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Annuncio Convocazione Domi Wild Dolo Meeting 2016

Ultimo Aggiornamento: 14/07/2016 16:55
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Cinquantino truccato
13/07/2016 17:45

...ed ecco a voi il secondo giorno, se avete la pazienza di leggere...
Dopo la nanna ristoratrice in terra ex asburgica, pieno a prezzo ridotto d’ordinanza, controllo olio ed aria di prudenza e via verso il lago di Misurina. [SM=x653531] [SM=x653531] [SM=x653531]
Tempo incerto, traffico fastidioso data la gara ciclistica citata che, oltre a generarne di suo, muove i simpatici ciclo turisti tutti sulla statale invece che sulla loro pista e tutti a bei gruppi in fila per tre… [SM=g27996]
La strada verso Misurina è, all’inizio quella che porta a Cortina, con la visione dalla parte posteriore delle montagne cortinesi.
Il sole comincia a farsi vivo, bus e camper persistono davanti a noi.
Poco male, si ha un po’ di tempo per visionare il panorama guidando un po’ più piano (il che non è poi sempre vero, specie sui bei e rari rettilinei precedenti al bivio per Misurina dove il polso destro muove e assai). [SM=g27990]
Finalmente il Lago di Misurina, in pieno sole e aria tersa: sempre un gran bel vedere! [SM=g27989]
Si scende verso Cortina da attraversare obbligatoriamente per andare al Falzarego, traffico cortinese di riccastri e no (perfino una sfilata di porsche 911 cabriolet che ci tocca sciropparci fino al Falzarego). [SM=x653558]
Sempre bella però la vallata!
In cima al Falzarego non ci fermiamo poiché già visto l’anno scorso e quindi via dritti verso il vicinissimo e stranissimo Valparola, passo in mezzo alla rocce.
Foto, chiacchierata sulle trincee e camminamenti della prima guerra mondiale molto presenti in loco (Bimota ci da tante interessanti informazioni), ci ripromettiamo di tornare ancora l’anno prossimo, ma concedendoci il tempo di fare qualche visita (a piedi) storico culturale.
Ripensamento sull’itinerario con duplice scopo: evitare la confusione quattroruotistica (e non solo) dei grandi passi nel week end ed inserire un po’ di sterratino pre-pranzo (Passo Lusia). [SM=g28002]
Quindi rientro al Falzarego (ca 1,5 km!) e giù verso Alleghe, per poi risalire al Passo Fedaia.
Questo, per me, uno dei migliori sia per il panorama (visione esclusiva della Marmolada) che per la guida (salita davvero ripida con tornanti larghetti e ravvicinati = uno spasso)
La coppia del Domi e l’erogazione del mono (tenuto ad adeguato numero di giri) fanno della salita una goduria. Attenzione però: bisogno aver cura di accelerare con dolcezza (siamo sempre sui 2.000 m, l’ossigeno comincia a diminuire, la moto a soffrirne se non gestita a “polso leggero”) [SM=x653540]
Fatte le foto, incluse quelle dal camminamento della diga, si riparte verso Canazei, poi Moena e, finalmente il primo sterrato vero, la salita verso il Rifugio Lusia, situato in prossimità dell’omonimo passo.
Strada ripida, nel mezzo di un ombreggiato bosco, ben battuta anche se segnata dagli scoli naturali di acqua piovana.
Divertente e non grossi rischi purchè con gomme adeguate, anche intermedie come le mie (Metzeler Enduro Sahara 3 ant e post). [SM=g28002]
Una bella ventina di chilometri, forse anche di più considerando la discesa stesso stile, seppur leggermente meno ripida.
Come ormai rito, in cima al Lusia, foto, spuntino a pane e salsiccia, oltre che l’immancabile strudel (sempre ottimo) e via. [SM=x653544]
Sfamati sia di cibo che di sterratino, avanti verso l’ingresso del Passo Valles, passato il quale, piccola sosta a Vallada Agordina e prosecuzione per Agordo per scavalco Passo Duran.
Gradevolissimo passo il Duran, specie all’inizio dove la strada è bella larga, e la visione molto aperta fino alla cima.
Scendendo strada più ripida e tortousa, “imboscata”, ottimo esercizio di guida di montagna tra curve e tornanti strettini da affrontare con cervello per uscire sulla destra e non faccia a faccia con eventuali “risalenti” (che, credetemi, non mancano mai!). [SM=x653556]
Arrivo in Val Zoldana, obbiettivo strada sterrata che da Zoppè di Cadore porta a Vodo di Cadore (diciamo un’alternativa al Passo Cibiana).
