un custode un po’ stazzonato e depresso. Niente turisti dice, voi siete i primi in quattro giorni! Per una cifra simbolica ci porta a fare il giro dell’antico villaggio raccontandoci che l’ultima famiglia se andò da qui poco più di quindici anni fa.
Vi preparo il te ci dice il tizio e mentre l’acqua inizia a bollire si fa serio e prega.

Silenzio e vento







La moschea dei sette dormienti nei pressi di Chenini





Raggiungiamo Tataouine per la notte ma prima di gustare il tè del tramonto c’è una faccenda da sbrigare. Il sale del Chott el Jerid è proprio un tipo tosto e non ha nessuna intenzione di mollare la presa neppure dopo due giorni



che fare?

Sexy bike wash!!





A una svolta della strada un muro scalcinato nasconde un tesoro.
Il portone di legno vecchio di secoli si apre e…





Siamo nella regione degli Ksour

Ksar Ezzara.







La pace assoluta di questo posto ci fa parlare a bassa voce quasi per non disturbare i quattro vecchi accovacciati a terra a discutere e bere té.
Voglio venire a vivere qui.



Il vento porta ovunque la sabbia finissima color terracotta color rosa color oro. Come si può definire il colore di questa sabbia? Mah non saprei. Ma so che è sottile. Forse un po’ troppo sottile per i miei gusti…



Un po’ di sano freeride



con risultati più o meno positivi…



Ksar Ouled Soltane, il punto più meridionale del nostro viaggio.









Seguendo una pista per Ksar Ouled Debbab





Fino a raggiungere Duirette, surreale. La facciata della moschea sarà vera o di cartone?? Sembra quasi di avvicinarsi al set abbandonato di un vecchio film western!



La strada asfaltata che lascia Duirette è un toboga incredibile, sali scendi curva controcurva.
Un anonimo cartello bianco indica una pista sassosa che si stacca dall’asfalto senza troppo clamore.

C’è vento, c’è sempre vento qui, in qualsiasi direzione noi si vada.
Ma ora la direzione è chiara come questa traccia bianca segnata sulla mappa strattonata dal vento. Ovest.

Un anonimo cartello indica una normalissima pista sassosa… Ksar Ghilane dice quel cartello.
Andiamo.







Ovest, sempre ovest. Non è difficile, pure il gps conferma che siamo nella giusta direzione.
Eppure navigare in questi spazi immensi e solitari ti fa pensare ti fa sentire piccolo e ti fa rispettare queste distese di sabbia e pietra accarezzate dal sole basso del pomeriggio.
Tu, i tuoi pensieri nel casco, la tua moto che scalpita e i tuoi compagni di viaggio
Ti senti vivo







Non dimenticherò questi ottanta chilometri di sogno ad occhi aperti.

La tole ondulée sconquassa ossa e bagagli. Un’ultima altura da superare ed ecco comparire all’orizzonte la striscia scura e l’antenna radio che aspettavo



Ksar Ghilane, ci siamo!



Il sole tramonta velocemente, giusto il tempo di piantare le tende sotto le tamerici.



E poi? E poi un po’ vizioso relax!
Mi pare che ce lo siamo meritato, no?!?





I raggi del sole filtrano tra i rami delle tamerici, presto, partiamo prima che si sveglino i 3547387054534685784564656 cafonissimi francesi che hanno invaso questa povera oasi. Una compagnia di ragazzotti austriaci sta facendo una specie di rave party delle sabbie, birra musica metal e delirio enduristico. Ecco i primi ruggiti arancioni, via via andiamocene!!!

La prima manciata scarsa di chilometri per lasciare l’oasi è davvero infernale, le moto appesantite da bagagli e benzina non riescono a galleggiare sulla sabbia impalpabile sconvolta dal passaggio di migliaia di ruote. L’unica soluzione per andare avanti è buttarsi nelle carregge fonde e morbidissime usandole un po’ come binario e un po’ come sponda. Ma soprattutto la soluzione è dare gas, tanto, sempre e comunque!!





