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CENTOPASSI 2016

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2017 11:47
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Cinquantino truccato
21/06/2016 08:59

G3 - 03 giugno - Castelluccio di Norcia (PG) > Pescolanciano (IS)

La mattina del terzo giorno è stato il momento moralmente più duro. Aprire gli occhi prima dell'alba e fissare gli stivali fradici con l'idea di doverli indossare mi ha inchiodato al letto.



Ci ho messo un'ora quasi ad alzarmi e decidermi a fare un inventario mentale del bagaglio per cercare una soluzione o almeno temporaneo palliativo.
Quando ho preparato i bagagli tutto è stato avvolto in sacchi di plastica. Di solito mi piacciono i ziplock, ma non avedo trovato quelli grandi prima della partenza avevo optato per i sacchi da rifiuti organici "antigoccia". E mi sono ricordato di aver inserito nello zaino anche il rotolo di sacchi inutilizzati per sicurezza.


Non una soluzione "elegante", ma funzionale. Piede asciutto, stivale fradicio.

Caricata nuovamente la moto e con quasi 2 ore di ritardo sulla tabella di marcia mi metto in marcia intorno alle 5 di mattina. Senza guanti perchè tra mani bagnate e fredde e solamente fredde ho preferito la seconda.



Arrivato in cima a Forca Canapine ho potuto vedere l'alba e aggiungere nuova determinazione e un'altra idea. Nella borsa della moto avevo anche un paio di guanti da lavoro in caso di manutenzioni, ma erano in quel momento l'ideale per proseguire con le mani al caldo.



Risolti i problemi immediati, mi sono potuto dedicare alla guida e a bruciare un po' di chilometri.
Evitando Norcia, mi sono diretto alle colline, Savelli, giro attorno a Città Santa Maria e attraverso un paio di passi verso il Lazio attraversando Cittàreale.

Tra Cittàreale ed Amatrice aggirare la SS4 (a scorrimento veloce) non sembra possibile, se non attraversando sentieri resi fangosi dalle piogge degli ultimi giorni. La sensazione costante è stata che mi sarei trovato da un momento all'altro nel giardino di qualcuno. Arrivato ad Amatrice colazione per me e per la moto.


Poi il paradiso... per il resto della giornata.

Ripresa la strava verso il lago di Campotosto, un nuovo passo prima di superare Locanda Cardito (un noto ritrovo di bikers, ancora addormentato). Prima di arrivare a Poggio Cancelli, ma invece di proseguire verso il lago scendo verso Aringo (nuovo passo) e poi stradine interne verso Capitigliano.

Arrivati al paese ho imboccato "via del lago" per risalire a Campotosto da un'altro versante e attraversare un'altro passo.
All'inizio della strada un cartello avvisava "strada mancante di barriere laterali", ma la definizione ideale sarebbe stata "strada mancante" (punto!).
Mancavano le barriere laterali, la segnaletica e a tratti l'asfalto. La cosa che non mancava erano frammenti di roccia in mezzo alla carreggiata e delle rampe ripide con curve ad angolo acuto da dare l'impressione di star salendo le scale con la moto girando sul pianerottolo ad ogni rampa.


Arrivati in cima però il panorama ha ripagato tutta la fatica.

Mentre scendevo verso il lago incrocio un gruppo di piloti che stanno salendo al passo.

Aggirato il lago verso sud e raggiunta la SS577 per scendere dal lago e successivamente la ss80 per raggiungere l'imbocco della strada del passo del vasto (sp86).

Lungo la salita al passo ho incrociato altri piloti, è sempre una bella sensazione quando sai che non sei solo.
Arrivato alla cima il panorama è di quelli che lasciano senza parole. Un solo serpente d'asfalto che se ne sta sdraiato in chilometri e chilometri di verdi praterie.





La provinciale del Vasto sfocia nella SS17bis che porta direttamente al GranSasso e al comprensorio di Campo Imperatore, dando così continuità alla bellissima esperienza appena vissuta.



La strada del passo di campo imperatore è un vero parco giochi per motociclisti.
Tanti chilometri di statale che sale dolcemente fino all'ultimo tratto che si stacca per 10Km fino ad arrivare al piazzale di Campo Imperatore.

Verso la cima il panorama cambia decisamente.



L'arrivo a campo imperatore non è baciato dal sole, una nuvola ha deciso di accamparsi proprio sulla cima rendendo il panorama nebbioso e piovviginoso.







Pausa al bar / albergo del passo (forse un po' troppo lunga, ma si stava comodi sui divanetti con qualcosa di caldo da bere e mangiare) e poi discesa dall'altro versante verso Santo Stefano di Sessanio.



Da Santo Stefano traversata di pianura attraverso stradine per saltare alla valle successiva e passare dal Parco Gran Sasso al Parco regionale Sirente-Velino.
Salita da Cerr poi Rocca di Cambio e travesata dell'altopiano tramite una strada vicinale che correva tra i campi per raggiungere Terranera. Totale 3 passi sull'altopiano.

Discesa verso Castelvecchio subequo e da qui altre strade secondarie per aggirare Avezzano e attraverso Gioia dei Marsi imboccare il parco Nazionale D'abruzzo.



Altri passi all'interno del parco.... il morale si è ripreso completamente dal giorno precedente, anche il tempo sembra reggere in questa giornata, ma il ritardo si è fatto veramente ingestibile.

Costeggiato e superato il lago di Barrea


proseguo per Castel di Sangro, per una pausa ristoratrice (e cena veloce) cercando di contenere i tempi, immaginando che al mio arrivo in cima alla montagna non avrei trovato molti posti aperti.
Da pianificazione avrei dovuto ancora arrivare a Pescopennataro tramite la strada della valle e poi scendere sulle colline attraverso Capracotta, Vastogirargi e Carovilli.. da qui un anello fino alla statale e ritorno ed infine sosta per la notte a Pescolanciano, sulla strada del passo successivo.

Il ritardo di 2 ore alla partenza a questo punto si fa sentire, nonostante le soste ridotte e un passo in off saltato sono riuscito a recuperare solo parzialmente.
Decido quindi per salire al contrario, non rischiare di trovarmi alle 22:30 molto lontano dal pernotto. Con ancora parte delle mie cose bagnate e quasi tutti i device al limite della batteria, non mi va l'idea di passare questa notte in tenda.

Prendo il passo a Vastogirardi quello a Capracotta e lungo la strada per pescopennataro mi rendo conto che il tempo non sarebbe bastato per arrivare e tornare sui miei passi al B&B. Giro la moto e dirigo verso Pescolanciano direttamente, memorizzando la strada che da Carovilli porta fino a là in modo da provare a recuperare l'anello durante il 4° giorno.

Trovare il B&B è stata la ricerca più difficile di tutti i giorni appena trascorsi, in un angolo del paese in realtà si trattava di una villetta in cui la propietaria ha trasformato in pensione l'appartamento al piano superiore.
C'è una targa, ma così piccola e rintanata che l'ho notata solamente il giorno dopo uscendo.

Parcheggio la moto e scarico le valigie, l'accoglienza della signora è decisamente diversa e più casalinga di quella dei rifugi visitati fin'ora.
Stanza piccola e piena di roba e ho dovuto staccare un po' di spine per farci stare i caricatori. Il resto a disposizione un'intero appartamento quindi chiudo la serata con una bella doccia e un tè caldo, mentre consulto le mappe dell'ultimo giorno.

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