Un po’ di asfalto ed un po’ sterro in salita; meglio in discesa, perchè quasi totale sterro con pendenza notevole (quindi suggerisco di farlo al contrario di come lo abbiamo fatto noi, ci si diverte di più). Comunque sosta al rifugio in cima per la meritata pausa caffè.
Ora una parte un po’ più noiosa e trafficosa (stile la Vipiteno – San candio) [SM=x653550] : il percorso da Vodo di Cadore a Pieve di Cadore prima e Santo Stefano di Cadore dopo.
Unica nota degna di rilievo l’attraversamento dell lunga (ca 4 km) galleria che dalla statale che porta Auronzo devia per portarti a Santo Stefano: chiudersi ben bene la giacca perché dall’estate piena, si passa alla cella frigorifera! [SM=g7643]
Finalmente passato S.Stefano, il bivio per Forcella Lavardet. Qui bisogna fare una nota speciale.
Molte indicazioni la danno chiusa come strada, ma è piuttosto frequentata! Il punto è che viene rimessa in sesto, ed , alla prima pioggia molti, moltissimi sassi ricadono a punteggiarla qua e là di ostacoli imprevisti (ma non imprevedibili). Quindi ritengo che ormai si siano stufati di mettere e togliere segnali e li lasciano di default.
Simpaticissimi, all’inizio, con ancora il bitume sotto le gomme, sono i 14 tornanti 14, uno a non più di 15-20 mt dall’altro: praticamente una specie di slalom in salita. Per chi soffre il mal di mare, consigliata Xamamina! [SM=g27994]
Da lì in poi bello sterrato in questa valle scura al pomeriggio, con strada da guardare con attenzione e lunga salita dove la strada sterrata si mescola con antica e larga mulattiera. Abbastanza impegnativo (almeno per me), ma sempre percorribile in sicurezza con l'indispensabile prudenza e considerazione dei propri limiti [SM=g27988] .
Itinerario consigliatissimo. Anche perché alla fine, tenendo la destra, si arriva sulla spianata di Sella Razzo dove da un lato si palesano le Dolomiti Venete e dall’altro le asprezze montane del Friuli Nord Occidentale.
Qui bellissime foto complice la luce radente della prima serata, l’aria pulita e il luogo stesso.
Da qui, giù verso Sauris, su una mica tanto larga strada, dai panorami franosi e tornanti tortuosi. Ma tutta asfaltata (anche molto bene in alcuni punti).
A Sauris sagra del prosciutto crudo, ma, siccome il sole magna le ore come direbbe qualcuno, niente pausa: il rifugio Grasia ci aspetta per cena.
Alla fine del lago di Sauris, tenendo la diga sulla destra senza attraversarla, ci si infila in lunghi tunnel scavati nella roccia viva e con fondo di sampietrini bagnati dall’acqua costantemente in arrivo dalle rocce.
Occhio, occhio, occhio, si sta un attimo a stendersi su questa specie di superficie saponata.
Per farsi un pio’ di coraggio e darsi allegria, allegre strombazzate dentro il tunnel, hanno un effetto davvero sinfonico grazie all’eco… [SM=g27986]
Ormai è quasi tarda sera, la luce va scemando e dopo l’attraversamento di Ampezzo,ecco sulla destra l’ improponibile bivio per la strada del Passo del Rest (di cui parleremo domani).
Pochi chilometri ed eccoci arrivati allo sbarramento sulle acque ancora cristalline (siamo all’inizio del fiume) del Tagliamento.
Attraversato il ponte posto poco più avanti, sulla sinistra bivio per il rifugio Grasia: consigliatissimo per la cucina (davvero ottima cuoca la moglie del gestore) [SM=g28002] , le camere che seppur semplici, non mancano di nulla (ricordatevi che siete in un rifugio) ed il rapporto prezzo / prestazione: cena davvero da ricordare positivamente (grappe e vino inclusi), notte confortevolissima, silenzio assoluto, colazione = meno di 50 € a testa all inclusive.
Di meglio, non so immaginarmi. [SM=g28002] [SM=g28002]
Bene, giornata finita, a domani per la parte che io definisco il bellissimo Friuli che ti sorprende.

FOTO: 1-3 Lago di Misurina
4-6 Passo di Valparola
7- 15 Passo e Lago Fedaia con Marmolada
16-17 ponte alto su Sottoguda
18-24 Passo Lusia
25-28 Collegamento Zoppè - Vodo di Cadore
29 Esempio tornanti Forcella Lavardet
30-35 Sella di Razzo e dintorni sulla via di Sauris
36 Fiume Tagliamento

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