Fiky ed io iniziamo a prenderci gusto e procediamo tra i piccoli cordoni malefici.
Una sosta per ricompattare il trio e per tirare il fiato.
Perché il Bostro non arriva? Mah, si sarò fermato a fare un paio di foto, no?
No. I minuti passano ma non si sente nessun rumore di motore.
Ok torniamo un po’ indietro a vedere







E fu così che le nostre strade si divisero
Appuntamento la sera a Douz: il Bostro via pipeline





Fiky e il sottoscritto via pista del Bibene.





Muoversi nei dedali di dunette è piacere puro ma richiede impegno e concentrazione.
E basta allontanarsi un po’ dalla traccia per avere bisogno anche di una buona dose di improvvisazione. O almeno ci si prova!



L’immagine che più mi è rimasta impressa. Il riflesso del sole sulla sabbia come un mare di metallo a perdita d’occhio. Di tanto intanto in contro luce la sagoma scura di una moto che scende verso sud lasciandosi alle spalle una nuvola gialla.
E il vento ti sputa in faccia la sabbia (o forse non diceva proprio così…?)



Gli ultimi chilometri di pista lungo il limite del Parco del Jebil sono atroci. Tole ondulée e buche senza tregua, uomini e moto iniziano ad essere provati.
Ma per fortuna laggiù si intravede la sagoma di una costruzione familiare

Click, foto ricordo
Ce l’abbiamo fatta.



Parlando con tutti i viaggiatori incrociati al Sud la domanda era sempre la stessa: ma perché state facendo il giro al contrario? Perché prima Ksar e poi Douz??

Perché??
Per assistere almeno all’ultima giornata di un evento impedibile: il Festival International du Sahara de Douz









Il rullo dei tamburi, i duelli e i purosangue lanciati al galoppo nella polvere. Semplicemente emozionante.

La rievocazione della Carovana: una lunga colonna di uomini donne e animali che avanzano lenti e silenziosi, chini contro il vento del Sahara. La mente vola lontana, supera l’orizzonte di dunette a perdita d’occhio. Ho i brividi.

A Douz…







E si inizia a risalire verso nord. Ma il viaggio continua…

Nel Chott El Fejaj





il villaggio dei Ciechi



Attraversando il Jebel Biada verso Sened









La pista sterrata attraversa una gola aspra e meravigliosa, poi il paesaggio si fa dolce verso Sened Gare



Cartoline da Kairouan, città santa dell’Islam



















Autostrada o strada normale?
Mancano pochi metri al bivio, Per la normale! ci gridiamo affiancati l’uno agli altri.

Una rotonda, lo stradone dritto costeggia campi paesetti e qualche magazzino.
Ehi ma io qui ci sono gia stato… Mi giro verso il Bostro, anche se ha casco, passamontagna e mascherina da enduro io so cosa sta pensando. E so che se la sta ridendo pure lui.
Hai capito dove siamo? Ma più che una domanda è uno scherzo, una di quelle strane e meravigliose sorprese che il destino regala ai viaggiatori.
Dove siamo? Chiede Fiky non spiegandosi le nostre facce.

Un benzinaio, Accanto alle pompe di benzina c'è un bar anzi non è un bar è un caffè. cioè una stanza un po' sozza con un banco una macchina da caffè stravecchia qualche tavolino e sedia di plastica bianca.



Ora sappiamo cosa c’è dietro quegli ulivi e più in fondo oltre quelle colline.
Ora sappiamo cosa si prova a restare seduti senza fretta sorseggiando un tè e lasciando liberi i pensieri.


Un cartello verde con su scritto Padova Ovest 4 km.
Scuoto la testa e mi tiro pugni sul casco, dove è stata la mia mente in quest’ultima mezzora??
L’ultima ricordo è il pollice alzato di Fiky e il fanalino del suo TT che se ne va nel buio dell’autostrada.
E’ come se riemergessi dal fondo del mare…

Padova Ovest 700 metri.
Minchia ma allora sono arrivato per davvero!!

E solo ora mi rendo conto che il mio viaggio non è finito al porto de La Goulette, il mio viaggio sta finendo qui, ora. E’ fatta penso, ce l’ho fatta ce l’abbiamo fatta caro cancello!!!
E un grumo di emozioni sensazioni ricordi pensieri si ammucchia e si incasina sciogliendosi in un sorriso sbiego che mi fa tirare la faccia ghiacciata…
Tutti gli interrogativi i dubbi le paure delle settimane prima di partire… Ma quanto tempo è passato? Ma ero io quella persona??
Rido, vorrei gridare, vorrei andare ancora e ancora, le mie ruote corrono a venti centimetri dall’asfalto…

Accosto metto in folle e suono il campanello.
Quante volte ho fatto questi gesti in vita mia non saprei dire… Solo che stavolta sono coperto di polvere e sale. Non riesco a capire se sono stato via un pomeriggio o due anni.
La mia moto ed io veniamo dall’Africa, penso nel casco bianco.

E ancora un sorriso si allarga lentamente sul mio viso congelato.

Alla prossima.


26/02/2010 14:38

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integralista hondista....
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Un Gran Bel report per un Gran Bel viaggio [SM=g27811]
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Dominatorista nuovo, ma convinto!
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26/02/2010 16:10

Complimenti, poi me lo leggo e.. gusto con tranquillità stasera.
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Il sito italiano della Dominator NX650 - WWW.DOMINATOR650.IT
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..... ma niente da discutere.... il webmaster è il webmaster! ...e non l'ho detto io.
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26/02/2010 19:47

grande e ben descritto. [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535]


W la pensione
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26/02/2010 20:33

invidia, PROFONDA invidia. [SM=x653537] [SM=x653537] [SM=x653537]

COMPLIMENTISSIMI!!!
gran bel "giretto"


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= Igino =
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27/02/2010 00:18

me la sono proprio letta tutta di gusto, bellissimo itinerario!
STU PEN DO!
BRAVI!
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If you want to be happy for a day, drink.
If you want to be happy for a year, marry.
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27/02/2010 19:16

Grandissimi veramente! [SM=g27811] [SM=x653535]
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27/02/2010 20:08

sarebbe bello organizzare un cviaggio del genere con tutti gli amici qui del forum ! [SM=g27811]


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27/02/2010 22:32

Quanta invidia e ammirazione, come vorrei riuscire a mollare tutto per un pò e godermi la vita vera prprio come avete fatto voi assieme alle vostre fide bestiole! Chissà, magari se un elettrauto, un oste e altri 4 o 5 pazzi avessero in mente di organizzare una goduria del genere potrei farci più di un pensiero, sempre in sella all'impagabile Domy!
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28/02/2010 13:44

Re:
Piergarden, 27/02/2010 22.32:

Quanta invidia e ammirazione, come vorrei riuscire a mollare tutto per un pò e godermi la vita vera prprio come avete fatto voi assieme alle vostre fide bestiole! Chissà, magari se un elettrauto, un oste e altri 4 o 5 pazzi avessero in mente di organizzare una goduria del genere potrei farci più di un pensiero, sempre in sella all'impagabile Domy!
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se lo fate contate su di me ! [SM=g27811]


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04/06/2010 15:10

ma che bel giro!
complimenti, quanti giorni in totale?
grande [SM=x653535] [SM=x653535]


RD07 1994
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04/06/2010 19:28

mighè come al solito i complimenti per il viaggio da favola, la cosa buffa è che come al solito il mio computer non mi apre le foto, quindi per ora me lo sono letto tutto, di botto come un libro, mentre la mia mente e la mia fantasia volavano altrove persi tra le righe, forse è stato ancora più avvincente, ora che so aspetto che sto carciofo qualche giorno mi faccia anche vedere le immagini, so che non resterò affatto deluso [SM=g27811]
COMPLIMENTI [SM=x653552] [SM=x653540]
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Cinquantino
04/06/2010 19:38

Viaggio stupendo e racconto entusiamante, emozionante, coinvolgente e minuziosamente decrittivo.

Avete tutta la mia ammirazione
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Leandro (da Milano)
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04/06/2010 22:48

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Spettacolo!!
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Cinquantino
21/06/2010 11:54

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Fantastico, io e i miei amici abbiamo fatto circa il medesimo percorso a Pasqua,è stata una emozione grande.
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Mastro Dominatore
21/06/2010 17:13

Che figata complimenti [SM=g27811] [SM=x653535] [SM=x653535] [SM=x653535]


Un Dominator non e' mai usato ha solo piu' esperienza !!

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